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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Tutto sommato, la posizione economica degli emigranti non lascia a desiderare. Se vi sono pochi ricchi tra loro, non può dirsi che vi siano veri poveri. Fruttivendoli, barbieri, sarti, venditori di ghiaccio e lustrascarpe esercitano mestieri indipendenti e fruttuosi. I lustrascarpe, badiamo, non sono gli affamati scugnizzi che girano col cassettino a tracolla importunando i passanti. Vi sono in quasi tutte le città d'America numerose belle botteghe di lustrascarpe italiani, con cinque o sei poltrone quasi sempre occupate dai clienti, con 1' aggiunta di un banco per pulire i cappelli mentre si fa la pulitura delle ì scarpe e, in molti casi, un altro bancarello per accomodare scarpe rotte. È una industria fruttuosa, quasi tutta in mano di italiani, ma non può dirsi che, se pur aggiunge dollari alle loro tasche, porti con sè considerazione e rispetto da parte degli Americani. Oltre a questi vi è 1' immensa legione di operai in fabbriche di mille generi, molte in cui quasi tutti gli operai sono italiani, pochissime però, e tra le più meschine, possedute da italiani.
   Vi è poi un certo numero di professionisti che vivono tra gli emigrati di più umile condizione e traggono da essi i mezzi di sussistenza: medici, banchieri, agenti di lavoro, qualche avvocato e i giornalisti che scrivono sui giornali di lingua italiana.
   Gli italiani del nord e specialmente i piemontesi, più evoluti e istruiti, sono sopratutto cuochi e camerieri o proprietari di trattorie. Un fatto curioso però è che i settentrionali, se assai più avanzati dei loro confratelli del sud, sembrano meno arditi e ingegnosi nella conquista della fortuna. Il novanta per cento degli italiani d'America che possono chiamarsi ricchi (commercianti importatori, banchieri, industriali) sono meridionali. Partiti da più basso, arrivano più in alto. Il fruttivendolo ambulante d' oggi, salernitano o siciliano, presto mette su bottega, commercia in frutta all' ingrosso, e fa spesso fortuna. Il cameriere piemontese si veste bene, guadagna bene, vive pulitamente e... resta cameriere. Mai avrebbe cominciato con la cassetta di lustrascarpe o col banco di frutta all'angolo di una strada, ma sembra mancare non solo di spirito d' iniziativa, ma anche, e sopratutto, della necessaria economia nei primi anni di vita americana per raggranellare il peculio che potrebbe lanciarlo poi in intraprese commerciali e raggiungere la fortuna e 1' indipendenza.
   Tutta questa gente, settentrionali e meridionali, semplici lavoranti o meccanici, professionisti o commercianti, stanno, in fondo, bene. Ma le istituzioni italiane negli Stati Uniti lasciano ancora molto a desiderare.
   Alfonso Arrib- Costa.