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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Merlo - Siero 1237
   Cass., Falso Bocc., ecc., non danno veruna interpretazione. - Benv.: « Dicitur fabulose quod merulus post scevitiem hyemis, superveniente tranquillo, garrit: Più non ti temo, eh'uscito son del verno. »-Buti: « Come fa il merlo: questo è uno uccello che teme molto lo freddo, e mal tempo, e quando è mal tempo sta appiattato; e come ritorna lo bono tempo, esce fuora e par che faccia beffe di tutti li altri, come si finge che dicesse ne la faula di lui composta, cioè : Non ti temo, Domine, che uscito son del verno. » Così pure Serrav., Land., ecc. Primo a scostarsi dall'antica comune interpretazione fu il Veli., il quale chiosa: « A similitudine di quello, che fabulosamente dicono, che fece '1 merlo, avendo del mese di gennaro, perchè era temperato, cominciato a cantare, credendosi esser fuori del verno, di che poi si pentì la seguente primavera, chè nevicò et fece freddo. » E il Dan. : « Favoleggiasi che essendo passato un gennaio molto temperato, il merlo, credendo che il freddo fosse passato, si fuggì dal patrone, dicendo: Domine, non ti temo più, perchè è già passato l'inverno. » Così pure Vent., Lomb., ecc. Qualche cod., Mauro Ferr., ecc., leggono come fa il mergo, lezione difesa da L. Ciampolini in un suo Discorso letto all' Accademia della Crusca il dì 11 luglio 1838, pubblicato nelle sue Prose e Poesie (2a ediz., 2 voi., Fir., 1838). Ultimamente il Cayerni (Voci e Modi nella D. C., p. 81): «Qui per merlo intendono i commentatori 1' uccello di questo nome, e cantano di questo merlo uscito dal verno non so che favola. Ma merlo in Toscana vale uomo poco accorto, dolce e minchione, ed è veramente poco provvido a' fatti suoi, benché possa parere altrimenti, chi nelle calamità si umilia e poi nelle prosperità insulta a Dio e agli uomini, come narra di sè questa poco accorta Sapia. » Il modo proverbiale: Più non ti curo, domine, chè uscito son del verno è antichissimo, trovandosi già nel Sacchetti, Nov. cxlix. Senza dubbio Dante parla di un uccello notissimo, quale è il merlo, ed allude ad un noto proverbio popolare, non ad una favola di dubbia esistenza, onde non vi sono ragione da scostarsi dall'interpretazione universalmente ammessa nel Trecento e nel Quattrocento. Cfr. Blanc, Versuch, n, 49. Nannuc., Verbi, 492, nt. 1.
   Merlo, termine di architettura; etimol. incerta. Rammenta da lontano il gr. fiépog. Secondo alcuni da mcerulus, diminut. di moe-rus, per murus ; secondo altri da mina, diminut. minula e poi mi-mia (cfr. Diez, Wòrt. i3, 274): Parte superiore della muraglia, non continuata, ma interrotta d'ugual distanza; Purg. xx, 6.
   Utero, dal lat. merus: 1. Non mescolato, Puro, Schietto e Pretto ; Par. ix, 114; xxx, 59.-2. Fig. per Risplendente, Sfavillante; Par.