Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      Il 08
      SALLUSTIO
      ?azioni ingegnose. La gravità, la forza, il fuoco e la velocità che trasportano il lettore gli consentono una fisonomia di maestosa grandezza. Egli stèsso indica nella maniera seguente il disegno della sua storia : Sfatui rrs gestas populi romani carptim; ut quaque memoria digna videbantur perscribere; eo magi8 , quod mihi a spe , metu, partibus, reipublicce animus ìiber erat (Cat., c. v). Gli scritti storici di Sallustio sono grandi quadri che ritraggono i costumi e i caratteri di un'epoca. Lo sguardo che getta sulla condizione politica, il suo talento storico, la maniera vibrata di narrare le cose giovano a rendere le sue opere sommamente commendevoli. Tuttavia la Guerra di Giù-gurta non eccita l'interesse generale quanto la Congiura di Catilina. Noi non abbiam modo di giudicare quanto Sallustio fosse superiore a Siila, L. Lucullo e Sisenna; ma egli ha probabilmente il merito di essere il primo romano che scrisse ciò che chiamasi comunemente istoria. Odiava la nobiltà seuza amare il popolo.
      Le edizioni di Sallustio sono assai numerose. VEditto princeps è quella di Venezia (U70) per Vindelino di Spira, e le principali sono quelle di G. Corte (Lipsia 1724), di Haverkamp (Haag 1742), di F. D. Gerlach (Basilea 1823 31), del Pomba (Torino 1827) e di Kritz (Lipsia 182H-1834). Uu'e* dizione del testo fu pubblicata da Orelli (Zurigo 1840). Kritz pubbliò i Frammenti con l'aggiunta di uno scoperto recentemente a Toledo ed attribuito da Pertz a Livio, da Kreyssig però e da Kritz riconosciuto sallustiano (Lipsia 1853).
      Sallustio fu tradotto in molte liugue: in tedesco da Schltiter, Woltinann, Strombeck, Emesti e altri molti ;iu inglese da Barclay . Stewart, Murphy, ecc.; in francese dai signori Dureau-Delamalle, C. Du llezoir, Damas Hinard, Gomout, ecc.; in italiano: Il Catilinario e il Giugurtino da F. Bartolomeo da San Coucordio (Napoli 18*7); da A. Ortica (Venezia 1531); da M. Dandolo col testo a fronte (ivi 1802); da B. Nardini (Brescia 1808); La Catilinaria da L. Vincenzi (Modena 1805); la stessa e La Giugurtina da G. Trento (Treviso 1836) ; da Vittorio Alfieri, versione concisa e compatta come l'originale (Firenze 1804); Le lettere a C. Cesare sul modo di ordinare la n pubblica da L. Mabil (Brescia 1805); La congiura di Catilina da G. G. Mistrali, col testo a fronte (Parma 1835); Alcuni squarci da Zanobi di J3trata, per cura di S. Ciampi (Pisa 1816), ecc. L'Index editionum Sallustii e VIndex versionum premessi all'edizione di Frot-scher dimostrano il lavoro prodigioso speso intorno alle opere di Sallustio.
      Vedi: Lópell, Zur Bpurtheilung des Sallustius (Breslavia 1818) — Brosses, Histoire de la répu-bhque romaine dans le cours du septième siècle par Salluste (Digione 1777) — Silvestro de Sacy, uel Journal de Débats (Parigi 1*55) — Koos, Einige Bemerhungen uker den moralischen Character des ròmischen Geschichtsschretbers C. Sallustius Cri-spus ^Giess. 1788) — Meierotto. Deproecipuis rerum romanarum auctoribus et quidem de Sallustii mo-ribus (Berlino 1792) — Bregòlini, Vita di C. C. Sallustio scritta in lingua latina di Le Clerc e tradotta nell'italiana favella (Venezia 1802) — Mueller,
      C. Sallustius; Cri spus. nder historisch-kritischr Unter suchung der Nachrichtm van srinem Lben der Urtheile Uber seine Scriften und der Erkldrung der-selben ecc. (Zullicli 1HI7) Dreis, Ueber Sallnsl als Geschichtsschreiber, mit besonderer BtrQcktich-tigung der bei den Einleitungen eu Catilina und Jh-gtirtha (Ittzehoe 1843) — Gerlache, Etudes sur Salluste et sur quelquesuns deprincipaux historim de Vantiquité, considéré8 comme politiques. comme moralistes et comme écrivains, ecc. (Brussella 1847) — Kritz, Commentano de C. Sallustii Cri spi frag-mentis, a Carolo Debrossio in ordinem digestis re-rumque gestarum contexta narratione illustrata (Lipsia 1829>.
      SALLUSTIO (lat, Sallustius o Salustius, gr. ffrto?) {biogr.). — Prefetto del pretorio, secondo Snida (s. v.), sotto l'imperatore Giuliano, è probabilmente quello stesso Sallustio che era console nel 363 del-l'èra nostra. Sallustio era Un pagano, ma secondo la testimonianza di Teodoreto dissuase l'imperatore dal perseguitare i cristiani. Pare fosse amico dell'imperatore Giuliano, che gli dedicò la sua quarta orazione. Imerio altresì gli dedicò uno de'suoi trattati (Foz., Cod. ci xv, p. 108). Questo Sallustio è probabilmente autore di un trattato llcpl 5ewv xal xfojuw, esistente tuttavia. Se ciò è, egli professava le dottrine neo platoniche.
      Ci sono parecchie edizioni di questo trattato incorporato negli Opuscula mythologica di Gales. Av-vene anche un'edizione di Orellio cou la versione di Leone Allacci, le note di Luca Olstenio e Galea ed alcune dello stesso editore. Il trattato fu tradotto in tedesco da J. C. Arnold e G. Schulthess, in francese da Formey e in inglese da T. Taylor (Sch6ll, Geschichte der Griech. Literat., voi. ut, p. 357).
      Un altro Sallustio, filosofo cinico di qualche celebrità, visse nell'ultima parte del quinto secolo d. C. Suo padre Basilide era un siriano ; sua madre Teoclea nativa d'Emesa, ove probabilmente nacque e visse Sallustio durante la prima parte della sua vita. Egli attese da principio allo studio della giurisprudenza e coltivò l'oratoria con molta diligenza sotto Eunojo ad Emesa. Appresso abbandonò i suoi studii forensi, e datosi a fare il sofista, rivolse là sua attenzione segnatamente agli oratori attici, ed imparò a memoria tutte le orazioni di Demostene. Le sue proprie composizioni non furono credute indegne dei grandi modelli che avea tolto ad imitare. Trasferitosi quindi in Alessandria, Sallustio studiò- sotto i migliori maestri di eloquenza, bì diede probabilmente allo studio della filosofia, ed allettato dalla fama della scuola ateniese, si avviò in Atene ed attese alle lezioni di Proclo. Ei lasciò però tosto i neo-platonici e sposò le dottrine dei cinici, cbe propugnò quind'innanzi con grande ardore. Egli assali i filosofi dei tempi suoi con grande veemenza, sentenziò che la filosofia era un'impossibilità, e dissuase i giovani dal ricorrere ad essa (Suida, s. v. 'AtoivóSwpoO. Lasciata Atene, tornò in Alessandria, ove adoperò la sua eloquenza e il suo spirito nello assalire le follie od i vizi de' suoi contemporanei. Secondo Fozio (Cod. ccxlii , p. 342), ei pretendeva di essere dotato di una sorta di divinazione e di poter predire dall'esame dell'occhio
     


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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