Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SÀNGUE
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per appoggiare questo concetto. Il dominio delle teorie solidiste ha dovuto, dopo i progressi di questa scienza, dar luogo di nuovo alle dottrine dell'umorismo.
Siccome gli elementi del sangue , secondo una ¦giusta riflessione di Virchow, hanno una vita transitoria, che viene del contiuuo ricostituita da'uuovi elementi che gli pervengono di fuori, e specialmente dui sistema linfatico, non può essere dubbio che lo sbilancio delle funzioni vegetative ed animali debba avere una grande infiueuza sulla integrità della sua composizione. Senza di ciò si avrebbe la conseguenza , che viziati una volta quegli elementi, trasmetterebbero in eredità la stessa viziatura ai futuri, di cui il sangue stesso sarebbe, a seconda dei seguaci della vita propria di questo fluido, il solo governatore. — Vemite, 0 infiammazione del sangue proclamata da Pioruy, nou è perciò sostenuta da nessun ragionevole e solido fondamento.
L'infiammazione, questo processo morboso più comune e più patente del corpo umano , presenta nella stessa coteuna un'evidente prova della sconcertata crasi sanguigna. Perchè il sangue che dà cotenna è in ogui caso meno ricco di principii solidi, e più ridondante di acqua. Lo sviluppo della fibrina, che ne forma l'essenza principale, si lega sempre ad uno dei due seguenti ordini di alterazione funzionale, cioè a quello della respirazione od a quello della produzione linfatica. Quiudi l't-perinosi, che può essere uno stato temporario, non è mai disgiunta da uua leucocitosi, che può essere anch'essa passaggera, e che tuttavia il sangue stesso rivela colla deposizione d'uu numero maggiore di globuli bianchi uel suo crassamento.
Dato che sia giusto ed incontrovertibile il principio proclamato da Virchow, che nessuua discrasia durevole sia possibile nell'organismo senza che precedano dei focolari collocati al di fuori del sangue che ne alterino la composizione, e che convenga sempre cercarne l'origiue nelle lesioni locali, si avrebbero tre modi di alterazione : 1° Quello cioè d'una incapacità del sangue nell'adempiere le sue fuuzioui in seguito alla penetrazione di certe sostanze nocive nei suoi elemeuti cellulari ; 2° Quello d'uu miscuglio di materiale procedente da uu punto determinato, e trasportato da lui sovra altri orgaui, con danno della loro costituzioue ; 3° Quello d'una deficienza ed irregolarità nella composizione 0 riparazione de'suoi principii costituenti.
Siccome il saugue racchiude in istato di soluzione reciproca tutti i principii immediati che formano gli umori ed i tessuti del corpo, ne viene una solidarietà completa e necessaria fra queste parti ed il saugue. Più adunque che uno stato eccessivo di stimolo, come vogliono i solidisti, le diatesi propriamente dette si possono definire con Hiffelsheiiu per quello stato morboso dell'umore sanguigno che si manifesta colle localizzazioui morbose iu un umore o tessuto particolare dell'organismo. — Ma ogui alterazione di crasi del sangue non può dirsi diatesi. Ve ne souo molte, le quali, per essere del tutto temporarie, e non dipeudeuti da vero suatu ramecto de'suoi elementi anatomici, si riparano colla eliminazione dei principii che impedivano al sangue il regolare esercizio delle sue funzioni ri-
paratrici. Perchè una diatesi si formi, bisogna che la malattia del sangue abbia non solo esercitato la sua influenza su tutto l'organismo, ma si anche avervi impresso delle lesioni sensibili e durature. — A rigor di termine, non si dovrebbe asseguare questo nome se non alle infermità indicate nella terza delle classi* citate sopra.
Pertanto, senza voler proporre una classificazione speciale delle malattie umane basata su'vizi del saugue, prematura al certo nello stato attuale delle nostre cognizioni, è utile limitarsi a segnare per ora le differenze più notevoli riscontrate in questo fluido nei varii tipici stati morbosi.
1° Ogni volta che nelle malattie si presenta una semplice sovrabbondanza di saugue in un organo (iperemia), non vi è che squilibrio di distribuzione nella massa generale del liquido, la quale può sciogliersi da sè, 0 coll'ajuto dell'arte, può generare un aumento temporario di secrezioni (ipercrinia), può tuttavia determinare una congestione, una stasi, un processo flogistico che percorra tutte le sue fasi tiuo alla suppurazione. 11 guasto della crasi sanguigna può essere la conseguenza secondaria di questa catena di processi non naturali.
2° Nei processi flogistici, 0 in quelli che portano una impronta morbosa sugli orgaui che stanno in diretto rapporto colla massa sanguigna (polmoni, glandule linfatiche, milza), un primo squilibrio di composizione si ha nella fibrina. Wiperinosi, 0 sovrabbondanza di questo principio non è iufatti che un aumento per occasionale alterazione degli organi da cui proviene la liufa, sia questo il risultato di un processo flogistico nei polmoni (stante l'influenza che l'atto respiratorio esercita sulla presenza od assenza della sostanza fibrogene nel sangue), sia il trasporto d'una quantità più notevole di sierosità linfatica in esso. — L'eccesso di questo principio, la sua maniera diversa di comportarsi, e la sua trasudazione in grembo di organi e tessuti, non sono condizioni per sè sufiicieuti a profoudamente alterare la macchina umana, se non in quanto esse si collegano con le circostanze che si esporranno più sotto. La diminuzione della fibrina nel sangue (ipinosi) suol essere rappresentata da una diminuzione di coagulabilità nel crassameuto del sangue estratto. Si vede la massa assumere una consistenza gelatiniforme, non di rado consociata a caratteri di dissoluzione de'corpuscoli rossi. Il tifo, la purpura emorragica, lo scorbuto, l'itterizia avanzata, le affezioni antiche cerebrali, ecc. presentano quasi sempre per baBe dei cangiamenti del sangue, la mancanza più 0 meno completa di questa priucipio.
3° L'aumento della fibrina, ogni volta che sia notevole, è collegato con un simultaneo aumento di globuli bianchi (Virchow). I processi flogistici geuuini, in cui sono interessati gli organi sovr'ac-cennati, aumentano ad un tempo la fibrina ed i globuli bianchi, e dàuuo per prodotto trasudazioni fìbriuose. Ma ve ne sono altri, come p. es. le affezioni tifoidee, iu cui l'apparato glandulare è profondamente affetto, e quiudi in esso accresciuta la produzione di entrambi, senza cbe tuttavia si presentino mai veri trasudamenti fibrinosi. Questo gruppo di malattie, che la medicina moderna hat^ooQle
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