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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

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a cura di Federico Adamoli

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   col nome a cui sta avanti, ancorché non esprima numero, serve a indicare successione, divisione, reiterazione; Purg. v, 24. Par. vi, 141; xii, 121. - 28. E replicata in questa guisa medesima, serve qualche volta a formare alcune locuzioni avverbiali, che hanno quasi forza di superlativo; Inf. xiv, 12. xvii, 134.- 29. A, correlativa di Da, serve a indicare intervallo, spazio, tratto di luogo e di tempo; Purg. v, 116. Par. xxn, 153. - 30. Talvolta indica distinzione, differenza tra persona e persona, o tra cosa e cosa; Inf. xix, 113.
   31. A preceduta dalle voci Fino, Insino, Infino, indica più specialmente un termine di tempo e di luogo; Purg. i, 120; v, 53. Par. i, 16. - 32. E serve allo stesso uso anco quando la voce Fino è taciuta; Inf. xxix, 39. - 33. Adoperata in certe locuzioni ellittiche per esprimere Avviso, Invito, Eccitamento a fare qualche cosa, Inf. vili, 61, o Augurio, Purg. vili, 3. - 34.' Premessa a un infinito, forma talvolta una locuzione indicante la condizione o la ragione di checché si faccia o sia per avvenire, e che potrebbe rendersi con un gerundio; Inf. il, 22. - 35. Indica anche l'occasione, il motivo o il mezzo, per cui un fatto avviene ; Purg. xxvi, 95.- 36. Premessa a un infinito, ed anche a un nome verbale, serve a denotare L'essere in atto di far quello che il verbo o il nome significa ; Inf. xxxiv, i3. - 37. A per proprietà di lingua si premette in luogo di Da al nome che fa l'azione denotata dall'infinito, quando questo dipende dal verbo Fare in significato di comandare o di operare; Inf. xxi, 55. - 38. Lo stesso avviene col verbo lasciare nel significato di Permettere o altro tale; Par. xix, 15. - 39. E così pure quando l'infinito è preceduto dai verbi Vedere, Udire, Sentire; Inf. vni, 59. Purg. xxxii, 37. - 40. A, premessa a un infinito, e specialmente dipendendo dal verbo Essere, forma una locuzione che ha forza di futuro, ed equivale alla prep. Da o Per; Purg. i, 60.
   41. A, dipendente dai verbi Avere, Reputare, Tenere e simili, e premessa ad un adiettivo, ed anche a un sostantivo, serve a denotare l'opinione, il concetto che si ha di checchessia, la stima in che si tiene; e talvolta corrisponde a Per; Conv. i, 1, 20. - 42. Talora, per proprietà di lingua, viene usata invece della prep. Di, a dichiarare il luogo, la cosa o la persona di che si tratta; Cam. « Le dolci rime d'Amor, ch'io solia, » v. 19. - 43. Si pone anche dopo alcuni avverbi, formati da un aggettivo denotante qualche relazione; Inf. xiii, 113. Par. il, 148. - 44. E posta dopo alcune preposizioni, serve a indicare il termine delle relazioni espresse da quelle; Purg. xxix, 151.
   A bada, da badare, onde Stare a bada di una cosa, vale Stare attendendola, stare in aspettazione di quella: stava a bada di vederlo, Inf. xxxr, 139.