Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di

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      PREFAZIONEQuii ignorai ti eloqutntivm el celerai arles detci-viut at illa veltri gloria non inopia ko/ninttrn rei1 delidia juveululis et ncglii/cnlia parenlim ri i«-tcùulia prxcipitnhum el oblivione morie antiqui *
      T*c. Diat. Dt Orai. 28.
      Dello scadimento delle lettere e delle buone arti le cagioni divisate dal romano scrittore per l'età sua quadrano maravigliosamente alla presente generazione si abbondante lodatrice di si quanto facile accusatricc delle passate. Lo scoramento nei giovani la negghienza ne' parenti il traviamento ne' maestri l'oblio del costume antico siccome rendono ragione a filo di storia della decadenza del romano impero cosi chiariscono lo stato punto niente florido del tempo die volge. Corrotto nei cardini suoi l'umano consorzio dechinarono dapprima cadder dipoi le scienze eie lettere; e comecché alcuni privilegiati ingegni stessero diga al torrente devastatore pure l'andazzo della universale licenza e della corruttela potè più che la voce della ragione. Quintiliano Plinio e Tacilo lottarono indarno per infrenare lo slargamene della invadente corruzione che inquinò ogni cosa la famiglia la scuola le credenze (1 ). La lingua di pura elegante splendida diformata di neologismi di solecismi di barbarismi mutò faccia a tal segno che Quintiliano ebbe a dire : Si antiquum sermonem nostro eomparemtts piene jam quidquid loquimur figura est (2). Né solo s'insozzò la lingua di forme e di voci strane ma di costrutti inusitati di locuzioni e modi barbari riprodotte le stesse disorrevolezze onde erasi affrancata nei tempi migliori. Animadvcr-tere est (scriveva Gellio) pleraque verborum latinorum ex ea significatione in qua nata sunt dccessisse vel in alìam longe vel ih proximam; eamque deccssionem factum esse consuetudine el imeitia temere dicenlium qua; eujusmodi sint non didicerint (ri). E quello clic alla lingua intervenne alla storia alla filosofia alla inorale a tutto lo scibile. A Tullio Virgilio Orazio Catullo Tibullo Properzio Terenzio Varrone G. Cesare C. Nipote e cento altri succedono Claudiano Ausonio Petronio Aurelio Vittore Cen-sorino Macrobio Frontone Prisciano. Ni più occorre dirne: y.%ùx'iU "A(h       L'Italia dopo lunghi anni di preponderanze straniere ridotta a tali termini da poter ripetere con Tacito: Memoria»! quoque ipsam cum voce perdidissemus si tam in nostra palesiate esset oblivisci quam tacere (4) sembrava in massima parte discliiattata da' suoi maE~'"ri. Surta quando Dio volle a vita novella non si contenne in quel giusto mezzo ove virtù riposa ma del presente suo stato inebbriata
      (1) CiBDON Declini and Fati of ite Roman Empire I (.'il Avi. Cell. Noci. A/tir. lib. X'II cap 23. (Londra 1851-55 con riliv;inti noie «lei Guiiol dlWtnik
      e di altri). i) la vita A>jri< ohi:. Il Von: nel limoso sonetto sul
      (2) Qci.ntu.. Oralor. Imlilul lib. ix a (ci. Tauri- [ C-ui^ri-i-so -li Virimi veritsin aroeole scrisse : C/i /lui/ri nensis tjp. Ponili» 1821 voi. 3°).. ' i'Ituliu « tjoli:mr e tu r«ni o.


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Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia Popolare
Rivista annuale (1870-1871)
di
Utet
1872 pagine 743

   

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Diat Orai Plinio Tacilo Quintiliano Gellio Tullio Virgilio Orazio Catullo Tibullo Properzio Terenzio Varrone Cesare Nipote Claudiano Ausonio Petronio Aurelio Vittore Cen-sorino Macrobio Frontone Prisciano Italia Tacito Memoria Dio Declini Fati Roman Empire I Avi Noci Londra Guiiol Wtnik Von Qci Oralor C-ui Virimi Ituliu Quintiliano