Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

Pagina (315/463)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      1132
      SALVATORE — SALVERXE lANNA GIUSEPPE EUSEBIO BACONNIÈRE)
      nome di Igea, dal quale si fece igiene, ch'è l'arte di conservare la salute. Essi che prestavano culto a tutte le cose utili, non potevano dispensarsi dal-l'erigere altari alla Salute, che era certamente, per loro come per noi, il più prezioso di tutti i beni. Rappresentavasi sotto forma di giovine niufa cogli occhi vivi e ridenti, con fresca o vermiglia carnagione, di Bvelta natura, ricca di carne, ma non carica dobesità, portando nella destra un gallo e coll'altra una verga circondata da un serpente, emblemi della vigilanza e della prudenza. Aveva templi ne' quali si offerivano sacrifizi, e fra i quali quello di Epidauro aveva maggior fama. Presso i Romani la Salute era uua donna seduta bu d'un trouo, che teneva con una mano uua coppa cui poneva su d'un altare, al quale stava attortigliandosi un serpente. Aveva essa un tempio presso il monte Quirinale, ed erano a lei dedicate feste speciali.
      Sanno tutti come il corpo umano è composto d'una moltitudine di organi che adempiono tutti differenti funzioni; dalla regolare esecuzione di tali funzioni e dall'armonia che regua fra tutte le parti del nostro organismo risulta la pienezza della vita, la salute propriamente detta. Ma cotanto numerosi e disparati elementi, meccanismi si complicati e continuamente in funzione far potrebbero riguardare la salute come rara a trovarsi e difficile a conservarsi, se la quotidiana osservazione non dimostrasse una conservatrice tendenza ad un consenso perfetto cbe presiede all'azione della macchina organizzata. Inoltre non è la salute coufiuata entro limiti talmeute ristretti da poter essere disordinata o sospesa dalle più lievi modificazioni degli organi, o relativamente ad essi medesimi, o per riguardo alla loro coordinata esistenza. Quantunque non possa ammettersi, come un'eutità distinta, quell'iguoto principio conservatore, da cui gli antichi ripetevano la potenza dell'organismo di rimuovere da sè le cause perturbatrici e ristabilire l'armonia delle funzioni; tuttavia è certo che le forze stesse dell'organismo valgono a questo scopo e per naturai loro legge si oppongono entro certi limiti alle cause morbitiche, e ne distruggono gli effetti. Avvi ben anche degli esseri privilegiati, che godono sanità perfetta, e la conservano tale anche in onta all'abuso delle organiche loro facoltà. Nondimeno, è forza dirlo, siffatto stato di salute assolutamente intatta è molto raro, e nel maggior numero dei casi, in luogo di tale perfezione, a cosi dire ideale, in cui tutte le funzioni esegui8couBi colla massima perfezione, non esiste cbe un'esecuzione sufficiente per assicurare una salute mezzana. Qual è infatti la persona apparentemente più sana e robusta, nella quale una vigorosa investigazione di tutte le parti dell'organismo scoprir non faccia alcun che di difettoso?
      La salute ha degli attributi generali derivanti dal complesso dell'organizzazione, proprii a ciascun individuo e speciali per ciascun grande sistema di organi. Così l'uomo sano presenta una tinta più o meno animata, una carnagione fresca, una cute pieghevole e viva, una fisionomia su cui dipingesi il fisico riposo, un diritto portamento, una stazione franca, un andamento sicuro e facile. Ei s'occupasenza sforzo nei giornalieri lavori e li sopporta senza fatica; gli è grata la veglia e riparatore il riposo. Viene in conseguenza il regolare esercizio di ciascuna delle sue funzioni ; l'appetito è buono, facile la digestione, le escrezioni proporzionali, ampia la respirazione, la circolazione regolare, l'attitudine intellettuale in armonia col grado di cultura della sua mente. Osservasi nondimeno» che non sempre vedesi brillare cosi corretti lineamenti, e che un tale, per esempio, di colorito inanimato potrà godere di salute eccellente, mentre un altro, impastato, a cosi dire, di vermiglione, nou presenterà che un'iugannatrice apparenza. Ma queste sono varietà individuali che non falsano in conto alcuno i caratteri generali della Balute quali di sopra li esponemmo, e quali realmente si verificano nel maggior numero dei casi. Di più l'uomo sano è in generale tranquillo, giulivo, contento, difficilmeute irritato, facile a consolarsi, animato da passioni dolci, di benevolo e generoso carattere, buon amico, buon marito, buon padre, buon figlio; ma per isventura è questo un bene cui gode, può dirsi, seuza calcolarlo, appunto come del tranquillo ben essere non sogliono conoscere il prezzo che dopo d'averlo perduto. Invece il valetudinario è sgarbato, stizzoso, taciturno; le sue passioui sono tristi e talvolta astiose; la famiglia gli riesce so-veute di peso, gli amici gli dàuuo fastidio ; ovunque
      10 segue quel nero umore che gli fa amare la meditazione od anche il vaneggiamento, che gli fa fuggire la società, e lo dispone alle affezioui maniache o nervose; bene spesso pur troppo siamo ingiusti, accagionando a vizi del cuore ciò che non è cbe il prodotto d'un ammalato organismo; e spesso pure commettonsi delitti sotto l'influenza d'un più o meno grave stato morboso; considerazioni però che non devono impedire in conto alcuno
      11 corso dell'umana giustizia contro gl'infetti membri della società.
      Nell'accurata osservanza delle regole igieniche trovansi i mezzi acconci a conservare la salute; una vita semplice ed anche frugale, un moderato lavoro, l'abitare in luogo sano, vestimenta adatte alle varie stagioni, ecc. sono le condizioni più op portone pel mantenimento di tale felice stato; che se vien esso turbato profondamente, l'uomo passa allora nella giurisdizione della patologia, e può chiamarsi felice se la medicina, alle cui cure deve in tal caso abbandonarsi, ha sufficiente potenza contro il male da cui è affetto.
      SALUTO (usi e costumi). — Azione di salutare, di desiderare cioè altrui ogni guisa di prosperità. E come nulla varrebbero tutte le prosperità umane, se la salute venisse a mancare, cosi il saluto in origine fu un augurio di salute fatto altrui (come anche lo indica l'etimologia del vocabolo); ma in seguito sotto questo nome si compresero quanti altri beni, oltre la salute, può goder l'uomo sulla terra. 11 saluto è, o dovrebbe essere, prova di rispetto, d'amore, d'amicizia, d'affetto o di benevolenza, ed ò atto che un uomo rende all'altro nelle visite o incontrandosi per istrada: atto di tanta necessità nello stato presente del mondo, che presso i popoli colti si taccia di villano o scortese chi non lo dà o non lo rende, e ne' barbarit^ooQle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

Pagina (315/463)






Igea Salute Bvelta Epidauro Romani Salute Quirinale Balute Qle