Stai consultando: 'Enciclopedia Dantesca Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z', Giovanni Andrea Scartazzini

   

Pagina (47/1033)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (47/1033)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mascheroni, Sassol - Masnada 1215
   Mascheroni, Sassol, della nobile famiglia fiorentina de'Mascheroni, uccise a tradimento l'unico figlio d'un suo zio per succedergli nell'eredità, ma, scoperto il delitto, morì sul patibolo. Dante lo pone nella Caina; Inf. xxxil, 65. - Bambgì.: « Iste occidit quen-dam dominum Ubertinum depazis decomitatu Florentie suum con-sortem. » - An. Sei.: « Rimase tutore del suo avolo sopra i suoi fra-tegli, e fecegli uccidere per aversi il loro. » - Iac. Dani. : « Essendo ei rimaso manovaldo dalcuno suo nipote avendollo morto per redare suo avere la testa in Firenze finalmente fu tagliata. »-Lan.: « Dei Toschi di Firenze il quale fu pessima persona, e uccise similmente uno suo barbano. » - Ott.: « Essendo tutore d'un suo nipote, per rimanere erede l'uccise, onde a lui fu tagliata la testa in Firenze.» - Cass.: «Occidit quemdam suum nipotem proditorie. »- Benv. :« Iste fuit quidam civis fiorentinus de familia tuscorum ; qui ut haberet here-ditatem unius fratris sui, fraude occidit unicum filium suum, propter quod fuit clavatus in una vegete, et ductus per totam civitatem Flo-rentise, et postea fuit decapitatus. »- Buti : « Uccise uno suo zio a tradimento. » - An. Fior. : « Sassolo Mascheroni fu de' Toschi da Firenze; et avendo uno suo zio vecchio, ricco uomo che non avea altro che uno fanciullo, pensò, se io uccido questo fanciullo, io rimarrò reda di questo mio zio. Stette più tempo di fuori: poi un dì colatamente si mosse con alcuno compagno ; et fatto lusingare il fanciullo, il menò fuori della terra, et ivi l'uccise; et sconosciuto si partì ; non si sapea chi morto l'avesse. Tornò Sassolo d'ivi a un tempo a Firenze; giugne a casa, fa lo scarpore grande di questo suo cugino: et prese il reditaggio del zio ch'era già morto. Infine il fatto si scoperse: fu preso costui, et confessato il malefizio, fu messo in una botte d'aguti, et fu trascinato rotolando la botte per la terra, et poi gli fu mozzo il capo. Fu questa novella sì palese, che per tutta Toscana se ne parlò. »
   Maschiezza, Qualità di maschio; Conv. I, 12, 47.
   Maschile, dal lat. mas, o masculus, basso lat. mascularis, Proprio di maschio, o di maschi; Inf. xx, 45.
   Maschio, dal lat. masculus: 1. Sost. m. Distingue il sesso animale, e, per estens., il vegetabile, contrapp. a Femmina; Inf. xviii, 90; xx, 41, 108. Par. xxxil, 80.- 2. Agg. Di sesso mascolino; e detto di grandezza, in quanto propria a maschio, vale Grande, Robusto, Maiuscolo, e sim. Purg. vii, 113.
   Masnada, spagn. mesnada, manada, prov. mainada, basso lat. maisnada, quasi mansionata, dal lat. mansio (cfr. Diez, Wòrt.