Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SAMBUCO
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a rami eretti, cilindrici, pieni di midolla bruna; foglie composte di tre o cinque foglioline obluughe, acuminate; pannocchia ovata, inchinata, coi pedicelli brevissimi ; fioritura quasi contemporanea alla fogliazione; fiori verdicci, quasi inodori; drupa di colore scarlatto. Nasce uei boschi delle montagne di quasi tutta l'Europa; fiorisce in aprile e maggio, e viene coltivata nei boschetti di delizia per i suoi copiosi grappoli di frutti d'un bel rosso, che durano per tutta la state e parte dell'autunno, ma che non sono mangerecci. In alcuni luoghi, dovo abbonda, ricavasi dai suoi semi un olio buono per far lume. Nel Palatinato trovasi una varietà a foglioline laciniate.
Sambuco comune (sambucus migra L.). — Cespuglio o meglio albero alto sino a nove metri, col tronco obliquo o tortuoso, a corteccia bigiastra, sugherosa, screpolata sui vecchi tronchi; giovaniFig. 5840. — Sambuco comune.
rami punteggiati, ricchi di midolla biauca; foglie composte di tre a sette foglioline ovato-lanceolate, seghettate; corimbi concavi; frutti nericci, talora bianchi o verdi. Questa specie trovasi in tutta l'Europa ed in Siberia. Nei giardini coltivasi una varietà a foglioline laciniate (sambucus laciniosa Miller). Il legno dei vecchi tronchi di sambuco è durissimo, tenace, gialliccio e conveniente, quasi al paro del legno di bosso, per lavori di tornio, purché sia affatto secco. Però quest'arbusto viene più spesso adoperato per formar siepi, le quali crescono rapidamente (purché il terreno non sia affatto arido o paludoso), sussistono più d'un secolo e sono rispettate dagli' animali a motivo del- , l'odore ingrato delle foglie; vuoisi avvertire però , di surrogare le piante che venissero a perire, non j già con altri piedi di sambuco, ma con altre sorta , di alberi, come acero, carpino, ecc. Si moltiplica ì il sambuco per semi, per sortite, per radici, ma , più spesso per talee, cbe formansi in autunno: a iquest'uopo si prendono rami dell'annata muniti di un pezzo di legno di due anni, cbe piantansi alla profondità di cinque a sei decimetri e che l'anno seguente fanno delle produzioni lunghe sino ad un metro e mezzo.
Tutte le parti del sambuco godono di qualche proprietà economica: la decozione delle foglie e corteccia interna, che riesce d'odore grave e nauseoso, è un mezzo efficace per iscacciare i pidocchi, le formiche ed in generale gl'insetti che danneggiano le foglie degli alberi e per preservare il bestiame dalle molestie delle mosche, e vuoisi che il solo odore di cotesto foglie sia valevole a scacciare le cimici tanto infeste agli appartamenti. I fiori si adoperano in alcune parti di Francia per aromatizzare l'aceto, che prende perciò il nome di vinaigre surat, ed a comunicare al vino bianco un certo sapore di moscato. Le bacche, di sapore dolcigno, fermentate con qualche dose di zucchero, danno uu liquore vinoso assai gradevole, e nel paese dei Grigioni preparansi con questi frutti confetti e conserve di squisito sapore; finalmente i frutti medesimi e la corteccia seconda servono per diverse tinture.
11 sambuco tiene un luogo importante nella medicina: i fiori freschi spargono odore penetrante, poco gradevole, che diminuisce quaudo sono stati essiccati, ed in questo stato sono usati comunemente, in infusione, come rimedio sudorifico; esternamente, ridotti in cataplasma, si adoperano per rimedio emolliente e risolvente; la seconda corteccia dei giovani rami possiede virtù emetica, purgante e diuretica molto utile in certe idropisie, croniche, ed a quest'uopo la si adopera infusa nel vino bianco o nell'aceto. I frutti servono alla preparazione del così detto roob di sambuco, il quale alla dose di 6 ad 8 milligrammi esercita un'azione diaforetica, lodata principalmente contro la sifilide e il reumatismo cronico, mentre a maggior dose agisce come purgativo. Le foglie esercitano internamente un'azione analoga a quella della corteccia, dei fiori, dei frutti, cioè purgativa, diuretica, diaforetica, del pari variabile, secondo la dose, e più spesso vengono adoperate esternamente, ridotte in cataplasma, come rimedio risolvente ed aperitivo.
Sambuco ebulo (sambucus ebulus L.). — Erba perenne, che produce molti fusti, i quali nei terreni fertili giungono all'altezza di un metro e più, eretti, angolosi, solcati, verdi, fogliosi, verrucosi, semplici o ramificati alla sommità, pieni di midolla bianca; foglie composte di cinque a nove foglioline oblunghe od oblungo-Ianceolate, acuminate, denticolate; stipole non caduche, cuoriformi od ovali, fogliacee; cime sessili o brevemente peduncolate, bratteolate , quasi piane, a tre raggi dicotomi o tricotomi; fiori tutti ermafroditi, d'un bianco cai-neo, che compariscono in luglio ed agosto; frutti nericci. Questa specie, detta volgarmente lebio o ebbio, è comune in Europa nei terreni fertili, dove si moltiplica infinitamente per mezzo delle sue radici striscianti e difficili ad estirparsi ; esala odore assai forte e spiacevole, per cui tutti gli animali la rifiutano; possiede in tutte le sue parti le medesime proprietà della specie precedente, anzi iut^ooQle
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