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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
suoi seguaci egli č Arrigo VII, cui i popoli di quel tempo predicavano e salutavano De Conio demissum. Per VAn. Sei. quel Messo « significa la sapienzia de la morte, e virtuosamente viene da Dio, e caccia da sč ogni peccato e ogni malizia. » Secondo Iac. Dant. il Messo č il simbolo della speranza; secondo VAndr. egli figura il disprezzo del mondo. Bene Br. B.: « Poco finalmente importa qual nome s'abbia costui, quando rimanga l'idea d'un esecutore del divino volere. » - 2. Il Messo che invita a salire dal secondo al terzo girone, Purg. xv, 30, č l'Angelo dell'amor fraterno. - 3. Sul Messo di Dio, Purg. xxxiii, 44, cfr. Cinquecento diece e cinque e Veltro. - 4. Il Messo e famigliar di Cristo, Par. xii, 73, č san Domenico. - 5. Il Messo di Iuno, Par. xxviii, 32, č l'Iride, l'Arcobaleno; cfr. Virg., Aen. iv, 693 e seg.; ix, 1 e seg. Ovid., Met. i, 270;
xi, 585; xiv, 85.
Mestier, Mestieri, Mestiere, Mestiere, dal lat. mi-
nisterium : 1. Professione, Esercizio, e sim. Inf. xxx, 108; Conv. iv, 6,45.-2. Per Ufficio funebre; Vit. N. xxiii, 50.-3. Per Bisogno; Cam.: « Le dolci rime d'amor, ch'io solia, » v. 144. Conv. iv, 30, 26.-4. Aver mestiere, o di mestiere, per Aver bisogno; lnf. ir, 68. Par. vili, 83. Vit. N. xiv, 74. - 5. Esser mestiere, o di mestiere, per Essere necessario, Bisognare, Occorrere; lnf. xxi, 66; xxiii, 119; xxxi, 110; xxxiii, 18. Purg. i, 92; ili, 39; vili, 114; xiv, 87; xxxi, 15. Conv. iv, 6, 7. -6. Fare mestiere, o di mestiere, per Abbisognare, Essere necessario, Occorrere, Convenire, e sim. Inf. xxviii, 90. Par. xiv, 10. Vit. N.
xii, 50.
Mesto, dal lat. moestus: 1. Addolorato, Malcontento, Triste, Tormentato; Inf. i, 135; xvn, 45. - 2. Aggiunto di Selva, ad accennare la tristezza di chi l'abita; Inf. xiii, 106.
Meta, dal lat. meta, Confine, Limite, Termine; Purg. xiv, 144. Par. xix, 123; xxvil, 108.
Metafisica, dal gr. (j-stą, Al di lą, Dopo, e «Mais, Natura, Scienza degli enti considerati nelle loro relazioni pił generali, del mondo in astratto, dell'anima e di Dio; Conv. u, 14, 45; il, 15, 35, 62, 65, 70, 81; ili, 11, 130.
Metafisica, Titolo di un'opera di Aristotile. Eosm.: «Andronico Eodio ordinando le opere di Aristotele collocņ i libri che trattavano dell' Ente dopo i fisici, e da tale collocazione sembra venuto il vocabolo di Metafisica, che vale Dopo la Fisica. Questa parola adunque, al pari di quella di Filosofia, non fu istituita a significare