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Quella pallida e gracile fanciulla dagli occhioni intelligenti e profondi e dai capelli d'oro è la pìccola fata di casa Scarpetta: è la musa ispiratrice di lui; è la più fulgida e rosea speranza del grande attore; è il sorriso più vivido dell'arte sua—dì quell'arte che ha procurato e procura ancora al pubblico tante ore liete, e che pure è costata, nei primi anni, tante ore di sconforto, tante disillusioni amare e tante lagrime amorosamente rasciugate da quella vecchietta, che, fra gli agi e la gloria del figliuolo adorato, vive ancora come una reliquia e un monito del passato, come la più santa memoria dei giorni tristi nei lieti giorni d'oggi.
Napoli, marzo 1902. „