Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo

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      SANSCRITA LINGUA E LETTERATURAtu&zioni. Le strofe si dovevano recitare, e cantare i canti. Questa è perciò la sola poesia sanscrita la quale si possa propriamente chiamar lirica. Ma i cauti sono al tutto composti sul fare de* pracriti, che soli pajono destinati al canto; e sono dovunque in metri pracritici (V. fiiayadeva).
      Narrazioni. — Nel modo che gli autichi poemi epici erano specialmente destinati alla casta dei guerrieri; così pei vaisii, cioè la terza classe, era destinata uua propria letteratura, la narrativa, in cui merita priuiameute notizia la favola, indigena dell'India. Nel Ramajana e nelle leggi di Mauù vi sono allusioni a favole assai note, e altre se ne incoutrauo uel Mahabarata. Le due opere principali di questo geuere , che, sebbene di tempi posteriori, sono tuttavia ancora di una qualche antichità, sono il Panciatantra e YHitopadesa (V. Pancha Tantra). I Catanachi sono brevi racconti e novelle; e ci sono specialmente noti per mezzo di tre moderne opere iu prosa cbe mostrano aperto d'essere state cavate da antiche raccolte in versi. Sono intitolati Vetalapanciavinsati (le 25 novelle de'fantasmi) di Sivadaso; Sucasaptati[\e70 novelle de* papagalli), conosciuto in Europa sotto il nome di Tutinameh, ch'è il titolo della traduzione persiana; e Sinhasanadvatrinsati, le trentadue novelle delle statue del trono di Vicramaditio. Tutta questa serie di novelle non è stampata che iu traduzioni di lingue moderne dell'India. Il Lasseu ha pubblicato una parte dell'originale nella Bua Antologia. Ma vi è un'altra opera di simil genere, ancor più importante, cioè uua gran colleziouedi tutte le esistenti novelle, intrapresa da Somadevo del Casmiranel xu secolo, e intitolata Vrihatcatha ( la gran narrazione ), ovvero Cathasaritsagara (oceano di correnti di narrazioni). È scritta in metro epico e iu istile assai semplice. Fu pubblicata una quarta parte del testo dal Brockbaus (Lipsia 1840), il quale mandò anche fuori uua versioue tedesca dell'intiera raccolta (ivi 1843). Considerate rispetto alla loro materia, le opere di questa raccolta ci riescono particolarmente interessanti in quanto fin dal medio evo esse sonosi introdotte in Europa sotto varie forme, come il Libro de* sette sapienti, ecc.; e la cognizione del testo scioglie molte ardue quistioni di storia. Alcuni dei più antichi e migliori Racconti delle mille e una notte sono stati cavati da questa fonte, e anche nel volgarizzamento arabo ritengono molti caratteri proprii soltanto dell'india.
      Souovi due altre sorta di opere narrative, che ci contenteremo solo d'accennare, in quanto non ne venne pubblicata alcuna parte: cioè i Ciampù, che sono raccouti in prosa e in verso, scritti talvolta in istile artificiale, e i Ciaritri, ossia le geste di alcuni celebri personaggi della storia indiana. Di quest'ultimo genere avvene due cbe appartengono alla storia dei re Vicramaditio e Bogio; e mostrano a prima vista di contenere alcuue preziose notizie ; ma sono al tutto mancanti di autorità, e non servirono che ad iutrodurre degli errori nelle quistioni di storia letteraria. Ma prima di passare alla letteratura scientifica dobbiamo aggiungere alla classe delle opere narrative i pochi avauzi dellaLetteratura storica. — L'indole singolarmente
      contemplativa'che distingue i nativi dell'India, e la circostanza del non aver mai tutto il paese formato un regno solo, ma si un accozzamento di piccoli governi indipendenti, spiegano abbastanza la quasi totale mancanza di opere storiche. Se ne togli la modernissima cronica d'Orisca (data in compendio dallo Stirling, Asiat. Resear., xiv) non esiste se non uua sola opera Btorica in sanscrito, cioè la Cronica del Casmira, propriamente intitolata Ha-giataranghinì (la corrente dei re). Questa cronica fu scritta da Calano nel Becolo xu, e desunta in parte da antiche fonti, delle quali è fatta speciale menzione. Fecersi tre successive continuazioni di questa cronica, le quali descrivono il periodo del dominio maomettano insino ad Acbar. Quest'opera è scritta nel metro epico e tiene assai della forma dei purani. La prima parte di eBBa è stata tratta quasi tutta da sorgeuti buddistiche. Divenne primamente nota agli Europei mediante l'analisi fattane da Wilson (Asmi. Researches, xv) ; fu quindi pubblicata a Calcutta nel 1835; da ultimo ne vennero dati fuora a Parigi (1840) i primi sei libri con traduzione francese del Troyer. 1 Buddisti, d'altra parte, hanno uua storia, cronologicamente degna di fede, che coutinua secondo la serie dei loro patriarchi. La sola pubblicazione che abbiasi fiuora dell'originale è quella del Jfahavansa in palico, fatta dal Turnour nel 1837 a Colombo. Questa mancanza di storica letteratura viene compensata dalle moltissime iscrizioni di quei tempi, che si trovano in tutte le parti dell'India, ma di coi fiuora non vennero deciferate e pubblicate se non pochissime. Siccome la più parte di esse contengono genealogie e altre materie che indicauo il tempo in cui furono scritte, riescono di grandissimo vantaggio alle storiche ricerche, essendo esse, si può dire, i soli documenti che abbiamo. Quanto alle altre notizie storiche, noi le dobbiamo del tutto agli scritti dei Greci, dei Cinesi e degli Arabi, cbe se non altro giovarono assaissimo allo stabibmento delle date.
      Letteratura scientifica. — Le scienze in cui i nativi dell'India fecero qualche cosa d'originale, souo la filosofia, la grammatica, l'astronomia insieme coll'algebra.
      La filosofia è antichissima nell'India. L'indole contemplativa degl'Indiani dovette assai per tempo tirarli a metafisiche speculazioni, e la collisione cbe dovette ben presto nascere tra i risultati di quelle speculazioni e la parola rivelata dei Vedi, fu cagione principale dello allargarsi di loro filosofia. Quindi nacquero molti sistemi; fra gli ortodossi, non abbiamo notizie che di sei; ma siccome questi si ottengono fra di loro a due a due, essi possono considerarsi come soli tre sistemi distinti. .Noi non li conosciamo che nella loro forma compiuta, in cui hanno una mutua relazione tra di loro; e non possiamo accennarne lo storico svolgimento.
      Il Bistema sankia però vuol essere considerato come il primo e il più antico: e questo sistema abbiamo esposto in apposito articolo (V. Sanila filosofia).
      11 secondo sistema è il nyaya o niaja, di cui fessi autore Gotama (V. Nyaya).
      Il terzo sistema, detto mimansa, il cui primot^ooQle


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Nuova Enciclopedia Italiana - Volume XIX (parte 3)
Dizionario generale di scienze lettere industrie ecc.
di Gerolamo Boccardo
Utet Torino
1885 pagine 1280

   

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