Nuova Enciclopedia Italiana - Volume di Gerolamo Boccardo
SAN VITALIANO - SAN VITO
1271
qaenza nella patria Università e segretario perpetuo dell'Accademia di belle arti. Si disposò a Giuseppina Fulcberi, piemontese di forte animo e di colto ingegno, cbe l'allietò di bella prole. Edu^ cato alla severa scuola del Mazza, come abbiam detto, e innamorato di Dante, temperò il suo stile al fare antico, rivestendo sempre di maschie forme o di modi eleganti e stringenti i pensieri, che immaginosi e spontanei in lui sgorgavano da una vena non punto esaurita negli anni più tardi. Con tali forme condusse la versione della Medea di Seneca, scrisse lirici componimenti ed una corona di classici sonetti, nei quali ritrasse il carattere de' nostri sommi poeti, e dettò varii canti del suo poema, La luce eterea, rimasto inedito.
Caldo di amor di patria, fu involto nei moti del 1821, e per pressione di Vienna al governo di Parma, sostenuto nel castello di Compiano, poi rimesso in libertà, attese agli studii prediletti, pur sempre agognando la incipendenza della patria, che di francese vedea fatta austriaca. Nel 1831, caduto per poco il reggimento ducale, fu eletto uno dei capì del Governo provvisorio : e male gliene incolse, perchè a breve tratto tornata la duchessa con austriache soldatesche, egli dovè prendere la via dell'esilio colla moglie e colla famiglia, e ricoverò in Francia. Quivi per l'ingegno e la nobiltà del carattere fu ammirato dai dotti, ma le amarezze dell'esilio gli ispirarono uno de' suoi più stupeudi componimenti che intitolò Nostalgia. Nel 1840 fu consolato, e rimpatriò; e tutto si versò in prò delle lettere e delle scienze, e caldeggiò gli studii intorno le terre palustri che in pochi anni salirono a tanta fama, massimamente nei congressi scientifici, a parecchi dei quali assistette. Involto nella fantasmagoria del 1848, gli fu mestieri ripigliare la terza volta i duri passi dell'esilio. Si ridusse a Genova e quel Municipio nominollo suo primo bibliotecario, e vi stette sei anni, dopo i quali ottenne di ritornare a Parma.
Rimastovi tranquillo quisi un lustro, di quivi gli parve più bello veder la cacciata degli Ai.striaci dalla Lombardia, e seguita l'annessione del ducato al reame d'Italia, sedette fra i deputati del primo Parlamento italiano. Fu tosto riassunto con grado emerito alle cariche da lui occupate innanzi; ma l'età grave e le infermità esercitando i loro funesti effetti, lo consigliarono a dimettersi da ogni impegno, e solo consenti a non cessare dal presiedere la Deputazione di storia patria ; « e stringendosi a quest'uffizio (scrive il Martini), ch'eragli come divisa d'antico, onorato capitano degli studii, con essi ancora, con le rimembranze, con gli amici, e fra le cure agricole, stategli predilette sempre e fonte di Bperienzi, provava i couforti che sogliono accompagnare l'uomo egregio sino all'estremo confine della vita, conforti che a lui (vedovato già da tempo) accrescevano i ben degni e ben collocati figliuoli, e la costante, dilicatissima amorevolezza della sua seconda famiglia, quella del cugino paterno conte Luigi. Dopo aver condotto appo lui la parte più tranquilla de' suoi giorni, vi trasse l'ultimo stadio. Nel quale vedevi bensì, malgrado le tracce di un raro ingegno, lo stanco longevo; ma tal fiata egli faceva dimenticar sua vecchiezza, nonmeno che agli altri, a se medesimo ; ed ora nei raduni dello storico Istituto, or ne' colloquii famigliari gli si raccendeva a nuovi fulgori la fantasia, e maestoso ed abbondante scorrea quel fiumè di dottrina e di eloquenza. Ma venne il mattino del 3 ottobre ; chiamato ripetutamente, il conte Jacopo non rispose; i raggi del sole illuminavano un volto immobile; sembrava immerso in sopore profondo; era nel sonno di morte 1 Le sembianze non alterate; mantenuta la compostezza della persona ; le guancie ancor diffuse della tinta rosea che le colorava in vita, annunziavano placidamente avvenuto il trapasso ; parea mostrassero che in quella salma aveva albergato l'anima d'un buono ».
L'arma gentilizia dei Sanvitali si compone di una banda rossa da destra a sinistra diagonalmente, in campo d'argento. Dopo gli avvenimenti gloriosi cbe i Sanvitali ebbero contro Federico II, fecero oso della Dea Vittoria, sovrastante alla loro arma, in mezzo d'una corona a tre punte, vestita quella di colore azzurro, inghirlandata d'alloro, con lancia nella mano destra, con palma nella sinistra, e con due ippogrifi appoggiati ed incatenati ad una colonna, in cima della quale la Dea Vittoria vedesi collocata. Dopo la presa di Vittoria, costrutta in legno e difesa dagli eserciti di Federico II in prossimità del torrente Taro, contro i quali si segnalarono i Sanvitali, questi alla loro arma aggiunsero il motto: i Virius ubìque refulgit. Nel principio del secolo xv la banda rossa della loro arma chia-mavasi volgarmente dai Parmigiani i\ Sanguinaccio, pel suo rassomigliare ad un pezzo di budello pièuo di sangue, dal cbe presero forse alcuni cronisti a dire che la famiglia Sanvitali fosse anticamente chiamata dei Sanguinassi.
Scrissero della famiglia: Barotti, Memorie intorno alla vita del p. Giacomo Sanvitali della Compagnia di Gesù (Venezia 1757) — Affò, Memorie di Alberto e di Obisso Sanvitali, vescovi di Parma nel secolo XIII (ivi 1784) — Cerati, I Sanvitali, prose e versi (Parma 1787) — Litta, Famiglie illustri d'Italia — Adorni Giovanni, il suddetto, Ronchini Amadio in diverse pubblicazioni di storia patria e Federico Odorici — Martini Pietro, Discorso commemorativo del conte Jacopo Sanvitale (Parma 1867) — Litta, Le famiglie celebri d Italia, J. Sanvitale di Parma, tav. 3* — Il Parlamento italiano descritto dalcav. Caiani (1862).
SAN VITALIANO {geogr.). — Comune nella provincia di Caserta, circondario di Nola, con 2313 abitanti.
SAN VITO {geogr.). — Molti luoghi in Italia: S. V., proviucia e circondario di Cagliari, con 3804 abitanti. — S. V. al Tagliamento, provincia di Udine, capoluogo di circondario, con 8839 abitanti. — S. V. Chietino, circondario di Lanciano, provincia di Chieti, con 3964 abitanti. - S. V. dei Normanni, provincia di Lecce, circondario di Brindisi, con 8512 abitanti. - S. V. del Cadore, provincia di Bel-! luno, circondario della Pieve del Cadore, con 1490 abitanti. — S. V. di Fngagna, provincia di Udine, circondario di San Daniele, con 1282 abitanti. — S V. di Leguzzano, provincia di Vicenza, circondario di Schio, con 1725 abitanti. — S. V. In Monte, provincia di Perugia, circondario di Orvieto, con^.
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