Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
1266 SANTOROmediante esperienze, la quantità di tale escrezione. Santorio primo intraprese tal genere di ricerche e diede risultati d'osservazioni, fatte durante lunga serie di anni, sull'aumento e sulla diminuzione del peso del suo proprio corpo, e sull' influenza che hanno le cose interne su tale cangiamento. Si metteva in una bilancia fatta appositamente, e dopo di aver pesati gli alimenti e le bibite che gli erano necessarie nel periodo di ventiquattrore, ne comparava il peso con ogni maniera di dejezioni, quindi calcolava la quantità del fluido ch'era uscita per insensibile traspirazione. Teneva conto di certe circostanze che potevano far variare tale quantità, di cui la diminuzione gli sembrava che fosse la causa della più parte delle malattie. Egli distingue con gran cura la traspirazione insensibile, che dicesi pure santoriana, dal sudore, ed osserva che all'invasione di questo susseguita la soppressione di quella. Stabilisce l'esistenza delle due specie di traspirazione cutanea, una che sopravviene alla fine del sonno, l'altra concomitante lo stato di veglia. Non è sempre d'accordo con se medesimo intorno alla quantità di fluido che esala dai pori della pelle nel periodo di ventiquattr'ore : perciò in un luogo egli valuta che tale quantità sia tre libbre grosse (chil. 1,43), in un altro tre libbre e mezzo (chil. 1,70) e altrove anche più. Siccome non espose i metodi delle sue esperienze e non ne disse i risultati che in modo aforistico, senza addurne i particolari, è impossibile di credervi come ad oracoli, nè di aderire agli elogi fattine al suo tempo. Si può con ragione rimproverargli di non aver nel suo calcolo delle perdite giornaliere tenuto nessun conto di quelle della perspirazione polmonare, della saliva e di alcune altre di un ordine secondario; di non riguardare nè all'età, nè al clima, nè ad altre circostanze esterne che dovevano modificare certamente i risultati delle sue esperienze; e soprattutto di aver disconosciuto la grande influenza dell'assorbimento cutaneo, mediante il cui accrescimento è assai più facile spiegare quello del peso del corpo che valendosi della soppressione della traspirazione. L'importanza che Santorio dava a quest'ultima per la conservazione della salute è inoltre soverchiamente esagerata, da che hawi di molte persone le quali traspirano poco o nulla, e pure sono sane; si può aggiungere che in diverse malattie la traspirazione non prova la menoma lesione. Finalmente, se il libro di Santorio fu utile ai veri dotti, indusse gli ignoranti ad abusare del metodo sudorifico nella cura delle malattie. Ippolito Obicio da Ferrara, geloso della gloria di Santorio, lo criticò amaramente iu una produzione intitolata Staticomastix, seu statica medicina demolitio (Ferrara, 1615, in-4°): lo accusa di avere arrischiato un sistema pieno d'incertezze, di aver attinto l'idea della sua bilancia nelle opere del cardinale Cuza, ecc. ecc.; Commentarius in I fen. I libri canonis Avicenna (Venezia 1626, in fol., 1646, in-4°). Tale libro è notabile per le cose nuove che racchiude : vi si trova l'applicazione del termometro e dell'igrometro all'arte medica; l'invenzione d'un pulsilogo che determina la celerità del polso ed indica centrenta variazioni; quella d'uno strumento per estrarre il calcolo dall'uretra, d'un letto sospeso per muo-
LIONARDOvere facilmente l'ammalato, di bagni che postone prendere, senza UBcir di letto, le persone troppe deboli, ecc.; Commentario in pritnam sectionm aphorismorum Eippocratis, et liber de inventione remediorum (Venezia 1689, in-4°). In tale opera Sautorio biasima fortemente i medici che permettono molti alimenti ai loro malati; osserva che per trar profitto dagli Aforismi d'ippocrate, bisogna leggerli nell'ordine che Galeno ha stabilito. 11 libro De remediorum inventione fu ristampato a Ginevra (1631, in-4°). Le opere di Santorio furono pubblicate a Venezia (1660. 4 voi. in-4°).
Vedi: Graudi, Elogio di S. Santorio (Venezia 1671 ) - Cogrossi, Saggi della medicina italiana, ecc., ne' quali le invenzioni del Santorio s'illustrano (Padova 1724) Capelli, De vita diarissimi viri Sanctorii olim in Patavino gymnasio medicina» theoricam primo loco profìtentis , sermo liber (Venezia 1750).
SANTORO Lionardo (biogr.). — Isterico che nacque in Caserta l'anno 1474, e mori il 28 ottobre del 1569. Fu dottore di legge, e si mostrò ver-satissimo nelle storie e ne' maneggi del mondo. — Presentò in Arpaja a Lautrec, in segno di obbedienza, le chiavi mandategli da Caserta, e fu necessitato d'andare due volte la settimana per conto della grascia al campo de' Francesi che atringevaoo e combattevano Capua. Liberata Napoli dall'assedio postole da Lautrec, fu partecipe delle sciagure comuni e private, stette più mesi sostenuto in prigione, pati la confiscazioue de' beni e venne dichiarato ribelle. Protetto di poi da don Luigi Icartes, nuovo signore di Caserta, fu dichiarato innocente con larghissima assoluzione. 11 viver suo fu molto amareggiato dalla ferita mortale ricevuta da Carlo padre suo, dall'essere stato ucciso il suo fratello Pasquale da' soldati francesi, e dalla immatura morte dell'altro suo fratello Fiorillo. Fu ancora per la potenza de' suoi nemici e per le scorrerie d'un Gaspare Rovo detto Collo, terribile fuoruscito, costretto, a sgomberar la patria, ed esercitare alena tempo in Gravina l'ufficio di vicariato di quella chiesa. Scrisse una storia pregevolissima: Dei successi del sacco di Roma e guerra del regno di Napoli sotto Lautrec, che rimase per lungo tempo inedita e fu alla fine pubblicata iu Napoli, l'anno 1858, da Scipione Volpicella, il quale latraste da un codice della biblioteca della sua famiglia e vi premise un breve cenno della vita dei suo autore.
SANTORO Lionardo (biogr.). — Nato in Solofra; morto di novaut'anni in Napoli il 30 aprile 1853. Studiò le scienze mediche ed ebbe speciale propensione per la chirurgia. Ma quesia, ben lungi dal considerarla, come si faceva ancora da moltissimi, una semplice pratica empirica, egli ben presto conobbe esserle indispensabile un fondamento scientifico, che doveva trovarsi nella perfetta conoscenza delle scienze mediche. Pose cosi le fondamenta della vera medicina operatoria, la quale poteva giovarsi delle pratiche in uso come di quelle dimenticate , ed alcune infatti il Santoro ripose in onore con successo, come l'acqua fredda per la cura dell'aneurisma, ed il fuoco per altre malattie. Ma principalmente fu egregio nella cistotomia e e litotomia, di cui stabili le vere norme, che met-
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