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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Meco - Medesimo
   Meco, Voce composta dalla prep. Con e dal pron. Me; lat. me-cum. Si trova centinaja di volte nelle opere volgari di Dante; lnf. iv, 91; x, 56; xviii, 44, ecc. - 1. Talora accenna contrarietà, e vale Contro di me; Par. iv, 99. - 2. Talora si usa colla prep. Con innanzi replicata senza necessità, ma per proprietà di linguaggio; lnf. xxxiii, 39, nel qual luogo però parecchi testi invece di ch'eran con meco hanno ch'erano meco. Anche Purg. xxii, 58 la Volg. legge: Per quel che Clio lì con teco tasta, mentre il più dei codd. ha: Per quello che Clio lì teco tasta.
   Medea, gr. MvjSsca, famosa maga, figlia di Eete re di Colchide, aiutò coli'arte sua Giasone e gli Argonauti a conquistare il Vello d'oro. Innamoratasi di Giasone, fuggì con lui dalla Colchide, prendendo seco il di lei fratello Assurto, il quale ella cammin facendo, vedendosi perseguitata dal padre, tagliò in pezzi e gettò le membra tagliate nel mare. Eete volle raccogliere le membra dell'ucciso figlio e perdette in questo doloroso lavoro tanto tempo, che a Medea e a Giasone riuscì di mettersi in salvo e, dopo diverse avventure arrivarono felicemente a Folco, patria di Giasone. Quivi Medea ringiovanì il padre di Giasone, quindi, volendo Giasone vendicarsi di Pelia, il quale avea usurpato il trono di Folco, la maga ne indusse le figlie a tagliarlo in pezzi e cuocerlo, promettendo loro di ringiovanirlo colle sue arti. Quindi Giasone e Medea fuggirono a Corinto, dove Giasone dopo dieci anni di matrimonio abbandonò Medea per isposare Creusa, figlia di Creonte re di Corinto. Per vendicarsi Medea regalò a Creusa una veste ed un diadema avvelenati, onde Creusa ne morì insieme col padre accorso a prestarle aiuto. Quindi la maga sgozzò i proprj figli avuti da Giasone e poi fuggì ad Atene sopra un carro tirato da dragoni alati regalatole da Elios. In Atene si unì in matrimonio con Egeo, al quale partorì un figlio. Scopertosi poi, che procurava di avvelenare il figliastro Teseo per assicurare il trono al proprio figlio, fuggì con questi da Atene e ricoverò nella Media. Cfr. Euripid. MyjSeia; Seneca, Medea; Ovid. Metam. vii, 1-158. L. Schiller, Medea im Drama alter und neuer Zeit, Ansbach, 1865. Medea è ricordata come tradita in amore da Giasone lnf. xviii, 96.
   Medesimo, e poet. per sinc. Medesmo, dal lat. metipse, Pronome che vale Stesso, e non istà senza compagnia di nome o di pronome, e la sua terminazione, con essi congiunta, varia per generi e numeri. Co'pronomi Questo, Quello, II, quasi si usa come in sentimento neutro; lnf. iv, 39; vili, 63; xiv, 49; xv, 74, 108; xvi, 116; xviii, 105; xxiv, 105; xxxi, 1. Purg. ni, 63; xvn, 57;