Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
1056 Salatina
Fr., Ili; PI ut., Detnett., 35; Polysen., StraUg., 5). Sotto il romano Impero gli Ebrei erano numerosi in Salamina, dove possedevano più di una sinagoga; e può darsi benissimo cbe l'appalto delle miniere di rame dell' isola assunto da Erode ne abbia aumentato il numero, per i vantaggi che vi offriva il porto ed il commercio, e specialmente le sue fabbriche di stoffe ricamate'. Nella celebre insurrezione degli Ebrei del 115 d. Cr., imperante Trajano, cotesta città, pria tanto popolosa, fu ridotta a deserto ; ne fu compiuta la demolizione da un tre-muoto, ma fu poscia riedificata da un imperatore cristiano, da cui si denominò Costanza (Constantia), e diventò la sede metropolitana dell'isola. Saut'E-pifanio, lo storico delle eretiche sètte, fu nel 306 vescovo di Costanza, ma imperando Eraclio, dal 610 al 641 d. Cr., la nuova città fu distrutta dai Saraceni (Milman, Hist. of the Jews, \o\. m, p. Ili, 112; Athen., u, p. 48; Joseph., Antigxv, 14, § 5; Act. Apost.. xiii, 6).
L'area della smantellata città giace in basso, nelle vicinanze di Salamina, e la città stessa era situata sopra una cala della spiaggia al nord del fiume Pedieo (Pediaus). Questo basso terreno è la più grande pianura dell'isola, stendendosi nell'interno fra due catene di monti, fino al cuore del paese, dove sorge l'odierna capitale turchesca Ni-costa, ed appellandosi Salamina; delle medaglie della spenta città trattò l'Eckhel (voi. in, p. 87).
2° Salamina attica (latino Salamis, greco ZaXatxfc, oggi Coluri). — Isola tra la costa 0. dell'Attica e la costa E. della Megaride, formante la frontiera S. della bnja di Eleusi, e separata dalle spiagge tanto dell'Attica, quanto della Megaride, la mercè soltanto di un angusto canale. La sua forma si è quella di un semicerchio irregolare verso l'O., con molte piccole sinuosità lunghesso il lido. La massima sua lunghezza dal N. al S. si è di circa 16 chilometri, e la massima sua larghezza dall'E. all'O. poco più; e quindi non andò errato Strabone nell' indicarla lunga da 70 in 80 stadii, ossia da 13 a 15 chilom. Dicesi che nei tempi primitivi si chiamasse Pitiussa (Pityussa, Hmioudff»), dalla quantità dei pini (wcv<, pino) che vi crescevano, ed anche Scira (Sciras, Sxtpa?) e Cicrea (Cychreia, Ko/pefa), dai nomi dei due eroi Soiro e Cicreo, indigeuo il primo, ed indovino il secondo, ch'erasi recato da Dodona in Atene, e vi era perito insi me con Eretteo nel combattere contro di Eumolpo (Strab., ix, pag. 393; Phub., i, 36, § 1 ; Philocbor., ap. Plut. Thes., 17). Si perpetuò il secondo nell'isola, leggendosi in Eschilo (Pers., 570) i lidi cicrei (<*xt«1 Ku/peTai), e dal Bisantino Stefano viene ricordato un borgo cicreo (Su/pcToc TtaYoc). Dicesi iuoltre che l'isola ebbe il suo nome di Salamina dalla madre di Cicreo, che fu pure figlia di Asopo. Ricevette in tempi antichissimi una colonia di Eacidi da Egina, dacché Telamone figlio di Eaco vi si era rifugiato, dopo l'uccisione del suo fratellastro Foco, ed era divenuto sovrano dell'isola. Suo figlio Ajace aveva accompagnato i Greci con dodici navi salaminiache alla guerra di Troja. Continuò Salamina ad essere uno Stato indipendente fino al principio circa della 40a olimpiade, ossia al 620 av. Cr., quando si sollevò una disputa per il suo possesso tra gli Ate-
niesi ed i Megaresi. Dopo una lunga lotta, cadde dapprima nelle mani dei Megaresi, ma se ne impadronirono poscia gli Ateniesi per uno stratagemma di Solone (Paus., i, 35, §1 ; ii, 40, § 5; Plut, Sol., 8, 9; Homer., lHid., n, 557). Ambedue le parti invocarono il giudizio di Sparta, sostenendo gli Ateniesi i loro diritti con un verso deWIliad*, che rappresenta Ajace disponente le Bue navi accanto a quelle degli Ateniesi (lliad., n, 558); ma si sospettò che cotesto verso fòsse stato alterato da Solone o Pisistrato; ed i Megaresi ne citavano un'altra lezione. Gli Ateniesi asserivano inoltre che l'isola era stata ad essi consegnata da Fileo ed Eurisace, figli del Telamonio Ajace, quando costoro fissarono la loro resideuza nell'Attica. Cotesti argomenti furono reputati bastanti, e Salamina venne aggiudicata agli Ateniesi (Plut., Sol., 10; Strab., ix, p. 394). Diventò allora attico demo e continuò ad essere incorporato nell'Attica fino all'epoca della sua supremazia macedonica. Nel 318 av. Cr. accolsero spontanei quegli abitanti una guarnigione macedonica, dopo aver resistito soltanto poco tempo prima, con successo, agli assalti di Cassandra (Diod., xvm, 69; Polysen., Strat., iv, 11, § 2; Paus., i, 35, § 2). Continuò a rimanere in possesso dei Macedoni fino al 332 av. Cr., quando gli Ateniesi, coll'assistenza di Arato, la ricuperarono dai Macedoni insieme con Munichia e Sunio. In conseguenza di ciò i Salamini furono espulsi dall'isola, e le loro terre furono divise fra gli ateniesi coloni (Plut., Arat., 34; Paus., il, 8, § 6; Bòrkh, Inscr., voi. i, p. 148>. Da cotesta epoca in poi continuò probabilmente ad essere una dipendenza di Atene al pari di Egina ed Oropo, non venendo dai grammatici mai chiamata StjfAoc (demo, comune, popolo), ciò ch'era stata in origine, ma in generale 7tóXt< (città, regione o borgata).
Non vi è che una sola corrente in tutta l'isola, la quale sgorga in mare sulla costa sud-ovest, ed è probabilmente il Bocaros o Bocalis di Strabone. Il vìIIhggio di Coluri con due altri detti Mulki e Ambelacia (vigne), e un convento, contenevano alcuni anni sono tutta la popolazione dell'isola.
L'antica città di Salamina, che al tempo di Strabone era deserta, sorgeva sulla costa meridionale di rinoontro ad Egina; ma la Salamina del tempo di Strabone sedeva sulla piccola baja d'Ambelacia e presso la penisola che dalla parte orientale dell'isola s'avanza verso l'Attica e termina nel capo Cinosura (Herod., vm, 76). Questo capo chiamavasi anco Silenia e Tropea. A mezza via tra questa penisola e il Pireo, ma non precisamente nello stretto conducente alla baja di Eleusi, evvi l'isoletta di Psittalia, oggi Lipsocutàli, celebre per la battaglia di Salamina (Herod., vm, 95). È della lunghezza di 550 a 600 metri, bassa, rocciosa e coperta di arbusti. Fra la baja di Coluri e lo stretto all'estremità occidentale dell'isola vi è una penisola montagnosa chiamata Boduro da Tucidide (il, 93, 94) e da Strabone. L'estremità occidentale della penisola dista circa 6 chilometri da Nisea, porto di Megara. Al tempo di Pausania essa era in unoatato rovinato, ma egli potè rilevarvi le tracce dell'agora, e videvi un tempio di Ajace con una statua dell'eroe in ebano, ed anche un tempio di Diana, il trofeo della vittoria sui Persiani, ed un tempio^.ooQle
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