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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Maturo, dal lat. maturus, Si dice propriamente di frutte o biade, ecc., condotte alla loro perfezione. 1. Nel signif. propr. Par. xiii, 132; xxvi, 91.-2. Detto di Fiore, per Compito, Perfetto; Par. xxxii, 22. - 3. Trasl. Par. xxu, 64. -4. Per simil. detto delle membra; Purg. xxvi, 55, nel qual luogo il senso è: Non sono morto, nè giovine nè vecchio, acerbe essendo le membra di chi muore in gioventù, mature quelle di chi muore nella vecchiaia.
   Mazza, dal lat. matea (come piazza da platea; cfr. Diez, Wòrt. i3, 268); propr. Bastone grosso, Clava. E per Quel bastone, noderuto, e grosso, e ferrato, che si portava in battaglia; Inf. xxv, 32.
   M azzerare, part. pass. Mazzerato, dal lat. macerare, ma-ceratus, Gittare una persona in mare legata in un sacco con una gran pietra; Inf. xxviii, 80.
   Me, dal lat. me, Voce del pronome Io ne' casi obliqui, che talora si usa anche senza il segno del caso (come Inf. xxm, 91 : Dis-ser me, per Dissero a me). Oltre alle altre maniera si osserva che, accoppiandola colle particelle Lo, IÀ, Gli, La, Le, Ne, sempre si pone avanti di quelle. E avanti a tali particelle non si porrebbe, Mi, ma sempre in sua vece si usa Me. La voce si trova nelle Opere volgari di Dante quasi in ogni pagina. Notinsi i seguenti modi :
   1. Quando Me è posta avanti alla particella Ne, affissa o non affìssa al verbo, è lo stesso che il Me che accompagna il verbo, e fallo neutro passivo, e talora ha forza semplicemente di particella riempitiva; Inf. xvi, 12. - 2. In forza d'esclamazione, Inf. xxvil, 121. -3. Mee invece di Me, così detto secondo l'uso degli antichi, i quali alle voci che finiscono in vocale coli'accento grave sopra, per non le pronunziar nè tronche, nè rotte, aggiungevano la vocale E, e talora tra l'una e l'altra vocale interponevano una consonante, come Autorità, Autoritae e Autoritade ; Rifinò, Rifinoe, e sim. Inf. xxvi, 15. -4. Laddove è soggetto del verbo, può dirsi e Me e Mi; quando dicesi Me intendesi di fermare più l'attenzione sull'idea del pronome; Inf. n, 33; xxvi, 100; xxix, 43; xxx, 141. Purg. i, 29; xxxiii, 92. Par. xxvii, 80.
   Me', per Meglio: 1. Avv. Inf. n, 36; xiv, 36; xxxii, 15. Purg. xii, 68; xvi, 125; xxii, 74; xxxi, 43. Par. xxvi, 79. - 2. Sost. per Ciò che sopra ogni altra cosa torna a bene; Inf. i, 112.
   Meare, dal lat. meare: 1. Trapelare, Trapassare; Par. xxm, 79. -
   2. Fig. per Pendersi noto, Passare nella mente altrui, e sim., riferita l'azione ai nostri pensamenti; Par. xv, 55. - 3. Neut. pass., per Derivare, Aver cagione; Par. xm, 55.