Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SA LES (SAN FRANCESCO DI) - SALFi FRANCESCO
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Questa città fu patria di molti uomini illustri nelle scienze e nelle arti : quivi nel dodicesimo secolo fiori la Scuola salernitana (V.), riputatissima nella medicina. Fra quei dotti debbonsi ricordare i due Alfani, poeti dello Btesso xn secolo; l'Anonimo Salernitano (V.), lo storico Romualdo, Isabella Villa-marma, e Mercuriade, cbe illustrò anch' esso la Scuola salernitana ; molti medici, fra i quali il Mus-saudini, Lorenzo Grillo, Antouio Mazza, Giovanni Plateario, i filosofi G. Pompouio Leto e Gaspare Mosca; Giovanni da Procida (V.), il pittore Sabba-tini, Masuccio Guardato, dei migliori letterati del secolo xv, e finalmente quell'Antonio Genovesi (V.), che in premio del sommo suo merito ottenne l'istituzione della prima cattedra in Italia di economia politica.
Vedi: Mazza, Historiarum epitome de rebus Salernitani s (Napoli 1861) — Veutimiglia, Memorie del principato di Salerno (ivi 1795) - Mogaveri, Ragguaglio intorno all'origine, prerogative e privilegi della celebre Scuola salernitana, e suo ampio collegio de' Medici, e tutti i suoi privilegi (ivi 17y0)
— Ferretti, Dissertazione chimico medica sull'acqua minerale di Salerno (ivi 1790) — Ricci, Storia delV architettura in Italia — Giustiniani, Dizionario geografico — Goffredo, Ragguaglio dell'assedio dell'armata francese nelli città di Salerno (ivi 1649) — Paesano, Memorie da servire alla storia della Chiesa salernitana (ivi 1846) - Rug gio, Lettera intorno alla città di Salerno (ivi 1749)
— De Biasio Series Principum qui Langóbardo-rum aitate Salerni imperaverunt (ivi 17K5».
SALES (san Francesco di; (biogr.). V. Francesco di Sales san).
SALESIANE (stor. eccl.). V. Visitazione (congrega sione della).
S AL ETTO (geogr.). — Comune nella provincia di Padova, circondario di Montagnana. Abitanti 3174.
SALFI Francesco (biogr.). Nacque il 1° gennajo del 1759 in Coseuza, mori a Parigi il 12 settembre 1832. Dotato di felice disposizione per la poesia e d'amore immenso per le lettere, ancor giovinetto fu accolto e bentosto nominato segretario nell'Accademia de'Crati lidi, allor fiorente nella sua patria, ove diè luminose prove del suo ingeguo. Piena la meute de' precetti della nascente filosofia del Genovesi, si adoperò a tutt'uomo per ridurre la gioventù del suo paese alla dritta via del sapere, dilungatane pel sistema pedantesco cbe regnava nella scuola di quei tempi. Nel 1783 il tremuoto desolava le Calabrie: Salti, ricordandosi i principii del Vico intorno l'influenza ch'esercitano i feuomeni della natura sopra i nostri pensieri e sentimenti, volle studiar 1' uomo e le sue azioni colpito dallo spavento di quel filugello. Ridottosi in Napoli, la sua opera del Saggio de' fenomeni antropologici relativi al tremuoto fu pubblicata nel 1787, procurandogli la stima del pubblico e l'amicizia di molti uomini distinti, tra'quali il Filangie.i, il Pagano, il Palmieri. La parte che prese alla compilazione del Dizionario degli uomini illustri, che allora ri-producevasi in Napoli, alcuni opuscoli scritti in difesa de' diritti del Regno, che gli fruttarono dal Governo l'abbadia di S. Nicola di Maida in Calabria Ultra seconda, e molte operette teatrali conqualche tragedia Io tennero occupato fino a che per le tristi viceude che intorbidarono l'Europa spatriò dal suolo natio. Dopo molti e fortunosi accideuti si fermò in Milano; ivi rifiutando ogni occupazione politica che gli venisse offerta da quel Governo, si abbandonò ai suoi dolci studii, e quantunque novelle viceude l'obbligassero ad allontanarsene, attendendo alla carica di segretario dell'alto Comitato di Legislazione in Brescia, pure ebbe l'agio di metter mano a varie buoue tragedie, delle quali alcuue vanno a stampa, e furon recitate in Milano ed altri teatri d'Italia sempre con plauso. È degno di notarsi come piacevasi esternare la gratitudine sentita verso le città che lo avevano sempre bene accolto, scrivendo sopra argomenti cbe interessassero o potessero arrecare gloria alle stesse. La Virginia Bresciana, che gli fruttò molto onore e come tragedo e come patriota, fu un omaggio per Brescia, che accordato avevagli cittadinanza. Per Milano diè il Pausania, tragedia piena di allegorie a quell'uomo cbe, ricco di molte virtù, non scevro però di grandi pecche , allora in mezzo alla sua gloria cercava, come quegli della Grecia, impadronirsi dell'Europa tutta. In questo tempo essendosi ancora instituite le scuole di declamazione ad impulso del Salfi, volle egli in tale occasioue dettare uu'opera utile a quell'arte, che trovasi fiuora inedita, e che grandemente venue applaudita dal Botta e dal Talina, cui l'autore davano lettura in Parigi.
Ritornato in Napoli nel 1779, ebbe parte con Pa-gauo, Cirillo, Delfico e Bisceglia, suo concittadino, al governo d'allora, ma bentosto abbandonatolo riparò in Milano, ove gli venue affidata la cattedra di logica e metafisica nel Giunasio di Brera, e poi quella di filosofia della storia, di diplomazia, di diritto pubblico e dell'alta scuola legale col Ro-maguosi e l'Anelli. In quest'epoca dettò l'elogio di Antonio Serra cosentino, primo scrittore di economia pubblica, dal quale si può riconoscere la sua profonda dottrina in siffatta scienza. Caduto nel 1814 il regno d'Italia, e proclamata dal Governo provvisorio l'indipendenza e perciò l'esclusione dei forestieri, Salfi, come il Gioja, il Rasori, il Foscolo, ecc., fu costretto a lasciar Milano. Allora non mancò Napoli di chiamare a sè l'esule figlio, nominandolo professore di cronologia nella regia Università, e nel 14 febbrajo 1815 lesse, dopo si lungo tempo, ai giovani suoi concittadini un dotto discorso BuWinfluenza della storia, mostrando « a quali abusi quei molti si espongono che della ragione non usano in tale studio, e quali vantaggi, all'incontro, può la sola ragione raccoglierne ove sappia opportunamente adoperarlo ». Ma non durò luugameute nel suo incarico, chè per le emergenze politiche di quell'anno ebbe a trasferirsi a Parigi, ove incontrò lieta accoglienza presso il Ginguené, il Tracy, il Constant, il Say ed altri molti, co'quali visse in costante relazione di affettuosa amicizia. Fermata quivi sua stanza, si diè di bel nuovo ai suoi prediletti studii letterari!, e nel 1817 pubblicò l'Analisi della storia greca, e molti dottissimi articoli in giornali letterarii. Collaborò nella Biographie universelle e nella rinomata Revue Encyclopédique. Amaute del vero beue della sua patria, se le circostanze vollero cbe fosse lontano, ed accettasse
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