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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Malaspina
   pina che, carcerato dagli Austriaci in Venezia, mori annegato nella laguna mentre tentava di fuggire dalla prigione. - Dalla linea di Villafranca derivarono i marchesi di Tresana e Lusuolo, estinti nel 1651; quei di Cremolino, mancati nel 1529; quei di Podenzana e dell'Aulla finiti intorno al 1800; i marchesi di Liciana anch'essi estinti nel 1794. Esistono ancora i marchesi di Villafranca, quei di Ponte Bosio e di Suvero, i quali tutti usano nello stemma dello spino secco.
   Usano invece dello spino fiorito i discendenti di Moroello di Obizzo, il quale fra i seguaci della fortuna di Barbarossa fu uno dei più infesti alle città Lombarde. Obizzino, nato da Guglielmo suo figlio, dopo di avere per molti anni militato sotto gli stendardi di Federico II, lo abbandonò nel 1246, dopo che Innocenzio IV lo ebbe scomunicato nel Concistoro di Lione, ed entrò a far parte della lega Lombarda. D'allora in poi tutti i Malaspina che vennero da lui seguirono la parte guelfa, e primo Bernabò suo figliuolo, nonostante che avesse in consorte Maria d'Antiochia nipote dell'Imperatore. Da costui derivarono i marchesi di Olivola, che si estinsero nel 1413 nei quattro fratelli che Pietro Rossi uccise per vendicare l'onta recata al suo talamo. Alberto, nato anch'egli di Obizzino, fu marito di una nipote di Adriano V, e padre del potente Gherardino vescovo di Luni e di Niccolò, da cui dipartirono diverse linee. Da Franceschino discesero i Marchesi di Castiglione del Terziero, estinti nel secolo XV; quei di Treschietto e Plumesana derivati da Giovanni, mancarono nel 1722. I Marchesi di Bagnone e Valverde, discesi da Antonio, sparirono nel secolo XV; quei di Malgrata e Oramala che vennero da Bernabò, esistono tuttora in Piemonte. La più celebre tra le linee derivanti da Niccolò fu quella di Filattiera, a cui apparteneva quel marchese Bernabò, che coli'essere squartato vivo nel 1514 pagò ben caro il fio di aver cooperato a chiamare e a sostenere armi straniere in Italia. Scaramuccia suo figlio perì sul patibolo reo di fratricidio; Riccardo, di cui dicesi che avvelenasse Leone X, fu anch'egli decapitato nel 1532 per avere combattuto insiem coi Francesi contro gli Sforza. Manfredi ad essi fratello fu anch'egli infelice, perchè, dopo non poche fortunose vicende, dovè cedere alla prepotenza di Cosimo I, il quale obbligò poi i suoi figli a vendergli gli aviti dominj. Allora si stabilirono questi marchesi in Firenze dove, dopo di essere stati molto onorati dal dotto senatore Marcello, si estinsero nel 1787. Isnardo del marchese Obizzino fu autore della tuttora esistente linea dei Marchesi di Varzi per mezzo del figlio Azzolino; discendenza molto più celebre nelle istorie ebbe da Gab-briello, che fu padre di Spinetta, d'Isnardo e di Azzolino. Spinetta si meritò nelle istorie il nome di grande, perchè fu uno dei più