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daute alla finestra, quei pochi centesimi di paga, frutto del suo mgegno e del suo lavoro.
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.Disciolta poco tempo dopo, la compagnia Mormone al San Carlino, ritroviamo, Del 1871, il giovane attore alla Partenope, dov'era impresario Gennaro Valanga.
Nello Scarpetta, costretto a sostener le parti più umili e perseguitato dalla miseria e dalla fame, nasceva a un tratto la fregola del commediografo; e in quo' brevi momenti di riposo che gli concedeva la vita del palcoscenico, egli andava almanaccando commedie e farse, che poi seri veva la notte, rubando le migliori ore al sonno, mentre l'adorata vecchietta dormiva nella camera attigua.
Spesso 1' alba lo sorprendeva ancor intento a scrivere.
Ottenne , infine, di far rappresentare alla Partenope una farsa in un atto: Pulcinella creduto moglie di un finto marito; e provò così anche le ansie e le gioie del commediografo festeggiato ed applaudito, dopo aver provato i tormenti e le prime soddisfazioni dell'attore.
Gaetano Pastena, dirigente la Partenope, e il pulcinella Raffaele Marino intravvidero in lui, fin da allora, una giovane speranza del teatro comico napoletano, mentre Antonio Gagliardi —artista eccellente nel genere drammatico, scritturato allo stesso teatro—affermava essere lo Scarpetta la vera negazione dell'Arte.
[1 giovane attore era, infatti, nel genere serio proprio quel che in gergo teatrale suol dirsi un cane; e si meritava davvero
E. Scarpetta, a 29 anni