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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Veruno-Vespro Siciliano
   un'azione tende; Purg. xv, 90. - 8. E come avv. per In paragone, In comparazione; Inf. xxxiv, 59. Purg. vi, 142; xxviii, 30, ecc.
   Vernilo, dal lat. vel unus, sottintesa la negaz.; basso latino veruìlus, verhullus (cfr. Diez, Wòrt. n3, 79), Nessuno, Neppur uno. E con particelle negative ha il significato di Alcuno, se sia accompagnato col sost. Inf. iv, 12 var.; ix, 120.
   Vertudiosamente, cfr. Virtudiosamente.
   Vertnosamente, cfr. Virtuosamente.
   Vertude, Vertute, cfr. Virtù.
   Veso 3Ionte, cfr. Monte Veso.
   Vesoge, lat. Vesoges, re d'Egitto, nominato JSIon. n, 9, 25; cfr. Orosius, Histor. i, 14.
   Vespa, lat. vespa, Insetto volatile, simile alla pecchia, armato come le api di un pungolo acutissimo; Inf. ni, 66. Purg. xxxii, 133.
   Vespero, Vespro, latino hespertis, vèsper, vespera, greco èsTiipz, Quella parte della giornata che il Sole va declinando all'occaso, La sera, e L' ora tarda verso la sera; Purg. ni, 25; xv, 6, 139.
   Vespro Siciliano, ordinariamente al plurale Vespri Siciliani, Nome della sanguinosa sollevazione popolare dei Siciliani contro gli Angioini, la quale incominciò al tocco dei Vespri il lunedì di Pasqua (30 marzo 1282) a Palermo e si diffuse in tutta la Sicilia e che costò la vita a tutti i Francesi che erano nel-l'isola. Dante ne parla Par. vili, 75. G. Vili. vii, 61 racconta: « Negli anni di Cristo 1282, il lunedì di Pasqua di Risorresso che fu a dì 30 di marzo, siccome per messer Gianni di Procita era ordinato, tutti i baroni e' caporali che teneano mano al tradimento, furono nella città di Palermo a pasquare. E andandosi per gli Palermitani, uomini e femmine, per comune a cavallo e a piè alla festa di Monreale fuori della città per tre miglia (e come v'andavano quegli di Palermo, così v'andavano i Franceschi, e il capitano del re Carlo a diletto) avvenne, come s' adoperò per lo nimico di Dio, che uno Francescho per suo orgoglio prese una donna di Palermo per farle villania; ella cominciando a gridare, e la gente era tenera, e già tutto il popolo commosso contro i Franceschi, per i famigliari de'baroni dell'isola si cominciò a difendere la donna, onde nacque