Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SANTONINA. - SANTORINI GIOVANNI DOMENICO
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turiges) Vivisci, una delle cui città era Burdigala (oggi Bordeaux). Strabone ne fissa la dimora ancor più chiaramente laddove asserisce scorrere la Ga-ronna nel mare fra i Biturigi Josci (lo stesso che Vivisci) ed i Santoni, entrambi popoli celtici; ed in altro passo colloca i Pittoni e Santoni sulle sponde dell'Atlantico, ed i primi al N. dei secondi, il che definisce esattamente la loro posizione. Cesare non fece mai guerra a cotesto popolo, o seppur la fece, non ne fa punto cenno; si procacciò bensì e dai Pittoni e dai Santoni delle navi per muovere contro i Veneti e debellare questi con battaglia navale; e ciò dimostra che Santoni e Pit-toui erano gente di mare (B. Cr., ni, 11). Quando Verciugetorige, nel 52 av. 0., andava aizzando le tribù galliche contro Cesare, costui si assicurò del-l'ajuto dei Pittoni e di tutti gli Stati che confinano coll'Oceano , espressione che inchiude i Santoni, sebbene non vengano questi nominati. Ma i medesimi spedito avevano all'assedio di Alesia dodicimila uomini (B. G.t vii, 75); e uell'enumerazione cbe fa Plinio dei popoli gallici (ìv, 33), vengouo essi appellati Liberi. Si era denominato dal loro nome Saintonge, prima della rivoluzione, quel territorio, il cui tratto principale s'iuchiude oggi nello scompartimento della Charente Inferiore. La spiaggia del santonico territorio è bassa e paludosa, ma l'interno vi ò in generale piano e fertile. Il D'An-ville supponeva che il territorio stesso comprendesse la diocesi di Saintes e la piccola provincia di Aunis. Parecchi scrittori parlano dell'assenzio di cotesto paese, per esempio, Plinio (xxvu, 38) e Marziale (Ep. ix, 95), in cui leggesi :
Santonica medicata dedit mihi pocuìa virga;
e da Marziale (xiv, 428) e da Giovenale viene ricordata (vm, 145) una cocolla col nome di santonica (santonicus cuculine, cocolla, veste di lana con cappuccio iu uso presso i Santoni) ; e sembra che pan-nilani grossolani venissero importati dalla Gallia nell'Italia. Nelle medaglie dei Santoni vedesi raffigurato un cavallo nell'atto di slanciarsi al corso, colla leggen a Santones od abbreviata Sant.
SANTONINA (chim. farm.). — Corpo neutro, che si può tuttavia combinare colle basi, cristallizzabile, fusibile, volatile, amaro, acre, isolato dalle cime fiorite dell'artetnma santonica. È un glucosio che, sotto l'azione di acidi diluiti, si scinde in glucosii e in santoniretina. Si amministra come antielmintica. Gli ammalati che la usano vedono gli oggetti colorati in verde.
SANT'ONOFRIO (geogr.). — Comune in provincia di Catanzaro, circondariodi Monteleone, con2619 abit.
SANTOREGGIA (Saiureja) (hot. e orticult.). — Genere di piaute appartenente alla didinamia gimno-spermiadel sistema sessuale, alla famiglia delle labiate, tribù delle saturejee. Le specie componenti cotesto genere, già assai numerose, sono state ridotte ad una diecina da Bentham (in Dec.prodr.), il quale riferì il maggior numero ad altri generi, assegnando a questo i caratteri seguenti : calice campaniforme, con dieci nervi, eguale, a cinque denti, od a due labbra poco distinte, colla fauce internamente nuda o munita di peli radi ; corolla col tubo eguale al calice od alle brattee embri-
cianti, col lembo a due labbra, di cui il superiore eretto, piano, intiero o smarginato,/l'inferiore patente, trifido, a lobi piani e quasi eguali ; quattro stami distanti, conniventi sotto il labbro superiore o sporgenti ed alquanto divaricati all'apice ; antere a due logge parallele o divergenti ; stilo quasi egualmente bifido alla sommità, coi lobi lesiniformi. Le specie comprese nei limiti attuali di cotesto-genere sono erbe o suffrutici aromatici, nativi dell'Europa, una sola dell'America settentrionale, a foglie piccole, intierissime, spesso fascicolate nelle ascelle ; falsi verticilli, ora pauci-flori con brattee brevi onulle; oramoltiflori ovvero aggregati a capolino e muniti di brattee. La seguente è quella che maggiormente interessa.
Santoreggia comune (satureja hottensis L.). — Erba anuua, folta, alta circa tre decimetri ; fusto ramificato fin dalla base, spesso rossiccio, peloso del pari che i rami, i quali sono divergenti, asceu-deuti alla base, subfastigiati ; foglie lanceolate-lineari, acute, subcoriacee, punteggiate, ristrette in uu picciuolo brevissimo; piccole cime sessili o sub-sessili, ascellari, fatte di tre a sette fiori più o meno distauti, coi pedicelli brevissimi; denti del calice prolungati sino alla metà del tubo della corolla, rigidi, subeguali, ispidi; di colore lilacino, col labbro superiore breve, largo, smarginato, col labbro inferiore a lobi brevi, ovali-rotoudati, il medio smarginato; stami oltrepassati dai lobi della corolla; antere violette; nucule ellissoidi, ottuse. Questa specie nasce nell'Europa meridionale e coltivasi generalmente negli orti per condimento, ed ha sapore ed odore aromatico penetrante, gradevole, per cui la si aggiunge opportunamente ai cibi poco saporiti o flatulenti, come le fave, i piselli, le lenticchie: la sua coltivazione nou richiede veruna cura, adattandosi a qualunque terreno ed a qualunque esposizione, purché non sia troppo umida, e riseminandosi da se stessa.
SANTORELLI Antonio (biogr.). — Medico, nato nel 1581 a Nola, morto il 1° ottobre 1653 a Napoli. Dopo aver professato alle Università di Pisa, Padova e Bologua, fu richiamato nel 1648 a Napoli dal conte d'Onate, viceré, e nominato primo medico del regno. Abbiamo di lui : Antepruxis medica lib. XXI (Napoli 1622,1633, in-4°, e 1651, in-fol.); Postpraxis medica, seu de medicando defuncto lib. 1 (ivi 1629, iu-4°); Desanitatis natura lib. XX11 (ivi 1643, in foi.).
Vedi: Toppi, Btbl. napolitano — Crasso, Elogi (u) — Eloy, Di et. hist. de la méd.
SANT'ORESTE (geogr.). — Comune in provincia e. circondario di Roma, con 1828 abitanti.
SANTORINI (anat.). — Varie parti interne del corpo umano, portano tal uome da quello del celebre anatomico di cui nell'articolo seguente i Canale di S., Fessura di S., Tubercoli di S., ecc.
SANTORINI Giovanni Domenico (biogr.). — Anatomico, nato nel 1681 a Venezia, ove morì, il 7 maggio 1736. Dopo aver ricevuto una buona educazione presso i Gesuiti, andò a Pisa a seguire i corsi di Malpighi, di Bellini e di Delfìni, vi ricevette il dottorato, e ritornò a praticare la medicina nella sua città natale. Nominato nel 1703 professore di anatomia, contò spesso fra' suoi uditori i magi-
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