Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SAN CONO - SAND (AMANTINA, LUCILLA, AURORA DUPIN, DETTA GIORGIO)
sideracome appartenente alla Campania (oggi Terra di Lavoro) ; ma le sue sorgenti, come pure la parte superiore del suo corso e le valli di tutti i suoi primitivi tributarii, si comprendevano nel Sannio. Isernia ( JEsernia), posta sur uno di cotesti tributari:", era la precipua città in cotesto tratto di paese, mentre il Venafro, 24 chilom. circa più in giù nella valle, si reputò appartenente di già alla Campania. Questa era una delle porzioni più ricche e più fertili del Sannio e meno montuosa di tutto il resto del paese. Per la sua vicinanza al Lazio ed alla Campania, la valle del Volturno era uno dei siti più accessibili alle armi romane, e serviva da strada maestra per andare sulle terre dei nemici.
3° Uu passo, praticato probabilmente da tempi remotissimi ed attraversato da una strada, durante il romano Impero, conduceva da Isernia a Boviano (Bovianum, oggi Bojano) nella valle del Tiferno, nel cuore del Sannio, in mezzo ad eccelse montagne. La più importante tra queste si è quella al S. 0., detta il Monte Matese, uno dei monti og gigiorno più celebri degli Appennini, ma di cui non si conservò alcun antico nome, mentre quello di Monte Tiferno (Mona Tifernus) può essere stato applicato realmente a tutto il gruppo; ma gli è più probabile che sia stato limitato, come quello di Monte Biferno, oggidì, ad uno dei contrafforti o sommità minori del Matese, in cui stanno le fonti odierne del Tiferno. Appellasi Matese un esteso groppo o massa di montagne che riempie tutto lo spazio tra Bojano e la valle del Volturno, così che manda desso ingiù le sue ramificazioni, e scende proprio alla valle dell'ora mentovato fiume, donde le ramificazioni stesse si raggirano per la valle del Calore, e quinci per Morcone e Sepino vanno fino alle sorgenti del Tamaro (Tamarus). La sua più alta cima, il Monte Mitetto al S. 0. di Bojano, raggiunge l'altezza di 2240 metri. Questo aspro e dirupato gruppo di montagne, coperto di vaste foreste, ed ingombro di neve al vertice gran parte dell'anno, dev'essere stato Bempre inaccessibile alla civiltà, ed oppose una barriera insormontabile agli invasori. Non dev'esservi stata giammai una strada od un passo frequentato tra quello che seguiva la valle del Volturno, e l'altro che contorna la base E. del Matese, dalla valle del Calore a quella del Tamaro; cotesta ultima è la moderna linea stradale da Napoli a Campobasso.
4° Al N. di Bojano sono meno alte le montagne e non hanno apparentemente ragguardevoli od almeno celebri cime, ma tutto il tratto da Bojano alla frontiera dei Frentani è ripieno di una massa di balze irte e scoscese, stendentisi da Agnone e dalla valle del Sangro ai dintorni di Campobasso. Cotesto tratto moutuoso è attraversato dalle profonde ed anguste valli del Trigno (Trinius) e del Biferno (Tifernus), che trasportano le acque della catena centrale, ma senza somministrare convenienti mezzi di comunicazione. I tratti montuosi stendentisi da tutti i lati di Bojano costituivano il paese dei Pentri, la più possente di tutte le san-nitiche tribù.
5° Al S. del Matese, e separato da questo mediante la valle del Calore, sta il gruppo del Monte Taburno (Mons Taburnus), somigliante alcun cheper le sue qualità al Matese, ma meno alto ed esteso. Formava insieme colle adjacenti valli il paese dei Caudini, certamente una delle più piccole tribù sannitiche, ed il famoso passo delle Forche Caudine era a' suoi piè. Strettamente connessa col Taburno e dipendente in qualche modo da questo, quantunque ne rimauga separata mediante l'augusta valle dell'Isclero, si è una lunga catena ch'estendesi da Arpaja fiuo ai dintorni di Capua. È dessa di altezza molto iuferiore, ma si aderge ripida ed erta dalla pianura della Campania,.di coi sembra formare il naturale confine. L'estremità di cotesta catena più da vicino a Capua si è il Monte Tifata (Mons Tifata), tanto famoso nelle guerresche spedizioni di Annibale, che stette lunga pezza fissando lo sguardo sulle campaniche pianure dalle sue creste.
6° Al piede orientale del Taburno sorgeva Benevento, città precipua degl'Irpini (Hirpini), e per la peculiare sua posizione, la chiave in qualche guisa di tutto il territorio da costoro abitato. Ele-vavasi la medesima in una pianura o larga valle formata dalla congiunzione del Calore coi suoi tributarli, il Sabbato (Sabatus) ed il Tamaro, di modo che sboccavano da esso nelle montague, considerevoli valli, in tutte le direzioni. 11 Calore istesio non è solo il maggiore dei tributarii del Volturno, ma al punto della sua unione con questo, 32 chilometri circa sotto Benevento, ò di poco o nulla inferiore ad esso per altezza e volume di acque; ed ha le sue scaturigini nel gruppo ecoelso di monti tra Sant'Angelo de' Lombardi ed Eboli. Cotesto gruppo, indicato talvolta col titolo di Monte IT-pino, ed il più alto in questa parte degli Appennini , manda giù le sue acque al N. nel Calore e nel suo tributario, il Sabbato, mentre all'È, fa nascere l'Aufido (Aufxdus, oggi Ofanto), che scorre nell'Adriatico, dopo aver attraversata per più di due terzi la larghezza d'Italia; ed il Silaro (Si-larus) al S. sbocca, con corso assai più breve, nel golfo di Salerno. Da questo punto, che forma una specie di nodo nella catena principale degli Appennini , le montagne girano intorno in semicerchio al N. E. ed al N. finché raggiungono le acque principali del Tamaro, e toccano i già descritti monti nelle vicinanze di Bojano e Campobasso. In questa parte del suo corso la catena principale manda ingiù le correnti dell'ala e del Miscano all'O. ad ingrossare le acque del Calore, mentre fa scaturire all'È, il Cerbalo (Cerbalus, oggi Cervaro), fiume che si scarica nell'Adriatico.
7° Dal Monte lrpino verso l'È., tutta la valle superiore dell'Aufido era inchiusa nel Sannio, sebbene la parte inferiore del suo corso attraversasse l'Apulia. Non può fissarsi il vero suo limite, essendo le frontiere degl'Irpini verso l'Apulia da uu lato e verso la Lucania dall'altro, al pari di quello del Sannio in generale, quasi affatto arbitrarie, e non indicate da un naturale confine. Si può infatti considerare cbe in generale il paese montuoso apparteneva al Sannio, e che le alture più piccole erano dell'Apulia; ma gli è pur evidente che tale distinzione anch'essa è sovente arbitraria ed incerta. Parimente la scoscesa e trarupata catena J montagne che stendesi lungo la sponda destra delt^ooQle
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Campania Terra Lavoro Sannio JEsernia Venafro Campania Sannio Lazio Campania Volturno Impero Isernia Boviano Bovianum Bojano Tiferno Sannio Monte Matese Appennini Monte Tiferno Mona Tifernus Monte Biferno Matese Tiferno Matese Bojano Volturno Calore Morcone Sepino Tamaro Tamarus Monte Mitetto Bojano Bempre Volturno Matese Calore Tamaro Napoli Campobasso Bojano Bojano Frentani Agnone Sangro Campobasso Trigno Trinius Biferno Tifernus Bojano Pentri Matese Calore Monte Taburno Mons Taburnus Matese Caudini Forche Caudine Taburno Isclero Arpaja Capua Campania Capua Monte Tifata Mons Tifata Annibale Taburno Benevento Irpini Hirpini Calore Sabbato Sabatus Tamaro Calore Volturno Benevento Sant'Angelo Lombardi Eboli Monte IT-pino Appennini Calore Sabbato Aufido Aufxdus Ofanto Adriatico Italia Silaro Si-larus Salerno Appennini Tamaro Bojano Campobasso Miscano Calore Cerbalo Cerbalus Cervaro Adriatico Dal Monte Aufido Sannio Apulia Irpini Apulia Lucania Sannio Sannio Apulia Qle Isernia Parimente
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