Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SANN10 e SANNITI
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      pulia, mentre il suo collega Carvilio assediò Co-minio. Mossesi in ajoto di Aquilonia un esercito di 40,000 Sanniti, di cui 16,000 erano fior di guerrieri e legati da solenne giuramento di combattere fino all'ultimo. Papirio avendoli assaltati, incontrò disperata resistenza; ma ecco ad un tratto levarsi un gran nuvollo di polvere prodotta dai muli che Papirio aveva mandato attorno inosservati, e cbe traendo dietro a sè molti rami d'alberi, inalzavano la polvere, la cui vista di è nuovo coraggio ai Romani , mentre scoraggiò i Sanniti, già stanchi e ormai impotenti a resistere più oltre. I Sanniti furono sconfitti, e dopo perduto un gran numero di uomini, cbe Tito Livio, probabilmente esagerando, fa ascendere a 30,000, il restante della fanteria sannitica si riparò in Aquilonia, mehtre la cavalleria fuggissi verso Boviano. Aquilonia e Cominio furono prese dai Romani ed arse. Papirio assediò quindi Sentino, in cui entrò dopo una gagliarda resistenza, e il suo collega Carvilio prese Volano, Palombino ed Ercolano. La neve che molta cadde sulle montagne , costrinse i Romani a sgombrare il Sannio.
      Nel seguente anno 292 av. Cr. uno dei nuovi consoli, Fabio Gurge, figliuolo di Fabio Massimo, marciò contro i Sanniti, dai quali fu sconfitto con gran perdita di gente. Il Senato propose di privarlo del comando; ma il vecchio suo padre , per salvarlo da tale ignominia, si offerse di militare egli stesso come luogotenente del proprio figlio. Diedesi nuova battaglia e i Sanniti furono totalmente scoufitti ; e fu fatto prigione Ponzio, quegli ch'era stato vincitore alle Forche Caudiue. Presa Venusia, a cui i Romani mandarono uua colonia, i due Fabii tornaronsene a Roma, e il Senato decretò al figliuolo un trionfo, in cui Ponzio comparve colle mani legate dietro; e dopo questa cerimonia fu decapitato. Nell'anno 290, i Sanniti, stanchi di quelle ripetute sconfitte, chiesero la pace, che i Romani, esausti pure dalle vittorie a caro prezzo riportate , erano disposti a concedere. 11 console M. Curio Dentato, incaricato di tale negoziazione, conchiuse la pace, le cui coudizioni ci sono note (Liv., Epitome, xi). « Così, dice Eutropio (n, 9), terminò la guerra sannitica, durata quarantanove anni, contro il più pertinace nemico che i Romani incontrassero tra i confini d'Italia ». Nella guerra cbe i Romani fecero contro Pirro, i Sanniti s'unirono con questo principe, dopo la cui morte essi furono assaliti da due eserciti romani, da cui furono totalmente sconfitti (272 a. Cr.). Egli si fu allora che il Sannio diventò terra di conquista, e i Romani posero loro colonie a Malvento e in altri luoghi. Floro dice che il Sannio cessò di esistere, volendo dire come Stato indipendente ; a coloro che considerano questo come il fiue della guerra sannitica, le dàuuo una durata di sessaut'anui, in cui però vi furono delle considerevoli interruzioni.
      Nella guerra d'Annibale gl'Irpini, dopo la battaglia di Canne, si. unirono coi Cartaginesi, ma non i Pentri. Finalmente nella guerra sociale, essendo i Sanniti congiunti coi Marsi, coi Yestini, coi Pe-ligui e con altri in comune lega contro Roma, essi rimasero gli ultimi in campo e furono sconfitti ed uccisi senza compassione da Siila, il quale esclamò Nuova Escici,. Itai,, Voiche Roma non avrebbe potuto godere pace finché vi fosse ancora stato un gruppo di Sanniti insieme. In questa devastazione sillana furopo arse e rase al suolo tutte le città sannitiche, tranne Benevento. L'ultima volta che i Sanniti compajono nella storia si ò durante la guerra di Siila contro Mario giù* niore, quando Ponzio Telesino, che si era congiunta coll'ultimo alla testa di 40,000 tra Sanniti e Lucani, mentre Siila 8tava assediando Preneste, si avanzò a pochi chilometri da Roma, che allora trovavasi senza un'adeguata difesa. Egli aveva detto ai suoi Sanniti come egli era nemico di Siila e di Mario, e come suo scopo fosse di distruggere Roma e di ridare la libertà all'Italia. Ma Siila giunse a tempo per salvare la città. Ne seguì una disperata battaglia. I Sauniti sconfissero l'ala sinistra del romano esercito, comandato da Siila; ma Classo, il quale comandava all'ala destra, sconfitto Carina, uffiziale del partito mariano, che gli si opponeva, piombò sul fianco dei Sanniti, i quali furono obbligati a ritirarsi ad Antenna, dove Telesino fu ucciso. Si arresero a Siila da sette ad otto mila Sanniti, i quali condotti a Roma e chiusi nel Circo Massimo, vi furono barbaramente trucidati. Il restante dei Sanniti furono similmente uccisi alla presa di Preneste.
      Nè la vendetta di Siila fu sazia per la morte di tanti Sanniti, ma si andò disfogando colla devastazione sistematica del paese da essi abitato, coll'in-tendimento di estirpare tutta la gente sannitica, perchè nemica eterna di Roma, giusta il modo di esprimersi del crudele dittatore (Plut, Sull., 28-30 ; Appian., B. C., i, 93 ; Veli. Pater., n , 27 ; Lucan., n, 135 38; Strab., v, 249). Non è supponibile ch'egli abbia messo in pratica appieno il reo disegno, ma gli è certo, secondo la testimonianza di Strabone, che un secolo dopo la provincia era in istato della massima desolazione, perchè molte delle più fiorenti città erano ridotte miseri villaggi, mentre altre erano afiatto scomparse (Strab., I c.). Nè gli è probabile che la provincia siasi mai rialzata veramente da simile prostrazione, potendosi arguire dalle rettoriche espressioni di Floro che a'suoi tempi, al principio dell'èra volgare, trovavasi dessa ancora interamente desolata (Fior., i, 16, § 8). Sembra infatti che sotto il romano Impero siasi più fiate tentato di ripristinarne la popolazione con nuovi coloni, specialmente da Nerone, che fondò le colonie di Sepino, Telesia ed Esernia (Lib. colon., p. 259-60); ma nessuna di queste salì a grande prosperità, e sembra che tutta la regione sia stata ben poco popolata e dedita principalmente alla pastorizia. La sola Benevento continuò a conservare la sua importanza e ad essere florida durante il romano Impero. Nella divisione amministrativa dell'Italia sotto Augusto, il paese degli lrpiui fu separato dal resto del Sannio e posto nella Seconda Regione coll'ApuIia e colla Calabria, meutre i rimauenti Sanniti furono incbinsi nella Quarta Regione insieme coi Sabini, Frentani, Pe-ligui, ecc. (Plin., ni, 11, s. 16; 12, s. 17). Più tardi questo distretto fu spartito, ed il Sannio costituì, col paese dei Frentani, una separata provincia. Tale si è 1 ordinamento che riscontriamo nella Notizia o Calendario dell'Impero, e fu introdótto pro-. XIX. 77
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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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