Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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•ìjAIN XNAZAUIO - SANNAZARO JACOPOIn fondo al coro dne gradini mettono all'altare maggiore, costrutto sopra il sepolcro di sau Miniato nella sottostante confessione; più lungi si inalza l'abside che termina la chiesa. Gli è in questa parte, la più riposta del santuario, che t'ha il maggior sfoggio di decorazione: un banco semicircolare corre nella parte bassa a uso del clero: di sopra, sei colonne in marmi preziosi addossate alla parete sorreggono archi circondati d'archivolti; compartimenti svariati occupano i semicircoli ; le arcate racchiudono intelajature che inquadrano altrettante finestre fornite, in luogo di vetri, di graudi lastre di pietra speculare che lasciano trapelare una luce misteriosa che spandesi verso l'altare e in tutto il santuario: gli è sopra questa ricca architettura che sviluppasi il bel mosaico dell'abside su foudo d'oro. In mezzo ad emblemi degli evangelisti, a palmizi, simboli del trionfo della reli-gioue, a monogrammi sacri scorgesi Cristo seduto sopra un trono cou la destra levata e il libro santo nella sinistra; da un lato è effigiata la Vergine con bella espressione di pietà; dall'altro san Miniato offre a Cristo una coroua che simboleggia evidentemente il suo martirio, a meno che il pittore non abbia voluto alludere ad una tradizione apocrifa che lo fa figliuolo d'un re d'Armenia.
Sopra l'archivolto che inquadra la vòlta ergesi verticalmente il muro, di cui la parte superiore sostenta i correnti del colmo e preude la medesima inclinazione ; esso è decorato come la cima dell'arco trionfale e di quello che lo precede; sopra il tetto questo muro porta un piccolo campanile formato soltanto d'un arco costrutto su due augusti pilastri, disposizione molto in uso in Italia per le campane di poco peso. Una torre moderna, poco discosta dall'abside, chiama di lontauo i fedeli alle rare cerimonie che hauno luogo nella veneranda basilica.
Le navate laterali nou hanno absidi e terminano con muri in cui furono aperte finestre ; sotto han-novi altari secondarli; nella nave a destra fra due porte, uua delle quali mette al conveuto e l'altra alla sagrestia, veggonsi ancora gli avanzi d'una pittura bizantina rappresentante san Miniato. La sagrestia, di struttura ogivale, fu edificata a spese di Benozzo di Nerozzo verso il 1380. Poco tempo dopo che fu ultimata, don Jacopo, abate del monastero, la fece oruare di belle pitture da Spinello di Arezzo, rappresentanti sedici subbietti della vita di san Benedetto. Vasari è di parere che questo pittore ha superato Giotto nel colorito e l'ha uguagliato nel rimanente.
Nella nave laterale situata ad oriente ammirasi la maguifica cappella funebre del cardinale Jacopo di Portogallo, morto a Firenze nel 1540. Vasari riferisce che il mausoleo, notevole per disegno e condotta, fu eseguito da Antonio Gamberelli, detto il Rosselliuo. La cappella è ornata di marmi preziosissimi. Luca della Robbia, ajutafco da'suoi fratelli Ottaviano ed Agostino, di pi use nella cupola i quattro evangelisti e lo Spirito Sauto. Vasari, nella vita di questo pittore, fa il più grande elogio di questo lavoro. L'ancona dell'altare, oggidì nella galleria degli uffizi di Firenze, fu dipinta da Au-tonio Pollajoli, e rappresenta san Giacomo, sau Vincenzo e sant'Anastasio.
L'architetto della chiesa di San Miniato è ignoto; questo edifizioè però uno de'più interessanti dell'Italia del medio evo. dacché vi si trova una transizione abilmente condotta fra la basilica latina e lo stile romano, che all'epoca della sua costruzione dominava già in una parte d'Europa; esso prova inoltre che i Fiorentini, vaghi sempre dell'arte antica, andarono riserbati, come più tardi quaudo succedette lo stile ogivale. Gli è dunque nella chiesa di San Miniato, più che in qualsivoglia altro edi-fizio, che s'Ita a cercare il germe della rinascenza dell'architettura in Toscana. Furono deposte nella chiesa di San Miniato le spoglie dell'illustre poeta Giusti (V.).
Vedi : Richa, Notizie storiche dette chiese fiorentine (Firenze 1754-62) — Lauri, 8. eccles. fiorentina, ecc. (ivi 1758) — Selvatico, Storia estetico-critica delle arti del disegno — Ricci, Storia della architettura in Italia dal secolo IV al X Vili (Modena 1860).
SAN NAZARIO (geogr.). — Comune nel circondario di Hassaim, provincia di Vicenza, con 2832 abit
SANNAZARO Jacopo (biogr.). — Celebre poeta, nacque a Napoli il di 28 luglio 1458. La sua famiglia, originaria di Spagua, aveva fermato stauza a Sannazaro, castello situato tra il Po ed il Ticino, non luugi da Pavia. Uuo de' suoi capi aveva poi seguitato Carlo III di Durazzo alla conquista del regno di Napoli. Jacopo incominciò gli studii sotto Giù-niauo Maggio, celebre maestro napolitano; e giunto appena all'ottavo anno, fu preso dalle bellezze di una nobile giovinetta, della quale non si conosce bene il nome, benché di lei sia fatta sovente menzione nei suoi versi. La passioue di cui ardeva il giovine suo cuore, non nocque punto al progresso de' suoi studii. Il Maggio ne parlò a Pontauo oome di uu prodigio, e questi mostrò desiderio di conoscerlo e lo ammise nella sua accademia. L'accoglienza che il pubblico faceva ai suoi primi componimenti poetici, li rese celebri anche in Corte, dove l'autore fu presto chiamato. Colà visse nella famigliarità dei principi aragonesi, ai quali si de-dicò interamente, e compose per loro diporto certe commedie chiamate Oltcommere (glomerus) ossia gomitoli, forse a motivo dell'arte con cui l'azione era svolta. Quaudo per la conquista di Carlo Vili Sannazaro fu separato dai suoi principi che si erano ricoverati in Sicilia, egli rimase loro fedele di cuore, e non lusingò, come Pontauo, l'orgoglio dei vincitori ; poi quando Federico d'Aragona ebbe prese le redini dello Stato, ricompensò il buon animo del poeta donandogli la villa di Mergrllina, antica residenza dei principi Angioini, la quale fu da esso cantata ne' suoi versi. Questi benefizi lo avvinsero sempre più alla fortuna di Federico, cui accompagnò nell'eBiglio, quaudo assalito dagli eserciti di Francia e Spagna perdette il regno e dovette cercare asilo iu Francia. Jacopo uou esitò a vendere la maggior parte del suo retaggio a profitto di quello che coi suoi benefizi aveva contribuito ad ampliarlo, e dopo aver fatto vani tentativi per riporlo sul trono, tornò a Tours per chiudergli gli i occhi, lagrimaudo di doverue affidare le ceneri ad uua terra strauiera. Egli raccolse iu quel viaggio , uu uumero graude di manoscritti contenenti owret^ooQle
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