Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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cai questa ancor poteva minacciare la società. Essa aveva infranto il vincolo di famiglia che (secondo un certo modo di vedere fondato sulle teorie dei principi anziché sulle loro opere) univa le nazioni al loro sovrano, ed aveva affievolito l'impero dello idee religiose, che sole potevano dare nna realo consistenza a quel legame. Mei suo sogno generoso, Alessandro si credette di avere la potestà di rico-Btituire la famiglia, di ristabilire la fiducia, di ricondurre i re a'patemi sentimenti dei patriarchi, ed i popoli ad una docilità fondata sopra un affetto figliale sancito dalla rel'gipne. Primo per avventura fra tutti gli uomini politici, si propose di attuare un'idea, nobile senz'altro in se stessa, ma ch'ei non cousiderava se non dal lato favorevole al regio potere. Fondata sulla base del cristianesimo, l'alleanza da lui proposta a' sovrani suoi amici ben meritò, sotto questo aspetto il nome di santa; i popoli però glielo denegarono in processo di tempo, quando cioè ebbero penetrato non già lo scopo segreto (giacché allora i sentimenti veramente generosi erano da tutti professati), ma bensì le tremendo conseguenze di essa. Nel proclamare il diritto divino ossia la legittimità come il supremo principio di tutte le relazioni fra i governanti ed i governati (principio di nuova invenzione , non meno ignoto un tempo ai popoli che ai sovrani stessi, ed alla Chiesa, che fece spesso prevalere idee assai diverse), essa consacrava l'abuso del potere, la resistenza ai giusti desiderii del secolo, l'immobilità, vera morte d'ogni umano consorzio; e nell'affidare la custodia ed il mantenimento di questo principio a tre monarchi posti al governo di popoli i quali non erano ancora, in complesso, all'altezza della civiltà moderna, essa opponeva lo spirito stazionario o retrogrado ai lumi già sparsi ed alla loro ulteriore propagazione; contrastava al proprio svolgimento delle più colte nazioni, e le sottoponeva a leggi cui non potevano soggiacere senza retrocedere. Ed infatti, la Santa Alleanza avversò apertamente il sistema di progresso promosso in Francia da un ministero nazionale; si oppose acremente in Italia ed in lspagna al bisogno generalmente sentito dal popolo di affrancarsi dai vecchi abusi divenuti intollerabili ; ed invano l'Europa attese il suo intervento quando un popolo cristiano, lunga pezza umiliato e schiavo, scosse i suoi ceppi, si armò contro i suoi oppressori e fu in breve stremato di forze in una lotta diseguale. Da un altro canto si videro certi membri della Santa Alleanza, mettendo in non cale la santità dei giuramenti, negare le promesse istituzioni, perseguitare alcuni degli uomini cui essi erano debitori della loro salvezza, ma che ricordavano a qual patto avevano prestato il loro concorso ; far rivivere infine, come favorevoli al potere, antiche tradizioni da gran tempo invecchiate, dimenticate, proprie dei primi tempi della società.
La Santa Alleanza, accolta da prima colle più vive testimonianze di simpatia e di approvazione, perdette quindi in breve ogni popolarità e divenne odiosa alle nazioni, che ad essa ascrissero le loro sventure. Allora la pubblica attenzione si rivolse a quello Btrano documento cui l'imperatore Alessandro, invaso da religioso entusiasmo, pareva avesse toltoalle scuole tedesche di teologia, e che si rassomiglia piuttosto alla tesi di un dottore che alle pacate transazioni tra uomini di Stato. Vi si leggevano tra le altre le seguenti linee: «Confessando perciò che la nazione cristiana, di cui essi (i tre monarchi) e i loro popoli fanno parte, non ha realmente altro sovrano tranne quello cui solo spetta in proprietà la potenza, perchè in lui solo rinvengonsi tutti i tesori dell'amore, della scienza e della sapienza infinita, vale a dire Dio, il nostro divin Salvatore Gesù Cristo, il Verbo dell'Altissimo, la Parola di vita, ecc. ».
. Ecco del rimanente, in poche parole, quanto è contenuto nel preambolo e nei tre articoli componenti questo curioso documento. I tre sovrani convinti della necessità di pigliare a norma di ogni loro opera, per quanto spetta l'amministrazione dei loro Stati e le loro politiche relazioni cogli altri Governi, le subbimi verità che c'insegna l'eterna religione del Dio Salvatore, dichiarano solennemente, ed al cospetto dell'universo, di volersi conformare quind' innanzi ai precetti di questa santa religione, precetti di giustizia, carità e pace, che soli possono assodare le umane instituzioni e supplire alla loro imperfezione. Staranno essi perciò uniti coi vincoli di una vera ed indissolubile fratellanza, ed ognor pronti ad ajutarsi scambievolmente. Per quanto spetta ai loro popoli, si considereranno come padri di famiglia, in virtù della medesima fratellanza che li anima, e ciò allo scopo di proteggere la religione, la pace e la giustizia. Per conseguenza, si terranno tutti come membri d'una medesima nazione cristiana, il cui capo è Dio stesso, non essendo i sovrani che i delegati di esso, e si assumono l'obbligazione di sostenersi reciprocamente e darsi prova di un mutuo affetto, raccomandando ad un tempo ai loro popoli, colla più tenera sollecitudine, di fortificarsi nei principii e nella pra- . tica dei doveri che il divino Redentore ha insegnato agli uomini. Gli altri potentati cbe vorranno aderire ai sacri principii sui quali quest'atto è fondato, saranno ammessi in questa santa alleanza colla più tenera» premura ed affezione.
Siccome i tre primi Begnatarii del trattato appartenevano ad altrettante confessioni differenti, era dal canto loro dimostrare un grand'esempio di tolleranza, cui duole non siasi associato il capo della Chiesa cattolica. Checché ne sia, il re di Francia ed il principe reggente d'Inghilterra non tardarono ad accedere alla contratta alleanza, ma soltanto personalmente, non volendo Luigi XVIIl farne una quistione di Stato, ed opponendosi la consuetudine del Parlamento britannico a che il Governo s'impegnasse in una dichiarazione di principii cui potesse quindi essere avvinto nelle gravi politiche contingenze. Giacché quel trattato riducevasi a mere dichiarazioni, non obbligando in sostanza a nulla di positivo, e non potendo venire direttamente applicato che in virtù di ulteriori stipulazioni. Il re dei Paesi Bassi vi accedette a sua volta il di 21 giugno 1816, ed il suo esempio venne seguito da tutti gli altri Stati di ogni ordine, monarchie e repubbliche, non escluse le città Anseatiche, l'ultima delle quali aderì il 12 agosto 1817. In un ool pontefice, gli Stati Uniti d'America furono i solit^
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