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La calotta antartica è in gran parte occupata da un vasto continente, detto Antartide (km.2 14 milioni), bagnato dalle acque dei tre oceani : Atlantico, Indiano e Pacifico.
L'Antartide, per quel che si conosce, appare come un immenso altopiano assai elevato, coperto d' una spessa crosta di ghiaccio. Tra i monti delle terre polari antartiche sono famosi i due vulcani attivi, denominati Èrebus e Tèrror, che sorgono sopra un1 isola nel Mare di Boss, chiudendo, verso sud, il gran cerchio di fuoco del Pacifico.
Nell'Antartide mancano del tutto gli abitanti. La fauna è ridotta a poche specie di uccelli (caratteristici i pinguini) e di animali marini.
L' esplorazione delle terre antartiche si può dire abbia avuto inizio nella seconda metà del sec. XVIII coi celebri viaggi dell' inglese Giacomo Cook [pron. cuk], che per primo, navigando nel Pacifico, si spinse oltre il Circolo polare antartico. Ma 'a lontananza delle terre antartiche dai paesi più civili e la difficoltà di superare la grande barriera di ghiacci che l'Antartide presenta verso il mare contribuirono per lungo tempo a mantenere il mistero intorno a queste terre polari. I viaggi più importanti furono compiuti al principio del sec. XX e fra questi degni di speciale menzione sono quelli dello Shac-kleton [pron. seékleton], dello Scott e dell'Amundsen, norvegese, che primo ha raggiunto il polo antartico il 16 dicembre 1911. Poco dopo (18 gennaio 1912) vi arrivò anche lo Scott, che eroicamente lasciò la vita al ritorno. Sorpreso da una violentissima bufera di neve, egli moriva a sole undici miglia dal deposito che sarebbe stata la sua salvezza. Lo stesso Scott così scrive nel celebre «messaggio ni popolo inglese», redatto pochi momenti prima di morire « ... Siamo arrivati a sole undici miglia dal nostro « Deposito della Tonnellata» con combustibile per un solo pasto e viveri per due giorni. Pei' quattro giorni non siamo stati iu grado di uscire dalla tenda a causa della bufera che imperversa intorno. Siamo indeboliti, stentiamo a scrivere ; ma per mio conto non deploro di avere intrapreso questo viaggio che dimostra come gl' Inglesi sappiano sostenere le fatiche e andare incontro alla morte con la stessa grande fortezza come per il passato. Gli eventi ci souo stati ostili; ma non abbiamo motivo a dolerci. Ci pieghiamo dinanzi al volere della Provvidenza, decisi a fare del nostro meglio fino all' estremo. Se abbiamo voluto sacrificare la vita in questa impresa è stato per l'onore del nostro paese».
Sembrava che il fervore dei viaggi polari fosse ormai svanito dopo la scoperta dei due poli terrestri, allorché lo stesso Amundsen, avendo tentato invano di raggiungere il Polo Nord iu aeroplano, convinto che il mezzo più adatto allo scopo sarebbe stato il dirigìbile, si rivolse al Governo italiano per 1' allestimento d' un apparecchio del tipo di quelli usati dalla nostra Aeronautica militare. Il Capo del Governo accolse con entusiasmo la proposta. Il dirigibile jV. 1, ideato e costruito in Italia dall' ingegnere Umberto Nobile, battezzato col nome di Norge (=r Norvegia), il giorno 10 aprile 1926, guidato dallo stesso Nobile, partiva da Ciampino (presso Roma) e, dopo varie tappe raggiungeva la Kiny's Bay (= Baia del Re) nelle Isole Spitzbei'gen. La mattina dell' 11 maggio, approfittando del tempo favorevole, Nobile decide la partenza. Raggiunto all' 1,30 del giorno 12 il Polo Nord, prosegue il viaggio aereo dirigendosi verso la penisola dell'Alasca, e, superate eroicamente