Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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Francesco, nipote del precedente, sali nel 1474 alla sede episcopale di Pisa, successore d'un Medici, ed eletto da Sisto IV che odiava quella famiglia. Era un uomo altiero, scostumato e divorato dall'ambizione. « Quand'auco si ammettesse, osserva Boscoe , cbe tutto ciò che dice Poliziano dei vizi e del carattere odioso di questo personaggio è esagerato, rimarrebbe sempre vero ch'ei nou possedeva alcune delle virtù che avrebbero potuto renderlo degno di esercitare un officio cosi augusto qual si è quello d'arcivescovo ». Quando i Pazzi tramarono la celebre congiura contro i Medici, Salviati s'iudettò con essi, e mentre veniva assassinato Giuliano, teutò con una trentina di congiurati impadronirsi dei magistrati ; ma veuu-togli manco il coraggio, fu arrestato dal goufalo-niere Petrucci e impiccato il giorno stesso (26 aprile 1478) ad una delle fiuestre di Palazzo Vec- , cbio senza lasciargli svestire gli abiti sacri. Nei ! suoi ultimi momeuti ei diede, secondo il Poliziano, uno strano esempio di ferocia ; essendo sospeso presso Francesco Pazzi, addeutò le nude sue carni, ; e la stessa agonia nou gli potè far disserrare i deuti. Suo fratello Jacopo e uno dei suoi cugini condivisero la miserauda sua sorte.
Jacopo, capo del ramo principale della famiglia Salviati e cugiuo del precedente, nato verso il 1460, i era figliuolo di Francesco Salviati e di Maddalena ; de'Goudi. Nel 14&6 sposò lucrezia de'Medici, so- j rella di Leon X e prozia di Caterina de' Medici 1 regiua di Francia. Il suo carattere elevato e le sue brillanti qualità lo rendevano degno di così alto j favore. Dopo la morte di suo suocero, Lorenzo, nel 1492, fu costretto a ritirarsi a Kouia, ove dimorò parecchi anni. Nel 15.4 fu eletto gonfaloniere di Firenze. Lasciò sei figliuoli, fra gli altri Giovanni 1 e Bernardo (V.), ameudue cardinali, e Maria, la quale, sposata a Giovanni delle Bande Nere, di- , venne madre di Cosimo il Grande.
Un altro de'suoi tigl.uoli, Alamanno, continuò , la posterità e fu bisavolo di Jacopo, morto nel 1598 in età di settaut'anui. Quest'ultimo era stato creato nel 1627 duca di Juliauo da Urbano Vili, titolo che si perpetuò in quel ramo fino alla morte di Antonio Maria, avvenuta nel 1704. Aveva sposato una figliuola del principe di Massa, Veronica Cibo, la quale dicesi facesse mozzar la testa ad una druda del marito inviandogliela in un piatto.
Giovanni, cardinale, figlio del precedente, nato il 24 marzo 1490 a Firenze, morto a Ravenna il 28 ottobre 1553, era protonotario apostolico quando Leon X suo zio lo nominò , nel 1517 , cardinale, quindi amministratore della chiesa di Fermo, di dove passò, nel 1520, al vescovato di Ferrara. Clemente VII, buo cugiuo, lo incaricò di sedare i torbidi di Parma e Piacenza, e l'inviò nel 1526 presso Carlo V a Madrid per sollecitare da questo principe la liberazione di Francesco 1 e il richiamo delle truppe imperiali che avevano invaso gli Stati della Chiesa. Non essendo venuto fatto a Salviati impedire il sacco di Roma pel conestabile di Bor-boue, andò ad implorare il soccorso del re di Francia in favore del capo della Chiesa. Per mezzo di lui fu firmato, il 29 maggio 1527, fra Clemente VII, Francesco l ed Enrico Vili il trattato della Santa
Lega, e fu egli che negoziò fra mille ostacoli la pace di Carlo V con la Santa Sede (1529). Egli amministrò successivamente le diocesi di Volterra (1530), di Sauta Severina (1532), di Bitetto ( 1532-1539), e France co I, che gii aveva già dato il vescovato d'Oléron, gli diede anche quello di Saint-Papoul e molte ricche abbazie. Paolo HI lo fece nel 1543 vescovo d'Albano e di Sabina, e nel 1546 di Porto. Alla morte di questo pontefice nel 1546 doveva salire sul trono papale, ma Carlo V, che conosceva le sue simpatie per la Francia, s'oppose alla sua elezione. Salviati aveva il gusto delle arti proprio alla sua famiglia, e si era fatto costrurre sul disegno di Bramante, appiè del Giauicolo, uno splendido palazzo sempre aperto ai dotti e agli artisti.
Bernardo , cardinale , fratello del precedente , nato nel 1492 a Firenze, morto a Roma il 6 maggio 1568, fu da principio cavaliere di San Giovauni di Gerusalemme, prese parte a varie spedizioni contro i corsari barbareschi, e giunse al grado di generale delle galee. Egli teutò una spedizione contro il Peloponneso quando l'isola di Rodi cadde in potere di Solimano, rovinò Tripoli, distrusse i forti che fiaucheggiavano il canale di Fagiera, assediò e prese Corone e Modone in Morea, devastò l'isola di Scio, ed il suo nome divenne il terrore degli Ottomani. Inviato a Barcellona presso Carlo V, con Filippo Strozzi e Lorenzo Ridoifi, perorò invano per la libertà della sua patria dalle rivoluzioni. TrasferitoBi alla Corte di Francia, segui il consiglio di Caterina de'Medici e vesti l'abito ecclesiastico. La regiua lo nomiuòsno primo limosiniere, e Salviati, dopo il ritiro di suo fratello Giovanni, divenne, il 9 giugno 1549, vescovo di Saint Papoul. Ad istanza di Caterina de' Medici, Pio IV lo nominò nel 1561 cardinale e vescovo di Clermont.
Antonio Maria, cardinale, nipote dei precedenti, nato nel 1507, morto il 28 aprile 1602 a Roma, fu allevato nelle lettere e si addentrò a fondo nella scienza del diritto. Nel 1561 divenne vescovo di St-Papoul in Linguadoca, sede già occupata, come vedemmo, da' suoi zii ; ma tornando dal Concilio di Trento la depose nelle mani di Pio IV, che l'inviò due volte ambasciatore alla Corte di Francia. Gregorio XIII l'adoperò altresì con successo e lo insignì della porpora il 23 dicembre 1583. Appresso divenne legato a Bologna e poi prefetto dell'una e l'altra segnatura. A cagione delle sue virtù fu soprannomi nato il gran cardinale Salviati.
Leonardo, filologo celebre, nato a Firenze nel 1540, studiò sotto Benedetto Varchi, facendo tali progressi, che in età di ventisei anni fu creduto idoneo a presiedere all'Accademia fiorentina, della quale divenne uno dei più fermi sostegni, e da'suoi con fratelli fu spesso scelto interprete dei loro sentimenti in solenni occasioni, essendo stata la voce di lui che udissi ai funerali del citato Varchi, nel-l'incoronazione del grauduca Cosimo 1, nella sua morte. Con tali componimenti acquistossi fama di oratore, mentre non meritava realmeute che quella di cianciatore: basti rammentare che Beppe com-I porre ben cinque Lezioni o discorsi sopra un so-, netto del Petrarca, e parlò tre giorni successivi ' sulle virtù di don Garzia de' Medici, morto in età
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