Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di

Intro (4/48)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      PREFAZIONEIX
      libri e gli eleiti cultori delle scienze e delle ledere. Sono gli uni e gli altri merccddio siccome furono in passato e saranno in avvenire ; ciò non neghiamo anzi amiamo di altamente porre in sodo e proclamare nella più solenne maniera. Ma non possiamo dissimulare che siamo offesi dal tanto insolentire dell'errore dal tanto ciahare di coloro ai quali se premesse del proprio onore gioverebbe esser muli ; ultimamente dui potere e prepoterc a baldanza d'iniquità fortunata ed impunita dei molli che timoneggiano gli Stati e che molto è se potessino stare d asse zzo. Ciò clic in altri termini vuol dire che sebbene non sia venuto meno nella novella Italia l'antico valore pure il mal seme del turbamento razionale e delle scapestrerie nel giro della speculazione tallisce prosperoso più e meglio che nel passalo. Onde sorge spontaneo il quesito: è egli possibile è agevole accorrere a tanto rovinio? Avvi potenza abile a fronteggiare la valanga paurosa? Crediamo diiTìcile malagevole non impossibile l'impresa. Ocuforum dice Cicerone voltando in latino un luogo d'oro di Platone est in tiobis nrn occirimus qui bus sapientiam non cerni mus: quam illa ardentes amores ejrcilarel sui sivideretur! (10). Qui giace Nocco. Drappellale in sul guardo delle genti la formosità della vera sapienza ; alla corrotta surrogate abilmente la virtuosa educazione; agli uomini rotti ad ogni libito di malfare affacciate i probi ed i saputi; brieve libri a libri massime a massime dottrine a dottrine strenuamente opponete e diamovi il capo a tagliare se non riuscirete a coprire d'onta la novella dottrina il novello stile la lingua novella. La menzogna si piace delle cose che pajono ed il bruito ed il falso sono più facili a trovare che a sfoggire; ma l'ingegno non volgare quella abborre questi dispregia nè prono o morbido dassi a provare alla turba a vii guadagno intesa. Gridino a loro posi» Epicuro e Zenone Senofane e Pirrone ; le speculazioni di Platone di Socrate di Aristotele si sovrappongono ai delirii dei primi e serban puro il concetto della scienza; Bruno Spinoza llobbes cedono a Vico a Cartesio a Leibniz ; come per non tesser cataloghi Locke Bentham e Kant a Diigald-Stcwarl al Rosmini a Vito Fornari. Ondecchè puossi senza tema di errare ripetere con buona ragione: Licei con-currant plebei omnes philosophi (sic cnim ii qui a Platone et Socrate et ab ea familia dissident appellando videntur) no» modo nifi il unquam lam eleganter explicabunl sed ne hoc quidem ipsum quam iubtiliter concltuum sii intellìgent (11).
      « L'uomo ha in se medesimo due bisogni essenziali da soddisfare; l'uno appartiene alla vastità del suo cuore l'altro per dir cosi alla profondità. Egli da una parte non si sazia neppure cibando l'universo e per quanti esseri contingenti voi gli diate gli rimane ancora altro bisogno. La moltitudine degli oggetti nello stesso tempo che l'incanta e seduce lo affatica ed opprime; ed è impossibile che l'uomo si sazii di una moltitudine qualunque di oggetti ch'egli non può abbracciare e dai quali tuttavia non può essere empito. Finalmente egli vi dimanderà un ordine nella stessa moltitudine; cercherà in essa qualche cosa di necessario e di uno ; e non sarà appieno mai soddisfatto fino che non abbia ridotto e sottomesso l'immensa varietà ed universalità delle cose ad un principio solo nella cui immutabilità ritrovi riposo e quiete mentale dove più altro non gli resti a cercare e desiderare perchè altro non esiste; dove sia empito e non affaticato dove non manchi nulla e non manchi neppure la più assoluta semplicità. Venuto l'uomo in questo assoluto sapere venuto nel conoscimento di una verità nella quale il tutto si semplifica e si risolve oltre a cui non resta inquietezza di ricerche è calmo è soddisfatto ; egli può vedere tranquillamente altresì quale sia il posto che occupa egli medesimo nel tutto e come debba guardare quel posto per non violare un ordine che tanto ha cercalo e sottomettersi al principio che unifica tutte le cose acciocché anch'cgli entri nella grande unità e non la turbi in quella unità clic ha conosciuto per l'estremo
      (10) De fìnibut bon. et mal Ut. Il cip. 16. I) luogo I ouy «pfrmi Jeivoùc yip vafiìy.n lfwric et tc toioùtw di Platone è tolto al cip. 05 del Vedrò : *0 i« -fif Wtv fov. Lutiti) ?5v 5-.ì toù «ujiiTof tf/mi «iaOr'otM* ?p«vr ?tc (ti) Cic. Tuteul. DÒ. ad il. BrHtum lib.l cip. 23.
      Sn»l. all'Ekoicl. tot. itil. Tot. VL II


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia Popolare
Rivista annuale (1870-1871)
di
Utet
1872 pagine 743

   

Intro (4/48)






Stati Italia Tìcile Cicerone Platone Nocco Zenone Senofane Pirrone Platone Socrate Aristotele Bruno Spinoza Vico Cartesio Leibniz Locke Bentham Kant Diigald-Stcwarl Rosmini Vito Fornari Licei Platone Socrate Jeivoùc Platone Vedrò Wtv Tof Cic Tuteul Htum Ekoicl Crediamo Ondecchè Tot