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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Marte
Mai-te, lat. Mars, gr. Apv}s ; 1. Nome dato dai Gentili al dio della guerra; Inf. xxxi, 51. Purg. xn, 31. Par. iv, 63; vili, 132; xvi, 47. Cam.: « 0 patria, degna di trionfai fama, » v. 27. È pure indicato Inf. xiii, 144. Par. xvi, 145; xxii, 140. - 2. Non più come divinità, ma come simbolo della guerra; Inf. xxiv, 145.-3. Quarto pianeta partendo dal Sole, del nostro sistema planetario; esso è il più vicino alla Terra, della quale è sei volte minore. Fa il suo moto di rotazione in 24 ore e 30 minuti, e la sua rivoluzione siderale, cioè intorno al Sole, in un anno e 322 giorni, ossia circa 23 mesi; Purg. li, 14. Par. xiv, 101; xxvii, 14. Conv. n, 3, 45, 46; il, 4, 5; il, 14, 112, 116, 119, 127, 132, 145. Son.: « Da quella luce die il suo corso gira, » v. 3. Marte pianeta è pure indicato Purg. xiv, 86; xvi, 38 ; xvii, 77. Par. xxn, 146. - 4. Cielo di Marte, vale la quinta Sfera secondo il sistema antico astronomico; Conv. il, 4, 4; li, 14, 113, 116. Cfr. Par. xiv, 85; xviii, 51.-5. Nei luoghi Inf. xiii, 144 e seg. Par. xvi, 47 e 115 si allude al fatto seguente: Firenze pagana scelse a suo protettore il dio Marte, al cui onore fu edificato un tempio maraviglioso, appunto lì, dove è oggi il Duomo. Ed i Fiorentini fecero figurar Marte « in intaglio di marmo, in forma d'uno cavaliere armato a cavallo; il puosono sopra una colonna di marmo in mezzo di quello tempio, e quello tennero con grande reverenza e adoraro per loro Iddio mentre che fu il paganesimo in Firenze » (Vill., i, 42). Nel tempo di Costantino il Grande in Firenze « si cominciò a coltivare la verace fede, e abbattere il paganesimo.... e del bello e nobile tempio de' Fiorentini.... i Fiorentini levaro il loro idolo, lo quale appellavano lo Iddio Marti, e puosonlo in su un'alta torre presso al fiume d'Arno, e non vollono rompere nè spezzare, perocché per le loro antiche memorie trovavano che il detto idolo di Marti era consegnato sotto ascendente di tale pianeta, che come fosse rotto e commesso in vile luogo, la città avrebbe pericolo e danno, e grande mutazione. E contuttoché i Fiorentini di nuovo fossono divenuti cristiani, ancora teneano molti costumi del paganesimo, e tennero gran tempo, e temeano forte il loro antico idolo di Marti: sì erano ancora poco perfetti nella santa fede» (VlLL., i, 60). Quando Firenze fu distrutta, « l'idolo dello Iddio Marti eh'e' Fiorentini levarono del tempio e puosono sopra una torre, allora cadde in Arno, e tanto vi stette quanto la città stette disfatta » (VlLL., n, 1). Riedificata la città ai tempi di Carlo Magno, « dicesi che gli antichi aveano oppinione, che di rifarla non s'ebbe podere, se prima non fu ritrovata e tratta d'Amo l'imagine di marmo, consecrata per gli primi edificatori pagani per nigromanzia a Marti, la quale era stata nel fiume d'Arno dalla distruzione di Firenze infino a quello tempo; e, ritrovata, la puosono in su uno