Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia di

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      i ADRIATICO MAREe dell'Italia dall'estremo Adriatico. Noi possiamo Tederei melilo delle persone delle poste e delle merci preziose grado grado e seguitare per secoli questi meravig'iosa espan quali venendo dall'Oriente possono giovarsi delle più celeri
      .! ...
      : durante la quale se V tema con Genova in tutto l'Ori l'Adriatico dove eoo ragione quanto Roma nell'estendervi li biamo velluto le grandi espansi» l'Australia ed in tutto il mondo le glorie di Venezia di Pi: e di Genova che le procedettero in Oriente devono sembrar* ancora maggiori di quelle di Roma. E parlando di Venezli in particolare possiamo vederlo aocbe dagli effetti durati dopo la sua decadenza.
      Ma ormai abbiamo da parlare non di Venezia si d'Itali che raccolse l'eredità delle sue glorie antiche e che può trovare in tutto il Levante le memorie e le tracce delle espansioni adriatiche. Lasciando adunque il passata entriamo nella storia presente dell'Adriatico per giudicarne l'avvenire in prò' della patria comune. Venendo ai fatti recenti il Valussi pone in sodo che dal 1815 la preponderanza germanieo-slava fu sostituita all'italiana nel mare predetto e tocca molto finamente delle tendenze tedesche a padroneggiarne le acque. Poi esamina le condizioni vecchie nuove e recenti degli Slavi del mezzogiorno sull'Adriatico e nella valle del Danubio; pondera il lavorio dei medesimi per costituire la propria nazionalità e i diversi caratteri del movimento slavo; ultimamente segue con sguardo acuto le correnti continentali germanico-* la ve nell'Adriatico. Trova l'Italia minore di Venezia sull'Adriatico e sciorina I fatti storici moderni che costiti «cono per l'Europa settentrionale incontrastabili diritti sul detto mare; quindi la lotta per l'esistenza propria dell'Italia.
      III. Elione dell'Italia; parli dell'Adriatico; marineria e marinai. — Se vogliano realmente opporre un argine all'Invasione marittima di altre nazioni sull'Adriatico dobbiamo portare ad esso la maggior somma possibile di attivili) nostra. Poirbè i porti italiani dell'Adriatico non appartengono tulli all'llalia e poiché il traffico marittimo è una delle sorgenti primarie di prosperili e potenzi per l'Italia deve essere nostro primo studio di portare ai nostri porli lutto quel tra dico che loro ai appartiene tutto quello che per essi si può fare partecipando col nostro naviglio commerciale nella piò larga misura possibile al traffico marittimo che si fa nei porti dell'Adriatico cbe non ci appartengono. Se ci affrettiamo a migliorare la condizioni dei nostri porli e le comunieazioni interne ed internazionali coi paesi transalpini specialmente[I punto della lotta colli centrali in guisa che per i nostri porti possa dirigersi J non nostra. Saremmo però di preferenza una parie del traffico marittimo che ha lo afogo nell'Europa centrale conseguiremo facilmente il primo scopo. Ma dobbiamo pensare che primeggiando sul mare il naviglio mercantile italiano polri fare anche con suo profitto il traffico per conto altrui. Se quel traffico che si andrà svolgendo tra il sud-est ed il nord-ovest e che può di-io farlo nostro ci appar-e tale scopo però ci vuole ciò aia dobbiamo essere cosa e dedicarvi con pro-e. Dovremo quindi prima ulti I nostri porli sul-
      rigersi per l'Adriatico noi aapesaiti terrebbe naturalmente. Per ottener uno sforzo corrispondente. Perchè tulli convinti dell'importanza della posilo deliberato tulle le nostre forz di tulio sollecitamente migliorai l'Adriatico ; e ciò il afera d'
      gareggiò di attività e po-1 comunicazioni mediante le strade ferrate che valicando ile fu la vera (ignora del-1diversi passi alpini dell'Italia portano un tale movimento al i potè dire che fu grande J più presto nella parte continentale dell'Europa e nelle isole ma civiltà. A noi che ab-ideila Gran Bretagna. Quella parte di tale movi mento che tnropee nell'America nel-1 appartiene all'Italia Tari capo easa pure ì Brindisi. Adunque ' dobbiamo fare in modo cbe ed il porto di Brindisi e le comunicazioni marittime interne ed internazionali mediante le strade ferrate rispondano a questo scopo. Un altro porto idriatico d'importanza è quello d'Ancona la cai sfera d'azione é indicala dalla posizione di esso. Tale porto non può soddisfare allo scopo particolare della maggior celerilà a cui serve quello di Brindisi ; nò a quello del traffico di transito a buon mercato delle merci di maggior volume e meno preziose pel commercio transalpino come quello di Venezia. Però al pari di quegli due porli serve al commercio intemazionale di un certo raggio all'intorno. Non ci sono forse altri porti italiani sull'Adriatico facilmente riducibili a servire a ciò- sebbene Bari Ravenna e qualche altro possano col tempo acquistare in proporzione dei progressi agricoli interni che aumenteranno il loro commercio di esportazione.
      Il porto italiano dell'Adriatico che ha importanza per il traffico transalpino è soltanto quello di Venezia ed a queato è menomata pur troppo la sua dai porti che Irovansi In mano dell'Austria. Tanto maggior ragione adunque ti ha di tenerne il maasimo conto di migliorarlo di dargli una navi-gazione a vapore la più estesa possibile di agevolargli Colle iirade ferrate il traffico coi paesi transalpini per appropriargliene almeno quella parte cui esso può far sua con vintaggio rispetto ai porti che non sono in possesso dell'Italia
      Tutti e tre questi porti hani commercio internazionale con ti faranno capo anche i porli minicabottaggio che deve trasmettersi a quella 'di lungo corso. Anche sotto tale aspello l'importanza maggiore è quella di Venezia dove dovranno approdare In maggior numero I ba-atimenli che fanno il traffico di lungo corso ; e ciò perché II raggio è più esteso giacché entra in essa la navigazione di caboltaggio che si fa sul Po sull'Adige e sugli altri Ganti e canali navigabili andando lino al tonfine del regno nel Friuli e per quell'altro caboltaggio che si fa verso l'Istria. L'importanza di Venezia poi cresce perché questo é il vero dell'altra sponda dell'Adriatico errore se non valutassimo lutti ;he i piccoli nostri porli dell'Adriatico ad accrescere forzi alla nostra attiviti marittima. Prima di tutto essi devono come tanti rivoli secondarti apportare il loro movimento ai porti principali; poscia devono avviare tante piccole correnti di traffico marittimo coi paesi che stanno loro di fronte sull'altra riva dell'Adriatico. Sta ad essi rispettivamente di estendere la loro sfera d'azione nei porli delle Isole Jonie dell'Epiro e dell'Albania della Dalmazia del Qoarnero dell'Istria. Tutto ciò che nei singoli porti si farà in questo senso verrà a rafforzare le forze marittime dell'Italia aull'Adrialico. I miglioramenti dei porti si devono fare coll'aziofte comblnàtà dello Stato delle provincie e dei comuni secondo la loro im-mtsura corrispondente alla lorofl portanza ; ma c'é qualcosa che dipende soprattutto dall'atti-ilà dei cittadini. I porti gioverebbero poco se non ci fossero
      i sfera d'azione per il regione d'Italia e ad essi ' ' ii colla navigazione diCi sodo tre porti la cui aiiooe é particolarmente distintali il naviglio ed i marinai corrispondenti. La qoistione adnnqm e determinata dalla loro posizione. Uno é il porto di Brin- é di accrescere il nomero dei bastimenti adattati alle condì-disi il quale non avrebbe avuto maggior importanza dì quella Hzioni nuove e d'invogliare un maggior numero dei nostri alla che può appartenere ad un piccolo porto locale se non fosse professione marittima.
      alla bocca dell'Adriatico e destinale ad accogliere il movi- j 11 traffico marittimo del Mediterraneo in generale e del-
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Supplemento perenne alla Nuova Enciclopedia Popolare
Rivista annuale (1870-1871)
di
Utet
1872 pagine 743

   

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