8
come invaso dalla febbre di uoa delle sue grandi creazioni artistiche, additando quel tavolo, gridava ;
— Il getto... il getto!... Presto, figlioli!
E scagliava poi in un enorme crogiuolo i pezzi di metallo, che i discepoli gli porgevano ansando e sudando sotto il gran peso. Ebbene ? sapete, invece, che cosa fece lo Scarpetta ? Cominciò a porgere a Benvenuto quei grandi e pesanti pezzi di bronzo con la stessa grazia e la stessa leggerezza, con le quali avrebbe potuto offrirgli un'arancia o una mela, e non si avvide della sbadataggine, se non quando uno degli spettatori gridò dalla platea :
— Neh ?... ma che so' ?... Piezze àbbrunzo o pane 'e Spagna ?
Nel tempo stesso il Gagliardi, volte le spalle al pubblico, fulminava il giovane attore ccn una delle sue più torve occhiate,
esclamando :
— Assassino!... Che fai?... E bronzo!... E bronzo!...
Lo Scarpetta restò interdetto, scombussolato ; e, finito lo spettacolo, chiese al Gagliardi mille scuse con le lacrime agli occhi, promettendo di essere più attento un'altra volta. Ma, invece, fu peggio !
Due sere dopo, in un dramma, di cui ini sfugge ora il titolo, al finale del secondo atto, lo Scarpetta doveva venire in iscena con un'ampollina d'aceto, mentre una cameriera recava un bicchier d'acqua in un vassoio. Invece il trovarobe, stordito dalla fretta, dette a lui il bicchier d'acqua, ed egli, più stordito del trovarobe, venne fuori dicendo :
— Ecco l'aceto !...
Ma quella volta 11011 la passò liscia. Antonio Gagliardi, livido per la rabbia, non riuscendo più a contenersi, gli lanciò tutta l'acqua in viso, bagnandolo da capo a piedi.
Egli non sapeva spiegarsi le balordaggini del giovane, e cominciò Infine a credere che le commettesse apposta per non recitare più nelle parti serie.
Ma la verità era semplicemente questa : che egli le commetteva senza volere e senza accorgersene, perchè nel repertorio serio si trovava come un pesce fuor d'acqua. E questo lo aveva compreso anche il pubblico, e così bene che, appena lo vedeva, scoppiava a ridere, il che guastava l'effetto delle migliori scene, e lo faceva rodere dalla rabbia.
Abbandonato il genere serio, lo Scarpetta si dette ai vaudevilles ; e vi ottenne cosi grande successo che la sua paga fu presto aumentata a 40 lire mensili !
Finalmente, adescato da una scrittura di lire due e cinquanta il giorno, offertagli da Carlo Pecoraro, suggeritore nella compagnia del celebre Bozzo, si decise a partire per Catanzaro il 9 ottobre 1869.
Che disastroso viaggio! Quanti rabuffi ed umiliazioni ad ogn papera e ad ogni beccata del pubblico !