Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di
PREFAZIONEIX
libri e gli eleiti cultori delle scienze e delle ledere. Sono gli uni e gli altri
merccddio
siccome furono in passato e saranno in avvenire ; ciò non neghiamo
anzi amiamo di altamente porre in sodo e proclamare nella più solenne maniera. Ma non possiamo dissimulare che siamo offesi dal tanto insolentire dell'errore
dal tanto ciahare di coloro ai quali
se premesse del proprio onore
gioverebbe esser muli ; ultimamente dui potere e prepoterc a baldanza d'iniquità fortunata ed impunita dei molli che timoneggiano gli Stati
e che molto è se potessino stare d asse zzo. Ciò clic
in altri termini
vuol dire che
sebbene non sia venuto meno nella novella Italia l'antico valore
pure il mal seme del turbamento razionale e delle scapestrerie nel giro della speculazione tallisce prosperoso più e meglio che nel passalo. Onde sorge spontaneo il quesito: è egli possibile
è agevole accorrere a tanto rovinio? Avvi potenza abile a fronteggiare la valanga paurosa? Crediamo diiTìcile
malagevole
non impossibile l'impresa. Ocuforum
dice Cicerone
voltando in latino un luogo d'oro di Platone
est in tiobis nrn occirimus
qui bus sapientiam non cerni mus: quam illa ardentes amores ejrcilarel sui
sivideretur! (10). Qui giace Nocco. Drappellale in sul guardo delle genti la formosità della vera sapienza ; alla corrotta surrogate abilmente la virtuosa educazione; agli uomini rotti ad ogni libito di malfare affacciate i probi ed i saputi; brieve
libri a libri
massime a massime
dottrine a dottrine strenuamente opponete
e diamovi il capo a tagliare se non riuscirete a coprire d'onta la novella dottrina
il novello stile
la lingua novella. La menzogna si piace delle cose che pajono
ed il bruito ed il falso sono più facili a trovare che a sfoggire; ma l'ingegno non volgare quella abborre
questi dispregia
nè prono o morbido dassi a provare alla turba a vii guadagno intesa. Gridino a loro posi» Epicuro e Zenone
Senofane e Pirrone ; le speculazioni di Platone
di Socrate
di Aristotele si sovrappongono ai delirii dei primi e serban puro il concetto della scienza; Bruno
Spinoza
llobbes cedono a Vico
a Cartesio
a Leibniz ; come
per non tesser cataloghi
Locke
Bentham e Kant a Diigald-Stcwarl
al Rosmini
a Vito Fornari. Ondecchè puossi
senza tema di errare
ripetere con buona ragione: Licei con-currant plebei omnes philosophi (sic cnim ii qui a Platone et Socrate et ab ea familia dissident
appellando videntur)
no» modo nifi il unquam lam eleganter explicabunl
sed ne hoc quidem ipsum quam iubtiliter concltuum sii intellìgent (11).
« L'uomo ha in se medesimo due bisogni essenziali da soddisfare; l'uno appartiene alla vastità del suo cuore
l'altro
per dir cosi
alla profondità. Egli da una parte non si sazia neppure cibando l'universo e
per quanti esseri contingenti voi gli diate
gli rimane ancora altro bisogno. La moltitudine degli oggetti
nello stesso tempo che l'incanta e seduce
lo affatica ed opprime; ed è impossibile che l'uomo si sazii di una moltitudine qualunque di oggetti
ch'egli non può abbracciare e dai quali tuttavia non può essere empito. Finalmente
egli vi dimanderà un ordine nella stessa moltitudine; cercherà in essa qualche cosa di necessario e di uno ; e non sarà appieno mai soddisfatto
fino che non abbia ridotto e sottomesso l'immensa varietà ed universalità delle cose ad un principio solo
nella cui immutabilità ritrovi riposo e quiete mentale
dove più altro non gli resti a cercare e desiderare
perchè altro non esiste; dove sia empito e non affaticato
dove non manchi nulla e non manchi neppure la più assoluta semplicità. Venuto l'uomo in questo assoluto sapere
venuto nel conoscimento di una verità nella quale il tutto si semplifica e si risolve
oltre a cui non resta inquietezza di ricerche
è calmo
è soddisfatto ; egli può vedere tranquillamente altresì quale sia il posto che occupa egli medesimo nel tutto
e come debba guardare quel posto
per non violare un ordine che tanto ha cercalo
e sottomettersi al principio che unifica tutte le cose
acciocché anch'cgli entri nella grande unità e non la turbi
in quella unità clic ha conosciuto per l'estremo
(10) De fìnibut bon. et mal
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