Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
sankia fil080fiatare; e quale vendeva reliquie e rimedii miracolosi, qual dava la buona ventura, o faceva giocolare serpenti ; altri giaceva steso a terra un giorno intero, ricevendo immoto i torrenti di pioggia o la sferza del sole cocente e il morso di insetti velenosi.
Tali si trovano oggi pure, e si travagliano ancora in que' penosi esercizi, che Strabone giudicava favolosi , di piegare indietro le dita delle mani, e quelle de' piedi in avanti per modo da camminare sul dosso del piede. Alcuno di questi fachiri, incrociate le gambe all'orientale, alza le braccia, e in questa posizione rimane per anni, lasciandosi crescere la barba e le unghie, disseccare le parti carnose e irrigidire i muscoli, in modo da somigliare ad un tronco. Altri preparano in bevanda
0 fumano un'erba detta puìsti, la quale ha virtù di dimagrare ed esinanire il corpo ; e tralasciando ogni cibo, e continuamente inebriandosi di questa erba, cascano finalmente d'una morte che credono preziosa al cospetto di Dio.
Aglijoghi attribuiscono la facoltà di vedere attraverso ai corpi, prodigi che oseremo negare soltanto quando sia data soddisfacente spiegazione dei fenomeni magnetici; contentandoci per ora dì ammirare le stupende forze nascoste dell'organismo umano e d'una indomita volontà, che concentrata sur un punto unico, ci isola dalla vita esterna ed in parte anche dall'interiore, producendo un'illustrazione ed una potenza sovrumana. Ben compassioneremo gli jogbi che la dirigono sopra un'idea fallace e vana; poiché il punto più alto cui arriva la sapienza saukia , è uno scetticismo dogmatico, formolato con maggior rigore che mai non facessero Arcesilao e Sesto Empirico.
Da questo soprannaturalismo è ispirato il Ba-gavad-gita, episodio del Mahabarata (V.), grande epopea nazionale indiana, e di forse mille anni anteriore a Cristo. In esso Iddio osteggia coi fuor-cacciati Pandos, e sotto la sembianza dello scudiero Crisna, protegge il giovane Ariuna. Questi, arrivato sul campo, lo misura d'uno sguardo; vede fratelli contro fratelli, parenti contro parenti, in atto di trucidarsi sui cadaveri dei loro congiunti ; una profonda mestizia, nn subitaneo dolore gli piombano nell'anima, e dice al Dio suo protettore e sua guida : « Crisna, tu vedi a me dinanzi i miei congiunti armati, burbanzosi, pronti a trucidarsi; il mio sangue si agghiaccia; un freddo mortale serpeggia nelle mie vene ; per l'orrore mi si arruffano
1 capelli ; gaudio, mio arco fedele, cadimi dalla mano, più non ho la forza a reggerti. Io vacillo, più non so nè avanzare, nè retrocedere, e la mia anima ebbra di dolore sembra che voglia abbandonarmi. Dio delle bionde chiome, ah! dimmi, quando avrò trucidato tutti i miei congiunti, avrò io tocco la felicità? che mi saranno allora la vittoria, l'impero, la vita? che sono la vittoria e l'impero quando coloro pei quali bramiamo ottenerli e conservarli colla vita, perirono nel conflitto? Figli e padri, zii e nipoti, amici e congiunti, no, o celeste couqui-quistatore, non mai vorrò io vederli cadere sul campo di battaglia, dovessi pure a prezzo della lor morte avere il triplice mondo; ed io dovrei trucidarli per conquistare questo meschino globo;
no, io noi Vorrò abbenchè eglino si apprestino & scannarmi senza pietà ».
Crisna nel riprende, e per indurlo alla pugni, gli espone il sistema di metafisica in diciotto lezioni. « La contemplazione non ha bisogno dei santi libri; per lei sola si arriva alla devozione: a che serve un pozzo quando l'acqua soprarriva da ogni parte? Chi ha virtù nella mente, quegli esiste sapiente fra i mortali, chi nell'opera vede la quiete, nella quiete opera. Le azioni sono di lunga mano inferiori alla vita devota ed alla contemplazione. Il vero devoto non discerne quaggiù le buone opere dalle cattive. Chi crede acquista la scienza, e con essa la tranquillità suprema. Fossi tu contaminato d'ogni sorta di peccati, colla scienza universaleschiverai l'inferno..... Sciolto da opere e da core,
il mortale saggio e temperante siede al governo di città munita di nove porte, non vacilla, come lacerna schermita dal vento. La notte, riposo degli altri animali, è veglia per l'astinente. Il deroto cerca Dio, e lo vede egualmente nel bue, nell'elefante, nel cane, nell'uomo. Eletta sua dimora nell'aere puro, vi sta fisso coll'auimo, col pensiero raccolto, coi sensi e le azioni incatenate, sostenendosi il capo e guardandosi immoto la puntadel naso..... Pueril cosa è cotesta tua pietà. Cbe
parli di amici e di parenti, cbe parli di uomini! uomini, animali, tronchi, son tutti una cosa. Perpetua, eterna forza creò quanto tu vedi, e lo affatica di moto in moto, e lo rinnova senza riposo mai. Ciò che oggi è uomo, jeri fu pianta, indolente materia; domani tornerà allo stato primiero. Eterno è il principio, gli accideuti cbe importano? Tu guerriero sei destinato a combatterà, combatti. Se u&sta orrenda strage , che monta? 11 sole del nuovo di illuminerà nuove scene del mondo; il principio eterno sussisterà: il resto è apparimento ed illt-sione. A che far tanto caso di tali apparenze e delle azioni tue? Il merito d'ogni opera consiste nel compierla con profonda indifferenza sull'esito ci» avrà, imperturbato, immobile, cogli occhi intenti al principio assoluto che solo esiste veramente ».
A suo luogo si parlò della filosofia dialettica di Gotama, detta Niaja, e della atomistica di Canadi, detta Vai8cscika, che partono dall'io pensante, come della Mimansa e della Vedanta pratiche e religiose, e che riescono nel panteismo.
A tutti questi sistemi è comune l'idea di una sostanza infinita, cbe nell'universo si manifestò per emanazione, anziché per creazione; d'un periodico formarsi e distruggersi degli esseri, che conduce al materialismo, alla dualità, o al panteismo, abissi inevitabili a chi devia dalle tradizioni. Nella pratica poi tendono tutte a guarir l'anima dalla pi*P originale, sviare la pena della trasmigrazione,« procurare uno stato di astrazione e di apatia ai-soluta, mediante l'attività mentale.
Cosi in Oriente, al pari che nella Grecia, lo spirito percorse l'intero ciclo delle opinioni filosofate Nella scuola di Platone si elevò Bopra l'ungerlo, per conoscere la causa e il tipo eterno di qouto esiste. In quella di Aristotele proclamò la dopi** esistenza dell'anima umana e del mondo esteri movendo dal testimonio dei sensi. In quella di Ze* none l'uomo concentrossi iu Bè, rendendosi indif-
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