LE COSTELLAZIONI
367
Nelle belle pianure di Sennabar/l) in una eoi genere umano, ebbe sua ¦culla la scienza delle stelle. Sotto quel limpido cielo, terminato da un-1 puro orizzonte, silenziose si svolgevano sul firmamento le orbite degli astri allo sguardo curioso di gente aliena ancora dalle sollecitudini di una vita artificiale, che contemplava con occhio innocente 1' ammirabile scena del cielo stellato. Là ebbero la prima volta il loro nome le stelle; nomi che alcune ritengono ancora al presente.
La somma stabilità delle forme, che contrasta con la loro bizzarria, è la cosa che più colpisce. Nulla è più sorprendente di sì costante varietà in tanta immutabilità. Mentre tutto è regola, è ordine nella natura, solo nel cielo sembra regnare la confusione, prova evidente che un gran mistero regna nella distribuzione di quei corpi, e che noi non siamo che ammiratori di un complesso di cui non conosciamo ancora la struttura.
In mezzo a tanta moltitudine, pochi gruppi risaltano, indicati dalla natura come spontaneamente congiunti. Tali sono le sette stelle presso al polo, che formano quello che fu chiamato il Carro; costellazione famosa e che serve di guida a riconoscere le altre per la sua semplicità e posizione opportuna. Questo gruppo consiste di quattro belle stelle disposte a modo di trapezio ; a uno degli angoli sono attaccate altre tre, disposte in linea spezzata. Se vogliamo che le prime rappresentino le ruote d' un carro, quest' ultime potranno rappresentare il timone. Questo gruppo è importante, perchè esso conduce facilmente a trovare la Stella polare. Si tiri una retta per le due posteriori del trapezio e si prolunghi nella direzione del polo tanto quanto é la distanza al vertice del timone ¦ s' incontrerà una stella di pari bellezza delle medesime sette, e questa e la Stella polare. Essa sembra immobile nel cielo a chi guarda senza strumenti, ina realmente dista dal polo di 1° 20' e perciò descrive un circolo di 2° 40' di diametro. Dal lato opposto al Carro e ad egual distanza dall' asse celeste si trova un altro gruppo non meno bello in forma di M allungato, detto Cassiopèa. In mezzo a queste la bella croce tracciata sul làtteo chiarore del fondo del cielo, iuvita a darle la denominazione del Cigno; altrove il gruppo delle Jadi rappresenta naturalmente la testa d' un vigoroso animale, il Toro; e un enorme e splendido ammasso ricorda un sublime gigante Orione.
Une. oita date le mosse, era facile proseguire; quindi venne ben tosto il cielo popolato di fantastiche pitture, che lo riempiono di vita e di poesia. Tanto i gruppi naturali, che gli artificiali, inventati per legare gli uni agli altri si dissero costellazioni o asterismi. Le denominazioni, ora in uso presso noi, non sono di molto anteriori all' epoca della mitologia greca.
il) Regione dell' Egitto, dove fiorì la più antica civiltà del mondo.