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re guadagnate col suo ingegno e col suo lavoro, e che fin allora non aveva accolto altro nel suo ferreo grembo che delle polizze di pegno, cominciò a impinguarsi di bei biglietti da mille; e l'attore, ascendendo la sua parabola luminosa, fu visto un bel giorno alla Riviera in una elegante vittoria, tirata da due superbi morelli.
, Tutt'a un tratto i cavalli s'impennano; e il timone, urtando
con violenza contro un'altra carrozza, ne manda in frantumi i fanali.
—Ma imparate prima a gui-dare! esclama furibondo il signore della carrozza.
—È appunto quello che faccio! ^^^^ * ^ ^ r^^ ser^ ^serio,^ ^lo^
l'altro: e tutti e due formano la letizia dei napoletani, che corro-a quella fonte inesauribile di al-
V incenso Scarpetta, a 20 anni
110 ad abbeverarsi ogni sera
legria e di buon umore.
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Nello Scarpetta l'attore genialissimo è completato dal capocomico impareggiabile e dal commediografo fecondissimo.
Nessuno come lui può dire di avere un repertorio Wt ovvio, personale, scritto tutto da lui1 e quando si consideri che questo repertorio conta ormai non meno di novanta commedie, fra originali e ridotte, non si può reprimere un senso di ammirazione e di stupore pensando: « Ma come mai un uomo può aver lavorato tanto in soli vent'anni di vita artistica ? »
infatti, difficile imbattersi in un lavoratore più infaticabile di lui.
La sua opera, compiuta rella sua triplice qualità di attore, di capocomico e di commediografo, è davvero straordinaria; nè si sa bene sotto quale di questi tre diversi aspetti ammirarlo di più.