Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SALVATORE — SALVERXE lANNA GIUSEPPE EUSEBIO BACONNIÈRE)
cus di Latreille), numerosissimo di specie, distinto da otto occhi; mascelle diritte, longitudinali, allungate e rotondate all'estremità ; labbro ovale, ottusi88imo o tronco ; piedi idonei al salto ed alla corsa. È genere naturalissimo, per modo che fu stabilito ed ammesso in quasi tutti gli scritti dei zoologi che trattarono degli aracnidi. Aristotele (Hist. animaiix, 39) ne distinse più specie. — Lister chiamò i saltigradi ragni falangisti o ragni-pulci, e Clerik ragni saltatori. Geoftroy istituì con essi e colle licose di Latreille una famiglia particolare. De Géer ed Olivier formarono con essi la famiglia dei falangisti. Fabricio unì nella mede sima sezione i citigradi ed i saltigradi. Scopoli formò col genere saltico un gruppo cui denominò ragni-viaggiatori, distinguendoli in saltatori e vibrati. E. Walckenaer divise esso genere in tre famiglie, dei saltatori, dei volteggiatori e dei pigri; la prima di esse è ripartita nelle due sezioni dei corti e degli allungati.
SALTIMBANCO (usi e cosi). — Vocabolo derivato da salta in banco, come cantambanco, che vale lo stesso, deriva da canta in banco, così detto dai lazzi e dai gesti che fanno i saltimbanchi; è sinonimo di ciarlatano e di giocoliere ; è colui che nelle piazze pubbliche o con giuochi di destrezza o di forza, o estraendo denti, o spacciando cerotti e specifici, o cantando novelle e storie, o strologando, o in qualsiasi altra maniera intrattiene e diverte il popolo. In questo novero verrebbero anche gli alcidi, i buffoni, i prestigiatori, i pagliacci, i funamboli, i callisti, ecc. ecc., i quali mercè chiac-chere o promesse ampollose cercano attrarre la curiosità altrui e guadagnar moneta. E per questo appuuto tutti costoro, di qualuuque classe essi sieno, dicousi ciarlatani, e ciarlatanismo la professione loro, perchè solo ciarlando possono acquistar fede dai creduli. Comunque sia è scopo di tutti i saltimbanchi e ciarlatani vivere di fiuezza, j d'astuzia, e spesso di furberia alle spalle dei gonzi e degl'iguoranti.
Se dovessimo riguardare all'origine del ciarlatanismo, vedremmo ch'essa coincide quasi con quella del mondo, perchè, relativamente, gli uomini sono quasi tutti più o meno ciarlatani, e cercano quasi tutti di farsi stimare più di quello che sono. Non è tanto rara cosa vedere gli uomini esagerare le proprie forze, i proprii talenti, far valere oltre misura gli atti loro, le loro produzioni, profittare della semplicità d'alcuni per imporre ad essi. Non v'ha scieuza, non v'ha arte che allato ad uomiui rispettabili, a persoue probe e degue di stima non abbia pure i suoi ciarlatani; i quali quanto più si sbracciano ad esaltare se stessi, tanto meno valgono nella scienza o nell'arte da loro coltivata. I venditori di specifici, i callisti e i dentisti girovaghi e i venditori di elisir e cerotti dicousi propriamente ciarlatani. Il vocabolo poi saltimbanchi si applica specialmente a denotare tutta l'altra frotta di parabolani accennati in principio dell'articolo, che a furia di chiacchiere e di favole intertengono il popolo minuto.
SALTIMPALO (ornit.). - Uccello della famiglia delle silvie (Sylvia rubicola), i cui caratteri sono: nel maschio adulto, in estate, testa, gola, dorso e piccole copritrici delle ali totalmente nere, ma cia-
scuna penna finissimamente orlata di bruno rossastro ; gran macchia bianca sui lati del collo, sulla parte superiore delle ali e sul groppone ; petto di un rosso intenso; ali brune, orlate di bruno più tacente; base di tutte le remiganti bianca, il rimanente di un bruno nerognolo; lunghezza di circa un decimetro. Quest'uccello, che in Italia si chiama pure sallinpunta, saltabastone, fornajolo, tornpa• cardi, abita la Russia, Germania, Francia, Provenza, Italia, Smirne, Giappone, Deccan, sponde del Gange, giogaje dell'ludostan Superiore, Senegal e Africa meridionale. È questa una specie di silvieFig 5832 — Saltimpalo.
assai comuue, che abita nelle nostre pianure. Nei luoghi coperti di cespugli, lungo le siepi, sol margine dei paduli, ecc. se ne trova quasi sempre gran quantità. È stazionaria; salvochè al tempo del maggior caldo d'estate e d'autunno 8i ritraggono corno-nemeute dalle pianure ai luoghi più freschi dei monti. Ha, si può dire, le stesse abitudini dello Stiaccino (V.), salvochè esso ama più i luoghi mac-chiosi e palustri. Fabbrica il nido sulla lerra, fra l'erba alta, comunemente sui cigli delle fosse. La prima covata la fa in pianura, le altre sui monti. Il nido è costrutto esternamente con un grosso strato di borracina e fieno ; e nell'interno con paglia delicata, crini e lana. *Le uova sono comunemente in numero di sei, rifondate, di color verdastro, colla parte più grossa coperta di uua gran quantità di piccoli punti rosso-mattone. Quando i giovani sodo schiusi dall'uovo, il che avviene intorno alla metà di maggio, i vecchi diventano molto arditi; fannot^ooQle
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