370
stagioni: primavera (dai 21 marzo al 21 giugno), estate (dal 21 giugno al 23 settembre), autunno (dal 23 settembre al 21 dicembre), inverno (dal 21 dicembre al 21 marzo).
Il solo movimento di rivoluzione non basta però a spiegare le stagioni. Vi concorrono due altri fatti importanti :
a) L' asse terrestre non è perpendicolare, ma forma- col piano dell' orbita terrestre (o come dicesi eclittica) un angolo di 66° 30'.
b) L' asse terrestre, nel giro di rivoluzione della Terra, si mantiene sempre parallelo a sè stesso.
Infatti, se 1' asse terrestre fosse perpendicolare all' eclittica, il circolo d' illuminazione dovrebbe passare sempre per i .poli, coinciderebbe cioè con un meridiano terrestre; in tal caso qualunque luogo della Terra, durante 1' anno, avrebbe il giorno eguale alla notte e, ricevendo in egual modo i raggi solari, non vi sarebbe alcuna differenza di temperatura nelle varie * stagioni.
Si osservi invece la fig. 155 che rappresenta la Terra con 1' asse inclinato rispetto all' eclittica e nel giro intorno al Sole sempre parallelo a sè stesso. Negli equinozi di primavera e d' autunno il circolo -d'illuminazione passa per i poli, di modo che in tutti i punti della Terra il giorno è uguale alla notte.
solst/z/o
s
Solstizio o esr/jré
Fig. 154. La Terra nei due solstizi.
e
Nel solstizio d' estate 1' emisfero settentrionale resta maggiormente illuminato, rispetto all' emisfero meridionale. Come mostra meglio la fig. 156, la calotta polare artica resta tutta illuminata, mentre la calotta antartica è al buio : i luoghi posti nell' emisfero boreale hanno il giorno più lungo della notte, mentre nell' emisfero australe il giorno è più breve Iella notte. Inoltre i raggi solari nell' emisfero settentrionale cadono più direttamente che nell'emisfero meridionale: perciò l'estate è la stagione più calda nelle terre boreali e la più fredda nelle terre australi. Fenomeni inversi si verificano nel solstizio d'inverno : la calotta antartica è llnminata, mentre l'artica resta al buio, e i punti dell'emisfero setten-