Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SALADINO o SALAH-ED-DINintieramente soggiogato l'Egitto. Scirakob ottenne, insieme col grado nominale di visir al califfo fati-mita, quel di viceré del regno per Nureddino ; ma morendo lo stesso anno, lasciò l'autorità al nipote, cbe continuò a governare l'Egitto, ajutato dai consigli e dall'esperienza del padre Ajub, che da Damasco era passato al figlio. L'ultimo dei Fatimiti, Aded Ledini'llah, portava tuttavia il titolo di califfo d'Egitto ; ma anche quest'ombra di sovranità scismatica riusciva odiosa alla bacchettoneria di Nureddino; e conforme a' suoi ordini, il suo luogotenente depose la dinastia fatimica colla semplice ordinanza che il chotbah, ossia la preghiera pubblica, fosse letta in nome del califfo abbasside Mo-stadhi ; e Aded morendo a tempo dieci giorni dopo, questa importante rivoluzione si fece colla più grande agevolezza (an. 1171 di Cristo, 567 dell'eg.). L'estinzione dei Fatimiti lasciò Saladino virtualmente sovrano d'Egitto; e sebbene, seguendoi prudenti consigli di suo padre, continuasse a dare ogni segno esterno di ubbidienza a Nureddino, rifiutò sempre il militare ajuto richiestogli dal suo principe sovrano, il quale s'apparecchiava a farsi ubbidire colle armi, quando la morte di Nureddino gli risparmiò questa contesa (1173). Il successore di Nureddino Malek al-Saleh Ismail, fanciullo d'undici anni, era impari al peso dell'impero; ed essendo nate dispute tra' suoi emiri, Saladino si prevalse di quella confusione per prendere Damasco, ch'egli occupò senza trovar contrasto (1174). La stessa sorte corsero Emesa, Hamah, ed altre città dipendenti da Damasco ; e quando Malek-al Saleh tentò racquistarle coll'ajuto del cugino Seif-ed-din Ghazi, atabeg di Mosul, le unite loro forze furono rotte in due grandi battaglie, e Saleh, assediato in Aleppo, dovette comprar la pace col cedere tutta la Siria meridionale. Saladino prese titolo di sultano e tutte le regie prerogative, e ampliò il suo dominio conquistando la più parte de' piccoli principati delle frontiere della Siria e della Mesopo-tamia. Gl'Ismaeliti o Assassini del Libano, i cui emissarii avevano attentato alla sua vita all'assedio d'Aleppo, furono castigati ancor essi e ridotti a sommissione ; ma nel suo primo scontro coi Franchi di Palestina egli sostenne una disastrosa sconfitta presso Ramla da Reginaldo di Chàtillon, nel novembre del 1177 (573 dell'eg.). I quattro anni dipoi furono principalmente spesi in Egitto, gli affari di Siria facendosi dai suoi luogotenenti; ma nel 1182 egli lasciò il Cairo per l'ultima volta, e ripigliando le sue conquiste dei territorii degli atabecchi, prese successivamente Edessa, Amida, Nisibin, ecc.; e sebbene fosse ripulsato dinanzi a MoSsul, vennegli tuttavia fatto (1183) d'impossessarsi dell'ambita da tanto tempo città d'Aleppo, per via d'un accordo con Amad-ed-din Zenghi II, il quale era succeduto a Malek-al Saleh. 11 suo regno stendendosi dall'Yemen fino al monte Tauro nella Cilicia, e dall'africana Tripoli, fra tanto spazio di paese non aveva interruzione che del latino regno di Gerusalemme ; e la tregua quattrenne violata dal suddetto R
egi-naldo nel 1185, gli p
orse bentosto pretesto alle ostilità. Nella famosa battaglia di Tiberiade (luglio 1187), i cristiani, traditi dal conte di Tripoli, furono totalmente sconfitti ; il re Guido di Lusignano
fu fatto prigione, e accolto dal vincitore oon magnanima generosità, mentre il suo oompagno di prigionia, Reginaldo, fu, in pena della bua perfidia, decapitato per mano dello stesso Saladino. Tutte le città del regno franco, Acri, Beirut e Ascakraa caddero rapidamente dinanzi le armi del sultano, e il suo trionfo fu coronato dalla presa di Gerusalemme, che s'arrese dopo quattordici giorni d'assedio (2 ottobre 1187), e dopo essere stata per 88 anni soggetta ai Franchi. I due anni seguenti furono principalmente impiegati in soggiogare gli avanzi del dominio latino; ma Tiro fu vittoriosamente difeso da Corrado di Monferrato, e la comparsa della terza crociata (1189) pose i Cristiani nuovamente in grado di rimettersi in campo. L'assedio bienne di San Giovanni d'Acri (1189-91) è memorabile nella storia delle crociate. I re di Francia e d'Inghilterra, Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone, animavano colla loro presenza gli sforzi degli assedianti, mentre i Musulmani, diretti dal sultano, si adoperavano con pari zelo pel soccorso dell'investita fortezza; la fiamma dell'entusiasmo non arse mai con rabbia più fiera e più distruttiva; ma Acri dovette finalmente capitolare, e i crociati, avanzandosi lungo la costa, prendevano durante la marcia Cesarea e Jaffa, mentre Ascalona dopo un'incessante battaglia di undici giorni non fu salva che per essere stata smantellata e resa così non difendibile.
Nella primavera del 1192 ricominciarono le ostilità; e i Franchi, condotti dal re d'Inghilterra, ai avanzarono presso a Gerusalemme, dove Saladino ne aspettava l'assalto ; ma le dissensioni dei crociati furono causa di loro ritirata; e cori l'una come l'altra parte, stanche di quell'interminabile lotta, non sarebbero state aliene da un amichevole componimento. La prima proposta straordinaria di Riccardo, ohe Malek-al-Adel Seif-ed-din , fratello di Saladino, fattosi cristiano, sposasse la sorella di esso Riccardo e fosse re di Gerusalemme, sebbene seriamente agitata per qualche tempo, fu dipoi in ultimo abbandonata; e la trienne tregua conchiusa nel settembre del 1192 lasciò Gerusalemme in balìa del sultano, mentre i cristiani furono confermati nel possesso della costa da Giaffa a Tiro. Saladino non sopravvisse che pochi mesi al termine della guerra; e morì nel marzo del 1193, in età d'anni cinquantasette, dopo regnatine più di venti.
Le storie popolari del lenzuolo spiegato a foggia di stendardo, come emblema di spenta grandezza e dell'ugual distribuzione di limosino tra i Musulmani, i cristiani e gli Ebrei dagli scrittori orientali non vengono accennate, ond' è probabile che siano finzioni. 11 carattere di Saladino è stato, come quello del suo predecessore Nureddino, prediletto tema di elogio presso gli scrittori cosi d'Oriente come d'Occidente. Lo storico Abulfeda, che discendeva egli stesso da un ramo laterale della famiglia degli Ajubiti, e il cadì Bohadin (la cui biografia del suo sovrano ed amico è stata resa famigliare dall'edizione dello Schultens, Leida 1755), non si distendono molto più dei cronisti cristiani delle crociate nel lodare il valore, la giustizia e la magnanimità cbe furono cospicui nella vita e nelle
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