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Eduardo Scarpetta si rivelò subito come il riformatore, il creatore del vero teatro comico napoletano.
Egli vivificò con l'arte sua, così fresca; cosi originale, cosi nuova, quell'organismo ormai decrepito; gl'infuse tutto il suo sangue giovanile; operò sul San Carlino il miracolo di Lazzaro e di Faust!
Primo fra tutti, egli intuì le esigenze dei tempi nuovi; e tutto
Rosa Scarpetta
volle rifar daccapo con quell'entusiasmo e quella tenacia, che vent'anni di successi trionfali non sono valsi a sopire in lui.
Dal bozzolo di Pulcinella uscì, come una bella crisalide luccicante al sole, Don Felice Sciosciammocca. Da un cadavere venne fuori una persona viva: un tipo, un carattere, un personaggio, che, allontanandosi da tutto il ciarpame antico, additava all'arte teatrale una nuova via secura e luminosa.
Il pubblico si avvide, infine, di essere stato compreso; e sulla tomba di Pulcinella eresse la statua di Don Felice.
Eduardo Scarpetta—salutato come un genio del teatro vernacolo—fu ben presto ricoperto d'oro e dì onori.
La cassa forte, comperata da lui con le prime cinquecento li-