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mare interno. La scena è grandiosa. Le rive basse dalle due parti, ma tuffute> di vegetazione gigantesca: palmizi di tutte le specie, di tutte le forme, di tutte le grandezze, mostruosi baobàb che 1' occhio non riesce ad abbracciare in tutte le loro dimensioni, felci arborescenti, calatimi! dalle larghe foglie, cactus, bambù, tutto è smisuratamente ingrandito, anche gli steli delle piante erbacee sono alti e solenni in prossimità della riva.
Siamo curiosamente sorpresi, 1' anima e i sensi sono percossi da un' impressione strana, come se aprissimo all' improvvisa gli occhi su d' un' altra natura e un altro mondo. Vediamo ingigantite all' orizzonte, accavallatesi 3' una all' altra delle piante che noi riusciamo a far vegetare appena nelle nostre serre. Vediamo dei grotteschi alberi che in francese ho inteso chiamare paletuviers, di cui ignoro il nome botanico, che spingono dei grossi rami diritti in alto per farli poi a un certo punto ripiegare fino in fondo all' acqua trapiantandovisi e sbucare poco lontano con verdi gemme dalla superfìcie dell' acqua, risalire in alto e ritrapiantarsi ancora in una perenne fatica.
Questi boschi di paletuviers che ho visto solo su le rive acquitrinose dell' estuario e non ho più rivisto altrove nel Congo, sono d' un effetto vera-niente magico. I tronchi salgono su, su verso il sole in un orgiastico desiderio di luce, poi si contorcono come vinti e ubriacati dallo spasimo d'una vertigine, restano sospesi, quasi indecisi su la superfìcie dell' acqua immota, poi si tuffano come assetati al richiamo irresistibile del pantano.
Dai rami, dai tronchi escono fasci di radici, dalle radici le foglie e tutto si mescola, si confonde, si intreccia a perdita d' occhio in un groviglio infinito, rendendo impossibile distinguere non solo dove finisce un albero e •comincia l'altro, ma dove finisce il ramo e la foglia e comincia la radice •della stessa pianta. E nel più folto, questo grandioso, questo fantastico intercolunnio che pare costruito da un folle architetto, si specchia in un' acqua immota, opaca, tormentata dalla più varia fauna acquatica, con contrasti di colori, cou giuochi di luci e d' ombre, improvvise, inattese, fantastiche...
Quale spettacolo indimenticabile per chi giuuge, la prima volta, nelle terre tropicali 1
Una danza indigena. — II re di M' bàli, che, avvertito da un corriere, ci attendeva con tutti i notabili, vestiva con dignità e fierezza una tunica rossa, artisticamente drappeggiata intorno al corpo. Una collana di grosse conchiglie di denti dì leopardo e unghie di fiere gli scendeva sul petto: in testa un berretto rosso di fibre vegetali e; piume di pappagallo con davanti •un piatto di rame luceute, simulante il sole. Le conchiglie, il sole e un campanello, appeso alla cintola, sono le insegne del potere, comuni ai grandi capi