Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SAMARIAMaracanda ed era la capitale della provincia detta Sogdiana. Fu, dicesi, devastata da Alessandro. Nel medio evo gli Arabi addentraronsi al nord fino a Marcanda. Nel 1220 fu presa da Gengis Khan al sultano Mebemet, e divenne sotto Tamerlano la capitale d'uuo de'più vasti imperi del mondo. Il gran conquistatore fermò colà la sua sede e la rese il centro della più alta civiltà, introducendovi le scienze e le arti di tutta l'Asia. Samarcanda fioriva per l'immenso commercio che faceva con la Russia, la Turchia, la Cina e l'India. Dopo la sua riunione alla Buccaria pel khan Abdullah nell'ultima metà del xvi secolo, la sua floridezza, già decadente, disparve grado a grado con la sua indipendenza, e oggidì a mala pena rinvengonsi le vestigia dei palazzi, di cui gli storici arabi ci hanno tramandato descrizioni maravigliose. Al tempo della conquista fu ancora capitale della Buccaria, ma questo titolo stesso gli fu tolto per darlo a Buccara.
Visitò Buccara e Samarcanda un ungherese, Ar-minio Vamberg, membro dell'Accademia di Pesth, travestito da dervis, e pubblicò la relazione interessantissima del suo viaggio pericoloso sotto il titolo di Travels in Centrai Asia being the account of a Journey from Teheran across the Turkoman JDfsert on the Eastern Shore of the Caspian to Khiva, Bokhara and Samarcanda performed in the year 1863 < Londra 1804, Murray).
SAMARIA (lat. Samaria e poi Sebaste; gr. Sajxa-peia, 2e[/.tjpa)V, 2f,juxpewv, 2o{xdpwv, 2efìotTrr, ; ebr. Scio-meron; cald. Sciamerin) (geogr. e stor. ant.). — Città capitale del regno d'Israele e residenza reale dal tempo di Amri od Omri, re d'Israele (929-917 av. Cr.). Costui da comandante in capo delle milizie, venne acclamato re sul campo di battaglia davanti a Gebbeton, città dei Filistei assediata dagli Israeliti ; si liberò del rivale Zambri, e consolidato il ouo trono nel 925 av. Cr., comperò il monte di Samaria da Somer o Semer per due talenti di argento (12,000 franchi), e vi edificò la nuova capitale del regno imponendole lo stesso nome di Samaria, in memoria del venditore del luogo. Giovi però avvertire che il vocabolo ebraico Sciomeron significa vedetta, altura di osservazione, specola, e ben si addice a Saiparia, sorgendo sopra un monte posto nel centro di una valle bacini-forme, circa 10 chilometri al N. 0. di Sichem, la primitiva capitale del regno d'Israele (III Regxvi, 15, 24). Nove secoli più tardi Erode seppe apprezzare la posizione di cotesta città e munirla di uqa fortezza che dominasse le vicine contrade ; ed anche oggidì i viaggiatori non cessano di ammirare l'eccellenza del luogo, qualità che non isfuggl nè ad Omri, nè al lontano suo successore idumeo «Joseph., B. J., i, 21, § 2; Antiq., xv, 8, § 5). Dall'epoca della compera di Omri, Samaria conservò il suo grado di capitale delle dieci tribù. Acabbo, suo immediato successore, inalzò in essa un tempio al dio Baal, e per questa circostanza una parte della città, munita forse di una separata muraglia, fu chiamata la città della casa di Baal. Dev'essere stata Samaria una piazza molto fortificata, perchè i Siriani vi avevano posto l'assedio per ben due volte, nel 901 e nell'892 av. Cr., e sempre indarno.
Noova Encicl. Ital. VoLGli è vero che nel secondo assedio fu prodigiosamente liberata, ma dopoché gli abitanti avevano sofferto orribili patimenti, per fame, durante la prolungata resistenza. Il padrone e possessore di Samaria veniva considerato re d'Israele di fatto, ed i guai e malori profetati alla nazione venivano diretti nominativamente alla città. Venne questa espugnata nel 721 av. Cr., dopo tre anni di assedio, da Salmanasare re di Assiria, e così ebbe fige il regno d'Israele (III Reg., xvi, 32,33 ; xx, 1 ; IV Reg.t vi, 24; vii, 20, x, 25; xv, 13, 14; xvm, 9, 10; Is., vii, 9). Ma pochi anni più tardi, il territorio di cui Samaria era il centro, fu ripopolato da Asa-raddone od Esaraddone, successore di Senache-ribbo sul trono dell'Assiria (707-667 av. Cr.), sebbene non si abbia particolare contezza della città se non se tre secoli posteriormente, ai tempi di Alessandro Magno re di Macedonia (335-323 av. Cr.). Cotesto insaziabile conquistatore s'impadronì della città, che erasi alquanto ristaurata, a quanto sembra (Euseb., Chron. ad ann. Abr. 1684), uccise un gran numero di abitanti, e concesse ai superstiti di ricoverarsi in Sichem (V.). Sostituì ai trucidati ed espulsi una colonia di Siro-Macedoni, e lasciò che l'attiguo territorio, ch'era appunto la regione Samaritana (SipapeÌTtc ytópa). venisse abitata dagli Ebrei. Si mantennero i Siro Macedoni nella conquistata città fino ai tempi di Giovanni Ircano I, re della dinastia maccabea (136-107 av. Cr.), il quale la espugnò nel 109 av. Cr., sebbene fosse allora, giusta la testimonianza di Giuseppe Flavio, città muniti8sima (itoli; ó^upunàni). Il prode Ircano se ne impodestò intersecando a forza di trincee il monte su cui era posta, introducendovi le naturali correnti di acqua, e demolendola cosi dopo un anno di assedio; e tutto ciò per vendicare gli oltraggi che gli abitanti della vicina Marissa, coloni ed alleati degli Ebrei, avevano sofferto da quelli di Samaria (Joseph., c. Ap., li, 4; Antiq., xni, 10, §2; Prideaux, Conn. 109 av. Cr., nota).
Caduta per tal guisa la possente città, fu occupata dagli Ebrei in que' tratti che ancor ne rimasero, od almeno noi ve li riscontriamo ai tempi di Alessandro Janneo, re maccabeo (106-79 av. Cr.), e fino all'epoca in cui Pompeo la restituì ai discendenti degli originarli Buoi abitanti. Cotesti primitivi abitanti (obofrope;, persone di casa) erano forse i Siro-Macedoni, ma gli è più probabile che fossero propriamente gli antichi Samaritani discacciati dai coloni del Magno Alessandro. Sotto la direzione del romano Gabiuio, tanto Samaria, quanto le altre smantellate città, vennero tutte rialzate, ma il ri-stauro più effettivo di essa fu opera di Erode il Graude, re della Giudea (40 av. Cr.-l d. Cr.), perchè gli era stata regalata da Augusto alla morte di Antonio e Cleopatra. Il re vassallo del romano Impero appellò in segno di gratitudine la riedificata città col titolo di Sebaste ossia Augusta)
dal nome del suo siguore. Il inuro cbe la cingeva aveva la luughezza di 4 chilom., e nel mezzo, in un ricinto della larghezza di 270 metri, sorgeva un magnifico tempio in onore di Augusto. Venne popolata da 6000 veterani ed altri, al cui sostentamento fu destinato uno dei più belli e ricchi distretti attigui alla città. Erode ebbe primiera mente XIX. 73
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