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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rose d'adesso, formavano una popolazione scarsissima nell' immenso continente — avessero accettato da principio la cooperazione dei nuovi venuti nello sfruttamento del loro sconfinato e ricchissimo paese, le due razze avrebbero potuto molto prima d' ora venire a un completo accordo e vivere in pace ed armonia. Per quanto manchino dati esatti sul numero degli Indiani che occupavano il territorio ora degli Stati Uniti due o tre secoli fa, si calcola che ad ogni modo essi vagavano in numero non inferiore a un milione sulla immensa estensione di terreno. E se può dirsi che vi avevano diritto come primi abitanti, non può negarsi che una regione così ampia e ricca, tutta o quasi tutta situata nella zona temperata, non poteva considerarsi come patrimonio esclusivo di poche centinaia di migliaia di selvaggi. Nell'America del Sud le condizioni erano molto differenti. Parecchi milioni di aborigeni la popolavano: imperi possenti e civili, dediti all' agricoltura ed alle arti della pace, vi esistevano invece di poche tribù vaganti di cacciatori e guerrieri. Anche al giorno d' oggi 1' attenta ed amorosa cura con cui il governo degli Stati Uniti si occupa degli Indiani offre un vivo contrasto con la politica di indifferenza o peggio, di oppressione che in paesi come il Perù e la Bolivia viene esercitata verso i rappresentanti delle razze aborigine. Le Facce Pallide hanno prima cercato di rendersi amici i rossi guerrieri del Nord-America, poi li hanno combattuti e vinti, quindi hanno provveduto ai loro bisogni materiali, e finalmente, abbattute le ultime barriere, li chiamano ad unirsi con loro in modo assoluto. Fra due o tre generazioni è probabile che il puro sangue indiano sarà completamente sparito al disopra del confine messicano. Intanto i rappresentanti della razza autoctona entrano ogni dì più avanti nella vita politica e sociale del paese. E non sarebbe poi tanto male, poiché una caratteristica della razza è la savia ponderazione, 1' uso dei consigli, la disposizione a discutere con calma le cose di governo tra i più savi della tribù: tutto quello, vale a dire, di cui vi è ben poco adesso nel disordine, nell' egotismo, nella mancanza di equilibrio della vita politica americana.
   Parliamo un po' degli emigrati italiani in America, di quei due o tre milioni di gente di nostra razza che vivono agli Stati Uniti, umili rappresentanti d' Italia per la maggior parte, ma operosi, economi, onesti ed anche fortemente patriottici.
   Gli Italiani che vivono nell'America del Nord provengono principalmente dalle nostre province meridionali. La Basilicata in prima linea, la Calabria e la Sicilia danno il maggior contingente all' emigrazione. Le province del centro danno pochi emigranti; quelle del nord in numero maggiore, ma non superano il venti per cento del numero totale. Di Sardegna pare non venga nessuno agli Stati Uniti.
   Alfonso Abbib-Costa.
   GLI ITALIANI NEGLI STATI UNITI