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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   chiamare i popoli, in quella maniera che fanno le campane noi cristiani. » - Caste lv.: « Le città in questo mondo hanno le sue chiese e campanili, e similmente ha la città di Dite, le quali alla turchesca chiama meschite per infamarle, quasi che quivi non s'adori Iddio vero, ma il diavolo, e forse pone le meschite per le torri delle mura della città. »- Ross. : « Dante comincia a vedere nelle fossate esterne della città le sue torri infocate, ch'ei chiama mesciate, forse per alludere ai miscredenti che là sono. »
   Mese, dal lat. mensis, Una delle dodici parti dell'anno; Ptirg. li, 98; xix, 103; xxix, 54. Par. xxv, 102.
   Messaggier, Messaggiere, e più comun. Messaggiero, dal vb. lat. mittere, Ambasciatore, Messo; Purg. n, 70; xxx, 18.
   Messaggio, dal lat. mittere, basso lat. missaticus : 1. Messo, Messaggiero, Che porta ambasciate; Purg. v, 28.-2. Detto degli Apostoli di Cristo, che portarone ovunque 1' ambasciata del Regno di Dio; Purg. xxn, 78.
   Messana, Forma antica per Messina; Conv. u, 5, 34. Cfr. Giudice delle Colonne.
   Messer, Sine. da Messere, da meo sere = mio signore (vedi però Diez, Wòrt. i3, 382 e seg.): 1. Uno de'titoli di maggioranza che oggi si dà solamente ai dottori di legge, e segnatam. ai notai. Dicesi anche altrui per atto di riverenza; Messer Guido, Inf. xxviii, 77, cfr. Guido IV; Messer Marchese, Purg.xxìv, 31, cfr. Marchese 3.-2. Messere, per proprietà di linguaggio, usato con l'articolo Lo fra esso e il nome; Conv. ìv, 10, 41.
   Messione, dal lat. viissio, missionis, Il mandare. E nel signif. del prov, messios, per Liberalità; Conv. IV, 11, 94; ìv, 27, 95.
   Messo, dal lat. missus, Messaggiero, Inviato, Ambasciatore; Inf. ix, 85. Purg. xv, 30; xxx, 10; xxxiii, 44. Par. xii, 73; xxviii, 32.-1. Il Messo del cielo, Inf. ix, 85, viene giù dal cielo, dunque non è Enea, il quale non ò nel cielo, ma laggiù nel limbo. Le parole sue sono parole sante, v. 105 ; tali non si direbbero nè le parole di Enea, nè quelle di Mercurio. Quel Messo del cielo è un Angelo del cielo. Di un Angelo di Dio intendono Bambgl., Lan., Ott., Bocc., Buti, An. Fior., Barg., Land., Veli., Gelli, Dan., Buonanni, Cast., Voi., Vent., Lomb. ed il più dei moderni. Intendono invece di Mercurio Petr. Dant., Cass., Falso Bocc., Benv., Serrav., Tal., ecc. Secondo M. A. Caetani il Messo del Cielo è Enea; per il Ross, ed i