Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
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SANT ULDERICO PI TRETTO (geogr.). - Comune nella provincia di Vipeuza, circondario di Schio, con 2686 ahitanti.
SANTU LUSSURGIU {geogr.). — Comune nel circondario di Oliatane, provincia di Cagliari, con 4931 abitanti.
SANT'URBANO (geogr.). — Comune nella provincia di Padova, circondario d'Este, con 3535 abitanti.
SANUDO Marco (biogr.). — Duca dell'Arcipelago, nato verso il 1153, morto a Nasso nel 1220. Allorché i crociati francesi e veneziani si furono impadroniti di Costantinopoli (12 aprile 1204) e che Baldovino venne eletto imperatore, il trattato di divisione attribuì a Venezia parte dell'Impero. In questi nuovi possessi si annoveravano molti porti ed isole, dal golfo Adriatico sino al Bosforo. Il governo della Repubblica, vedendo l'impossibilità di occupare ad un tempo un sì gran numero d'isolati, accordò , nel 1207 , a tutti i cittadini veneti la permissione di armare per conquistare le isole dell'Arcipelago e i porti della costa non ancora sottomessi, a condizione che li tei rebbero come feudi della Repubblica, riserbandosi solo Candia e le isole del Mar Jonio. In virtù di quella concessione, Marco Sanudo, che discendeva da una delle più antiche famiglie di Venezia, e che erasi segnalato nella presa di Costantinopoli, s'impadroul dell'isola di Nasso, a cui aggiunse tosto Paro, Melo ed Ori-nea. Creato principe dell'Impero e duca dell'Arcipelago da Enrico, fratello e successore dell'imperatore Baldovino, divenne ambizioso al punto di voler togliere Candia ai suoi compatriota. Approfittando dei torbidi che i Genovesi eccitavano fra i Candioti, battè dapprima il generale veneto; ma battuto asua volta, fu costretto di fuggire a Nasso, donde fece pervenire una spiegazione della sua condotta al Senato della Repubblica, cbe l'aggradì per evitare nuove discordio. Egli morì pochi anni dopo, all'età di sessantasette anni, lasciando un figliuolo, Angelo, che gli succedette.
I discendenti di Marco Sanudo conservarono per quasi quattrocento anni il principato e il titolo di duchi dell'Arcipelago.
Vedi: Darù, Bist. de Venise — Sismondi, Hist. des républ. italiennes (", c. xiv).
SANUTO Marino, detto Torsello o VAntico (biogr.). — Ne abbiamo toccato alle voci Marln Sanuto Torsello; qui aggiungiamo alcuni dati biografici. Cronista, nato a Venezia, morto dopo il 1330. Era figliuolo del senatore Marco Sanuto, ed i suoi antenati avevano cinque volte, sotto il nome di Can~ diani, occupato il primo posto della Repubblica. Fin dalla gioventù, invaso dallo spirito delle crociate e da un ardente desiderio di conoorrere alla liberazione della Terra Santa, fece ben cinque volte il viaggio d'Oriente, esplorando Cipro, Rodi, l'Egitto, l'Armenia ed altre contrade. Reduce dal suo ultimo viaggio (1306), compose il Làber secre-torum fideUum super Terree Sanctce recuperatane, ove descrive esattamente i paesi veduti ed i costumi degli abitanti, non che le guerre intraprese ppv toglierli agli infedeli^ Il primo libro, secondo Foscarini, può essere riguardato come un trattato compiuto sul commercio e sulla navigazione di quel tempo, ed anche di tempi più antichi ». Sanutoaggiunse all'opera sua quattro carte, per il Medi-terraneo, il mare ed il continente riuniti, la Terra Santa e l'Egitto. Terminato il suo lavoro, si presentò a parecchi principi d'Europa, per eccitarli ad una nuova crociata, vide il papa Giovanui XXII ad Avignone (1321), e gli offrì il suo libro, scrisse a molti personaggi importanti ; ma tutto fu inutile. 11 libro e le lettere di Sanuto sono stati pubblicati nel 1611 da Bongars nelle Gesta Dei per Franeos (Hanau, t. u, in-fol.).
Vedi: Foscarini, Letteratura veneziana —Imo, Memorie de' scrittori veneti — Postanque, De Marino S'inuto (Mompellieri 1856, in-8°).
SANUTO Marino, detto il Giovane (biogr.). -Sto rico, nato il 22 maggio 1466 a Venezia, ove mori nel 1535. Pare fosse della stessa famiglia del precedente. Uomo di notevole talento, di singolare erudizione e di rara modestia, fu membro dell'Accademia fondata da Aldo il vecchio, e scrisse io italiano un'ampia cronaca della Repubblica di Ve nezia (421-1493), pubblicata nel 1733 negli ltàl. script, del Muratori (t. xxn) col titolo seguente : Vi tee ducum venetorum, ab origine urbis 11 Chro-iiicon Venetorum che il Muratori pubblicò(t xxit) attribuendolo a Sanuto, probabilmente non gli appartiene. Il Catalogo dei manoscritti della biblioteca Nani cita di lui : Vite de suoi pontefici, fino a Pio 111; e quello della biblioteca Farsetti: Storia della guerra di Ferrara che, ebbe la Repubblica di Venezia col duca Ercole d'Este.
Vedi: Filippo di Bergamo, Suppl. Chronicor.-Frà Modesto, Venetiados (1. xi) — Tiraboschi, Stor. della lettor, ital. (t. vi, pt. li).
SANUTO Livio (biogr.). - Geografo del sedicesimo secolo, morto prima del 1588. Era figliuolo del senatore veneziano Francesco Sanuto, che gli fece dare una solida istruzione e lo mandò a studiare le matematiche nelle più celebri Università d'Al-lemagna. Ei non si limitò alle speculazioni della scienza, ed applicando i principii della teorica alla soluzione dei problemi d'astronomia e di geografìa, produsse un'opera notevolissima per quel tempo, benché l'autore, morto a ciuquautasei anni, non ubbia potuto terminarla. Non fu pubblicata che dopo la sua morte, col titolo di Geografia di Livio Sanuto (Venezia 1588, in-fol.), ed è divisa in cinque libri. 11 primo contiene l'esposizione de' mezzi d'osservazione ed una Ferie di spiegazioni sull'inclinazione dell'ago calamitato. Nel secondo, dopo schiariti alcuui passi di Tolomeo, l'autore stabilisce le grandi divisioni del proprio lavoro in Tolmaico (Europa, Asia, Africa), in Atlantico (America), ed in Australia, vale a dire le parti allora scoperte delle isole australi e della Nuova Olanda, o quelle che il geografo immaginava, e il calcolo dei matematici prevedeva. Gli altri dieci libri sono intieramente consacrati alla descrizione dell'Africa; e questa è la parte di gran lunga migliore dell'opera sua, cbe fu arricchita di dodici carte disegnate da Livio ed incise da suo fratello Giulio, e di nn censo sulla vita dell'autore, scritto dal suo amico 3*ra-ceni. L'Agostini dice che Livio fece anche un planisfero celeste; ed il Tiraboschi, oltre ad altre poesie, cita di lui una traduzione in versi polimetri del Batto di Proserpina di Claudiano (Venezia 1551).
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