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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Medico-Medusa 1225
assai volte tra' cittadini di Bologna. Il modo era questo: egli cavalcava per Romagna; et come quelli ch'era molto conosciuto, trovava per la via de'famigli di quelli signori; addimandato da loro, dava al famiglio una lettera et dicea : Porta questa a messer Malatesta a Rimino; et nella lettera si conteneva: Guardatevi dall' usanza et dimestichezza di messer Guido da Ravenna, et del tale et dell'altro tale signore; et poi soggiugnea: Io verrò a voi, et dirovvi la cagione. A mano a mano scriveva a messer Guido il simile ; et per questo modo o per simile, s'ingegnava di mettere scandolo dovunque egli potea; et benché ne ricevesse vergogna assai volte, non se ne rimanea. Però dice l'Auttore ch'egli avea forata la gola per divina giustizia; che, come costui mentre visse, forò il petto dello amore degli uomini, ingegnandosi di mettere in quello luogo sdegno et ira, così qui gli è forata la gola. - Et tronco il naso : Com' egli non temette vergogna assai volte essendogli rafFacciato il suo tradire, così qui gli è tranco il naso, come quello membro che, essendo mozzo, più ogn'uomo si riputa in vergogna. - Ma' che una orecchia: Fece la natura a ciascuno due orecchi et una lingua; et questo è segno che ciascheduno dee due tanti udire che parlare; parlò due tanti eh' egli non udì ; et pertanto, per divina giustizia, gli è mozzo 1' uno orecchio. »
Medico, lat. medicus, Chi professa la scienza medica, Quegli che cura le infermità; Conv. ìv, 24, 18; ìv, 27, 52. De Mon. in, 4, 83. - Sulle cognizioni di Dante in medicina cfr. S. De Renzi, La Medicina in Italia ai tempi di Dante in Dante e il suo secolo, p. 533-44. Gr. Ottoni, Dante Medico in Albo Dantesco Mantovano, p. 97-121.
Mediterraneo, mare, cfr. Mare, 12.
Medusa, Nome dell'una delle tre Gorgoni, rapita da Nettuno, punita da Minerva, che le mutò i capelli in serpenti, dando loro virtù d'impietrire chiunque la riguardasse. E per II teschio di lei; Inf. ix, 52. L'allegoria della Medusa dantesca va annoverata tra le più difficili della Div. Com. ed è essenzialmente uno di quei nodi che aspettano ancor sempre il loro Edipo. Le principali interpretazioni sono: An. Sei.: « Qui significa coscienza di peccati. » - Iac.Dant.: « Apettitto di pecatto. » - Ott.: « Medusa è interpetrata dimenticanza. » - Petr. Dant.: « Medusa, i. e. caligatio visus. » - Bocc.: « Medusa è chiamata la ostinazione. » - Falso Bocc.: « Per questa medusa overo ghorghone chefaciea diventare gluomini di pietra chilla ghuardava ne sono istate assai esonne esarannone chefaccien-dosi ghuardare cholle loro belle^e e addornezze fanno diventare