Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
1226 SANSCRITA LINGUA E LETTERATURAuna perfetta Bignificanza appellativa, sicché nell'una di queste storie sono da omettere i nomi proprii e nell'altra i significati appellativi. Questo poema non è mai stato pubblicato. In ultimo faremo menzione del Naìshadija, di Sriharso re del Casmira, vissuto nel xn secolo. Questo poema tratta del matrimonio di Nalo e di uull'altro; e va per ben ventidue luughi canti. È scritto in maniera sommamente artifiziale; e ciò non pertanto è assai in voga presso gl'Iudiani. Le descrizioni di questo poema eccedono in numero e lunghezza ogni ragionevole confine: a tale che l'azione principale ne rimane soffogata del tutto.
La poesia lirica, nel significato proprio della parola, non esistette a questo periodo presso i nativi dell'India, perocché auclie quivi la loro vaghezza delle descrizioni ha tenuto luogo di tutto il restante; onde, in cambio della poesia lirica, abbiamo l'epigrammatica, la didascalica e la descrittiva. La stessa loro poesia amatoria sembra essere non tanto l'espressione e l'effusione di sentimento, quanto uno studiato ed elaborato sfoggio di situazioni. Un'opera leggiadra di questo genere è Y Amarasatacam, che consiste in cento poesiette, ciascuna di una sola strofa, in cui si rappresenta una scena amatoria. A questa classe appartiene eziandio lo Sringaratilaca, erroneameute attribuito a Calidasa; e il primo libro delle Centurie di Bhar-triharo; mentre gli altri due contengono poesia didascalica. Fra le poesie propriamente dette descrittive primeggia il poemetto intitolato Meghaduta, di Calidasa, nel quale con istile semplice e iusieme elegante si descrive il corso di una nuvola sopra una parte dell'ludia, sede del dio delle ricchezze e della moglie di un semidio, il quale era stato confinato sulla terra (V. Calidasa).
Dramma. — Secondo l'opinione de' nativi, il dramma indiano ebbe origine antichissima, come apparisce dall'attribuirue ch'essi fanno l'invenzione agli Dei. L'indicarne storicamente la nascita e il progresso sarebbe assai difficile ; giacché Io si trova ad uu tratto nel suo stato perfetto. Quello che si sa di certo si è che se ne deve in parte lo sviluppo alle sacre solennità e alle danze; onde ndtaca (danza) è tuttavia il nome tecnico del'dramma, sebbene negli esistenti più non si balli; e in parte ai fantocci di cui fassi uso tuttora nell'isola di Giava per rappresentare componimenti tolti dalla mitologia indiaua. Di quest'ultima origine rimane ancora un vestigio nel nome del soprastante della scena, che chiamasi sutradhara, la quale parola significa colui che tiene il filo.
Cotali rappresentazioni recitansi tuttavia nella loro forma originale alle feste di Rama e di Crisna. I personaggi del dramma vengono innanzi l'uno dopo l'altro, e cantano un canto accompagnato da gesticolazione. Egli è chiaro che dovette passare un tempo considerevole avanti che un così semplice principio potesse trasmutarsi in dialogo regolare e in azione complicata, nella quale si veggono intrecciate insieme materie mitologiche e domestiche ed anche storiche. Ma il dramma indiano, considerato eziandio nel maggior suo stato di perfezione, è tuttavia in assai bassa condizione. Presso 1 Greci e i moderni l'azione individuale e la col-
lisione di potenze morali formano le forze moventi del dramma; ma quello degl'Indiani è più presto una serie d'avvenimenti e di situazioni cbe vengono rappresentati allo spettatore. La distinzione fra la tragedia e la commedia non è conosciuta, e il dramma indiano s'assomiglia moltissimo all'opera o melodramma de'moderni. I drammaturgi indiani non sono per anche giunti alla distinzione de'carat-teri; gli eroi e le eroine si somigliano più o meno tra di loro in tutti i drammi ; e dappertutto vedesi rappresentata la specie anziché l'iudividuo. Vi sodo pure de'caratteri permanenti, come il Vita, ch'è ii grazioso del teatro spagnuolo, e il Vidusthaca, che corrisponde al clown dell'antico dramma inglese. Quest'ultimo personaggio è sempre un compagno necessario dell'eroe principale, del qnale egli fa come una parodia, e ai cui desiderii ideali egli contrappone le sue pratiche considerazioni; e questi contrasti sono qualche volta assai vivamente colorati. Le strette regole del dramma greco sodo ignote al dramma indiano, il quale anche in molti particolari esterni è comparativamente libero, come, per esempio, nel numero degli atti, di cui ve ne possono essere infiuo a dieci. Quanto alla forma, vi sono due peculiarità che meritano specialmente d'essere accennate; ciò sono, primieramente, la varietà di dialetti nel dialogo, ch'è assai maestrevolmente e delicatamente condotto, e porge un alto concetto della cultura degl'Indiani a que' tempi remoti (già si notò che gli eroi parlano sanscrito, ma le donne e i personaggi di ordini inferiori varii dialetti pracriti); e in secondo luogo, Io alternarsi della prosa e del verso. 11 dialogo è tutto in prosa, ma frammisto di versi in metro lirico, sempre del carattere descrittivo summentovato, che talvolta rappresentauo un sentimento ed una situazione, e talvolta descrivono qualcosa che non si può attuai-meute rappresentare sulla scena, come il rapido camminar d'un carro. Quauto alla scenica rappre-seutazioue, sono assai scarse le notizie che ne abbiamo. Dai libri rettorici degl'Indiani egli si può inferire che essi pongono studio nella declamazione e nel costume; ma le decorazioni e gli altri accessori della scena pare che siano assai rozzi. Ciò non pertanto la drammatica letteratura dell'India è indubitatamente molto più ricca che altri non pensa. Couosciamo di nome circa sessanta drammi, dieci dei quali sono stati stampati ; e di altri ventidue dobbiamo notizie più o meno copiose al Wilson (S&lect specimens of the theatre of the Bindus, translated from the originai sanscrit by E. Wilson. Calcutta 1827, 3 voi. iu-8°; 2" ediz., Londra 1855, 2 voi. in-8°; e tradotto dall'inglese in francese dal Lauglois, Parigi 1828, 2 vol.in-8°). Fortunatamente i componimenti pubblicati bastano a metterci in grado di dare alcuni rapidi cenni su tutti i periodi e le divisioni di questo ramo della letteratura indiaua.
L'età classica del dramma indiano si può dividere in tre periodi: il primo comprende il tempo anteriore a Calidasa ; e di esso uon ci resta che un componimento, cioè il Carro balocco ( Mriecha-cati) del re Sudraco. È facile il riconoscere come quest'opera appartiene ai primi tempi dell'arte; e vi si vede chiaro che il poeta dee lottare coliat^ooQle
| |
Bignificanza Naìshadija Sriharso Casmira Nalo Iudiani India Y Amarasatacam Sringaratilaca Calidasa Centurie Bhar-triharo Meghaduta Calidasa Giava Rama Crisna Greci Indiani Vita Vidusthaca Indiani Indiani India Wilson Bindus Wilson Londra Lauglois Parigi Calidasa Carro Mriecha-cati Sudraco Qle Calidasa Calcutta
|