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Eduardo Scarpetta
Biografia aneddotica
Enrico Montaldo
Casa Editrice Salvatore Biondo Palermo, 1902, pagine 24

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   intimi e riposti dell'anima; ed è per questo che con uno sguardo, con un aggrottar di ciglia, con una strizzatina d'occhi maliziosa, con una semplice contrazione di labbra egli ottiene effetti, che raramente riescono a raggiungere altri attori coi loro trucchi sapientemente studiati ed elaborati.
   L'arte dello Scarpetta è, sopra tutto e innanzi tutto, nella semplicità dei suoi mezzi.
   Egli vive, non recita sul palcoscenico. E questo ebbe anche a notare Maurizio Hennequin, il fecondo scrittore di pochades, che, capitato a Napoli mentre lo Scarpetta dava al Fiorentini la 20 rappresentazione di Madama, Rolìè e CJ, non seppe resistere alla tentazione di sentire la fortunata riduzione dialettale della sua Coralie e CJe e di conoscere personalmente il celebre attore napoletano, a lui già noto per la bellissima riduzione del suo Bebé.
   Dopo aver riso a crepapelle per tutto lo spettacolo, il fecondo commediografo parigino volle personalmente congratularsi col geniale artista napoletano, esprimendo nei termini più lusinghieri la sua ammirazione per la comicità così spontanea e così irresistibile dello Scarpetta e per la semplicità davvero straordinaria dei suoi mezzi.
   Egli insistette, infine, perchè lo Scarpetta si recasse a Parigi per darvi un corso di recite con la sua compagnia, e concluse:
   — A Parigi fareste fortuna!
   « * *
   E, infatti, se Eduardo Scarpetta fosse nato a Parigi, sarebbe di già tre o quattro volte milionario. Nato a Napoli, egli é semplicemente ricco; e ciò gli basta, giacché alla gloria, al danaro, all'arte e al teatro, che son pure la sua vita, egli antepone l'affetto della famiglia.
   E questa la sua vera gioia e il suo conforto!
   A 48 anni egli venera ancora sua madre come un bambino, e la circonda delle cure più tenere e premurose. Trova nella sua buona e gentile signora la più dolce compagna della sua vita; ha un collaboratore prezioso in suo figlio Vincenzo, destinato a continuare le gloriose tradizioni paterne; e si consola nell'affetto dei suoi nipotini — i cari bimbi di suo tìglio Domenico, l'avveduto e intelligente amministratore della compagnia. Ma fra tanti fiori d'affetto, dolcemente dischiusi intorno a lui nella pace serena della famiglia, uno è più vivido e olezzante di tutti; e quel tenero e delicato fiore, sbocciato al tepore delle più trepide carezze, è l'ultima sua bambina, Maria — un amore di bimba, che a undici anni è già un portento di grazia e d'ingegno.