Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SALVINI ANTONIO MARTA - SALVOCONDOTTO
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edizioni a Brescia, Colonia, ecc. Lo stile del padre Salmeron è facile, ma diffuso.
. Le sue opere manoscritte erano conservate nelle librerie della Società. 11 p. Ribadeneira pubblicò la Vita del p. Alfonso Salmeron.
SALMI (dal gr. 4>aXj*a, derivato da ^«XXaiv, cantaro coli'accompagnamento d'uno strumento a corde) (ermen. sacr.). — I Latini dissero Psalmi, e noi diciamo Salmi i canti religiosi e nazionali degli Ebrei, contenuti nel Testamento Vecchio (V. Bibbia), la cui raccolta forma un libro chiamato Salterio (^«Xt^ptov, Psalterium), che nel testo ebraico s'intitola Sepher thehilim, cioè Libro degli inni. Gli Ebrei distinguono per lo più il salterio in cinquo libri; e quantunque tale divisione sia stata contrastata da molti, è bene ritenerla, in quanto cho sembra fatta dagli stessi autori che hanno raccolti i salmi, giacché alla fine di ciascun libro si legge la medesima conclusione. Egli è però certo che così gli Ebrei come i cristiani hanno sempre tenuto per un libro solo la raccolta dei salmi nel catalogo dei libri scritturali. Secondo gli Ebrei, il primo libro del salterio finisce al salmo quarantesimo; il secondo al settantesimo; il terzo all'ottantesimot-tavo; il quarto al centesimoquinto ; il quinto al cen cinquantesimo. I quattro primi libri finiscono collo parole amen, amen nell'ebraico; e per^Sa*, fiat nel latino; il quinto con alleluja nell'ebraico e nel la tino. 11 numero dei salmi canonici è sempre stato fissato presso gli Ebrei come presso i cristiani a cencinquanta, perché il cencinquantunesimo che si trova nel greco non è mai passato per canonico. Ma quantunque si vada d'accordo su questo numero di 150, si discute circa la maniera di dividerli. Gii Ebrei fanno due del nono e cominciano il loro decimo colle parole del salmo ix, 22, Ut quid, Domine, recessisti longe? di maniera che dopo questo luogo, Suo al salmo cxm, le citazioni ed i numeri loro sono diversi dai nostri o da quelli dei Greci. Essi avanzano sempre d'un salmo, e quello che ò il diciannovesimo per noi riesce il ventesimo per essi, e così di seguito. 1 protestanti, che seguono la divisioue degli Ebrei, li citano ugualmente ; e questo bisogna ritenere nel leggere i loro libri. Al salmo cxm, In exitu Israel de JEgypto, si scostano ancora di più, perchè lo tagliano in due, e cominciano il cxiv alle parole Non nobis, Domine, non nobis; di maniera che il salmo cxiv dei Greci e dei Latini è per essi il cxvi. Ma poi si riaccostano a noi congiungendo assieme il salmo cxiv, Dilexi quoniam exaudiet, ed il cxv, Credtdi propter quod locutus sum. Per tal maniera non differiscono essi più d'un numero fino al cxlvi, ed allora del cxlvi, Laudate Dominum, quoniam bonus est psal-mus, e del cxlvii Lauda, Jerusalem, Dominum, gli Ebrei non ne fanno che uno, ritornano con noi e continuano a contare come fa la Volgata fino alla fiue del salterio.
Tutti i salmi, eccettuato il xc, non sono più antichi di Bavlde (V.) ; il quale non solamente istituì una scuola di canto, ma compose egli stesso pel culto molti cantici sacri, imitati poi da altri autori. Alcuni di quelli che ne portano il nome, fra cui il lxxi, non sono di lui ; e non gli vennero attribuiti se non perchè imitano la sua maniera. Altripoi sono senza dubbio di epoca meno remota. All'incontro, fra quelli che non hanno nome d'autore ve n'ha parecchi che sembrano appartenere al re profeta pel fondo e per la forma: e la maggior parte di quelli cbe. portano i nomi di Assaph, di Heman e d'Ethan o di Jeduthuu sono del medesimo secolo. D'altra parte, quantunque solamente due salmi, cioè il lxxii ed il cxxvh siano attribuiti a Salomone, egli è certo che più altri sono di questo re od almeno scritti al suo tempo, perchè accennano ad avvedimenti del regno di lui. Alcuni salmi potrebbero poi esaere anche di Samuele. Altri pure furono composti da profeti. La maggior parte dei salmi anonimi non si riferiscono al di là del regno dei successori immediati di Salomone, ossia della schiavitù di Babilonia; ed a questa classe appartengono quelli ohe portano il nome di Corah. In ultimo alcuni furono scritti solamente al tempo de' Maccabei. I salmi di Davide, siano di lui o dei coutemporanei suoi, furono probabilmente raccolti pei primi in uumero di 72.
« David , scrive il Cantù (.Della lett., disc, ed escmp. in appoggio alla Storia Universale), sfida tempo e spazio, perchè nulla concesse a tempi nè a circostanze ; non cantò che Dio, e la verità, immortale come lui. Gerusalemme non disparve per noi; essa è dove noi siamo, e Davide soprattutto ce la rende presente. Leggete e rileggete di continuo i salmi, nou, se a me credete, nelle moderne traduzioni, troppo lontane dalla sorgente, ma nella latina adottata dalla Chiesa. L'ebraismo, sempre visibile più o meno nella Vulgata, colpisce al primo aspetto, giacché i salmi, quali oggi li leggiamo, I benché non tradotti sopra il testo, il furouo sopra ; una versione fedelissima al testo; sicché la difti-. coltà è altrettanta, ma cede ai primi sforzi.... ». I I Salmi sono una vera preparazione evangelica, I in nessun luogo apparendo più visibile lo spirito , della preghiera, che è quello di Dio, e dappertutto , leggendovisi promesso quel che possediamo. Primo , carattere di questi inni è che pregano sempre; , quand'anche il soggetto d'un salmo sembra affatto I accidentale e relativo solo a qualche circostanza della vita del re profeta, sempre il suo genio sfugge all'angusto circolo, sempre generalizza; e tutto vedendo nell'immensa unità della potenza che lo ispira, tutti i pensieri e sentimenti suoi risolvonsi in preghiere; non ha liuea che non appartenga a tutti i tempi e a tutti gli uomini. Non ha bisogno dell'indulgenza che permette l'oscurità all'entusiasmo: eppure quando l'aquila del Cedron spiega , il volo verso le nubi, l'occhio vostro potrà misurare sotto di lui l'immenso campo. Ora penetrato dalla , idea della presenza di Dio, le espressioni più ma-; gnifiche si offrono al suo spirito: € Ove ascoudermi, ove fuggire ai penetranti tuoi sguardi ? s'io chiedo l'ali all'aurora e volo verso i confini dell'oceano, la mano tua stessa mi vi conduce, e v'incontrerò la tua potenza ; se mi lancio nei cieli, eccoti là ; I se m'approfondo negli abissi , ancora vi sei » (Ps. txxxvui). Or getta gli occhi sulla natura, e gl'impeti suoi ci mostrano in qual modo la dobbiamo contemplare: « Signore, tu m'inondasti di gioja collo spettacolo delle opere tue ; io sarò beato cantando le opere delle tue mani. Quanto sono grandit^ooQle
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