Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
iSALOMONE
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Erode, moribondo a Gerico, diede l'ordine atroce di porre a morte tutti i nobili giudei cbe aveva fatto chiudere nell'ippodromo, affiucbè la sua morte eccitasse ad ogni modo passioni e doglianze. Quest'ordine non fu però eseguito. Alla morte di Erode Salome ricevè in dono da lui le città di Jamnia, Azoto e Faselide, oltre una grande quantità di danaro, a cui Augusto aggiunse un palazzo in Asca-Iona, e Gioseffo riferisce cbe l'annua sua entrata ammontava a 60 talenti. Ella mori mentre M. Am-bivio era procuratore della Giudea, vale a dire fra l'anuo 10 e 13 dell'era nostra, lasciando il più dei suoi averi all'imperatrice Livia (Strab., xvi, p. 765; Gioseffo, Ant., xiv, 7, ecc. ; Bell. Jud., i, 8,22, ecc.; Euseb., Hist. Eccl., i, 8).
Una terza Salome era figliuola di Erode il Grande e di Elpide. In giunta a quel che le lasciò il padre, Augusto le diede una ricca dote e la sposò ad uno dei figliuoli di Ferora, fratello di Erode (Gioseffo, Ant., xvii, ecc.).
Finalmente una quarta Salome, figliuola di Ero-diade e di Erode Filippo, figliuolo di Erode il Grande, fu quella giovine donna che tanto piacque per la sua danza ad Erode Antipa, che le accordò, la testa del Precursore. Ella fu maritata due volte, la prima a suo zio Filippo, il tetrarca d'iturea e f di Traconitide, che morì senza figliolanza, e la seconda al suo cugino Aristobolo, figliuolo di Erode re di Calcide (V. Aristobolo VI), da cui ebbe tre figli (Matt., xiv, 3-12; Marc., vi, 17-29; Gioseffo, AntL, xvui, 5, ecc.). La narrazione leggendaria della j morte di lei data da Niceforo nella sua Storia ec- \ clesiasHca (i, 20) è un'invenzione grossolana. iSALOMONE (lat. Salomon, gr. £aXopu>v, ZoXofxwv, j ebr. Scelomò, arabo Suleimaun, ossia Pacifico o ( Perfetto) (stor. sacr.). - Re d'Israele, figlio di Davide e di Betsabea, ad istanza della quale ebbe il trono, ad esclusione del fratello maggiore ; rac- » colse nel suo luugo regno, dal 1015 al 975 av. C., il frutto delle paterne imprese. A fine di raffermarsi sul trono fece mettere a morte il fratello Adonia con alcuni grandi malcontenti, e strinse alleanza con parecchi principi stranieri. Siccome la fama di questo gran re superò a pezza quanto dei più grandi monarchi ne raccontano le storie, cosi stimiamo di dover ridurre ogni discussione biografica ai sei punti seguenti, ciò sono: le dovizie di Salomoue; le grandi opere pubbliche compiute durante il suo regno; l'ordinamento religioso; l'amministrazione; la sua apostasia ed i nemici che insorsero contro di lui ; la sua sapienza. E cominciando dal primo, diremo non essere facile a ridurre, secondo i moderni calcoli, alla precisa loro quantità le strabocchevoli dovizie di Salomone, che passarono da secoli in proverbio. Basterà pertanto avvertire che il danaro preparato da Davide, per la fabbrica del tempio, viene indicato in un passo della Bibbia in 3000 talenti di puro oro (180 bilioni di franchi) e 7000 d'argento (42 milioni di franchi; I Paralip., xxix, 4), mentre in un altro si dice di 100,000 talenti d'oro (6 miliardi di fr.) ed uu milione di argento (altri 6 miliardi in monete di argento; 1 Paralipom., xxu, 14). Simili differenze iucontransi in altre somme registrate per conto di Davide, e quindi dobbiamo iuferire che
oggi è assai difficile stabilirne la numerica esattezza, ma che dov ivano pur essere assai ragguardevoli, e che Salomone si trovò erede d'immensa fortuna. Gioverà meglio indagare le fonti da cui essa provenne, e cosi chiarire in parte ciò che non si può determinare coll'uso dell'aritmetica. Devesi anzi tutto rammentare, che la pace profonda di cui godettero gli Ebrei dopo le splendide vittorie di David, servì a stimolare l'industria. Le tribù trausgiordaniche eransi arricchite di già col saccheggio degli Agareni, ed avevano un ampio territorio, su cui potevansi moltiplicare le loro greggi ed i loro armenti. Le tribù agricole fruivano di un terreno e di un clima in alcuni tratti fecondissimo, ed in tutti compensante le cure per l'irrigazione ; di guisa che in tanta sicurezza di pace null'altro chiedevasi per lo sviluppo delle nazionali risorse, che l'aumento dei mercati per lo spaccio dei varii prodotti. E portavansi all'estero grano, orzo, olio e vino, e senza dubbio anche lane, pelli ed altre materie greggio. Il re aveva certamente vasti teni-meuti e numerose mandre per suo conto, e riceveva inoltre contribuzioni in natura e da' suoi proprii popoli e dai suoi soggiogati ; ed egli poteva sicuramente, chiedere nuovi balzelli. Era Salomone stesso adunque e monarca e negoziante nello stesso tempo; e si può benissimo affermare che nessuno dei mercanti privati avrà voluto gareggiare con un principe che aveva assunto la qualifica di mercante. Per le sue intime relazioni commerciali coi Tirii, era egli nelle più favorevoli circostanze per disporre delle sue merci, che i medesimi ricercavano con avidità, per la scarsezza del loro territorio, che produceva ben poco di materie greggio, di cui essi grandemente abbisognavano. E di materie greggie per le varie fabbriche e manifatture andavauo essi parimente in cerca, e più ancora di que'generi e prodotti che potevano rivendere con profitto; e siccome avevano i mezzi di somministrare altrettanti oggetti di lusso alla Corte di Salomone, così cominciò tantosto un attivissimo scambio. Cedeva a questo per la sua entità, ma gli era superiore in fama il commercio del Mar Bosso, che non sareb-besi prosperamente esercitato senza l'ajuto delle spedizioni dei Tirii e della costoro esperienza. La navigazione per Saba e per i luoghi più in là o dell'Arabia orientale o dell'Africa, ad onta della sua scabrosità, era molto lucrosa per la grande varietà di prodotti tra paesi tanto commercianti.
I soli Egizii avrebbero potuto far da rivali nel commercio marittimo meridionale; ma la navigazione non era tra essi incoraggiata nè dalla religione nè dai loro principii troppo esclusivi, e vi è ragione di credere cbe in cotesto remoto periodo siansi essi astenuti dallo spedire all' estero la propria gente per motivi di commercio. Le merci che provenivano dal mezzodì erano principalmente oro, pietre preziose, droghe, legno di sandalo ed altri legni odorosi, ed avorio; oggetti tutti che si rinvenivano in copia nelle originarie loro contrade, e si rivendevano con grossi guadagni in Europa.
II commercio di transito che si bipartiva così tra Salomone ed i Tirii, era probabilmente la parte più lucrosa del commercio meridionale ed orientale. Non ci è noto per nulla quanta parte di esso fosset^ooQle
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