Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SALIMBENI SIMONDIO - SALINE
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esempio, gli affreschi della chiesa di Sau Bernardino. Auche il ritratto che di lai ammirasi nella galleria di Fireuze è un bel monumento del valore pittorico del Salini beni, e tale da considerarsi fra i più interessanti e fra i couservatissimi di quella famosa collezione dei ritratti di pittori. Poco si riconosce l'autore delle sopra rammentate pitture nel chiostro grande delia Nunziata di Firenze, ove dipiuse quattro storie a fresco, che sebbene abbiano qualche merito, restauo però troppo inferiori a quelle che a competenza condussero il Poccetti ed il Rosselli.
La quautità de' suoi dipinti sparsi per molti luoghi d'Italia attestauo ch'egli nou amò di fissarsi in veruu paese. Egli però fu sempre largamentè ricompensato ed ouorato dovunque, e godè protezione da due porporati, dal cardinale Sforza cioè, che il fece cavaliere dell'Ordine di Cristo, e dal cardinale Bevilacqua, che Io iusigul dello Spron d'Oro, e gi impose il proprio casato, col quale fu d'allora in poi riconosciuto. Vago com'egli era di viaggiare, fu ultiuiameute in Genova con Agostino Tassi paesista, ove colori la camera di casa Adorno, e ove coutribuì anch' esso al miglioramento di quella scuola. Rimpatriatosi, continuò a dipingere per diletto e per compiacere agli amici, finché cessò di vivere nel 1613.11 Salimbeni fu anche valente nell'intaglio in rame, e le sue opere all'acqua forte souo coudotte con un tocco franco e spiritoso.
Vedi Reale Galleria di Firenze illustrata (voi. ii, Fireuze mucccxx).
SALIMBENI Simondio (biogr.). — Figliuolo di Ven tura, uato nel 1597, morto nel 1643, condusse nella chiesa di San Rocco in Siena quattro freschi importanti : La discesa dello Spirito Santo, La morte della Vergine, La Sacra Famiglia, e La disputa di Gesù coi Dottori. La Morte di San Giuseppe nella chiesa di San Pietro di Siena credesi il suo miglior dipinto.
Vedi: Lanzi, Ticozzi, Pistoiesi, Orlandi; e Romagnoli, Cenni storico-artistici di Siena.
SALINA (geogr.). — Uua delle isole Lipari, circondario e provincia di Messina, con 5635 abitanti, e un peniteuziario.
SAL1NAT0RE i Livio) (biogr.). — Console romano, il quale 8coutisse nel 207 prima di Cristo Asdru-bale che veniva in ajuto di Annibale suo fratello. Fu censore, e stabilì un'imposta sul sale, da cui derivò il suo nome.
SALINE (chim., miner. e tecn.). — Chiamansi saline le grandi vasche che si scavano e costruiscono in vicinanza del mare, affine di raccogliervi le acque marine, farle svaporare spontaneamente ed estrarne il sale che contengono. Sono pure detti saline i ^luoghi in cui si hanno dette vasche, e similmente gli altri luoghi in cui si fa l'estrazione del sale marino sia dalle sorgenti salate, sia da miniere sotterranee di sai gemma, tauto per via umida quanto per scavamento diretto del sale in pezzi. Le acque del mare possono contenere la trentesima o la quarantesima parte del loro peso di sale marino; altre ae contengono la sesta o la settima parte. Il sai-marino vi è accompagnato da altri sali, come solfato li soda, solfato di calce, cloruro di magnesio, ecc. Dalle miniere di salgemma bì estrae meccanica-
mente il sale, quando è puro, e si pone in commercio quale proviene dalla miniera (V. Salmarino). Se il sale è impuro bisogn i discioglierlo nell'acqua per lisciviazione, e poi evaporare la dissoluzione salina; questo metodo è usato in Inghilterra, ad Hallein nel paese di Saltzburg, nelle miniere del Tirolo poste in cima ad un'alta montagna, ed in altri luoghi, come a Berchtesgaden ; l'acqua con che si vuole lisciviare la materia salina è introdotta , quando lo permettono le condizioni locali, in gallerie scavate nella massa medesima, abbandonata per più settimane in queste gallerie acciò possa operare la dissoluzione del sale, e poi è condotta per mezzo di appositi canali in grandi cal-daje o bacini evaporatori. L'arte di estrarre il sai-marino dalle acque salate varia secondo la quantità di materia salina contenutavi, e secondo la temperatura del luogo.
Quando le acque contengono 14 a 15 per cento del loro peso di sale, allora torna conto di farle svaporare col mezzo del fuoco, e renderle concentrate in grandi caldaje di ferro. In sul principio dell'evaporazione si fa un deposito di solfato doppio di calce e di soda; questo è tolto e posto in padelle di lamiera distribuite a tal fine luugo gli orli delle caldaje. In capo a qualche tempo, la cristallizzazione del salmarino si manifesta; allora si levano le padelle, si continua l'evaporazione quasi fino a siccità, si estrae il sale e si porta alla stufa per compiere l'essiccazione. L'operazione può essere ripetuta quattordici a quindici volte nella stessa caldaja; ma siccome le pareti si coprono, col replicarla, di una crosta composta per la maggior parte di solfato doppio di calce e di soda, cosi bisogna sospendere il lavoro per toglierla prima d'intraprendere una nuova serie d'operazioni.
L'evaporazione dell'acqua salata è raramente condotta fino a secco, tranne il caso in cui quest'acqua non contenesse altro sale che il cloruro di sodio. D'ordinario si lascia una certa quantità di acqua madre che ritiene i sali deliquescenti, quali sono i cloruri di calcio e di magnesia.
Gli stabilimenti nei quali si concentrano per opera del fuoco e si fanno cristallizzare le acque salate, consistono in una sequela di camere separate tra di loro da tavole di legno, e contengono diversi bacini che diconsi: 1° piccolo bacino; 2° bacino di graduazione; 3° bacino di preparazione ; 4° bacino di cristallizzazione. I bacini sono fatti di lastre di ferro, ad orli rialzati tutto all'intorno da una sponda di legno; e vicino all'ultimo si ha un piano elevato, sul quale si depone il sale che si estrae dal bacino di cristallizzazione.
Quando le acque salate contengono soltanto 2, 3, 4, 5 centesimi di sai marino, allora l'estrazione per mezzo del fuoco riescirebbe troppo dispendiosa. In questo caso si ricorre a due metodi diversi, uno dei quali consiste in un'evaporazione che parte è spontanea, ma eseguita con metodo speciale , e parte si compie per mezzo del fuoco.
Primo processo. — Nei paesi meridionali si estrae il sale dalle acque del mare per evaporazione spontanea, al qual fine s'introducono in vasche, fossi o bacini che dir si vogliano, separati da piccoli argini e convenientemente distribuiti sopra una^.ooQle
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